Prosegue il lavoro di Regione Toscana nella promozione e conoscenza dell’opportunità rappresentata dalle comunità energetiche rinnovabili, strumento che ora più che mai rappresenta un elemento strategico per la transizione energetica e ridurre la dipendenza dal gas.
Arrivate in Italia su recepimento di una direttiva europea, le comunità energetiche rinnovabili sono una forma associativa tra cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni locali o piccole e medie imprese che decidono di unire le proprie forze per dotarsi di uno o più impianti condivisi per la produzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili (fotovoltaico). Questi nuovi soggetti che si radicano nelle comunità locali sono stati al centro del convegno che si è tenuto, questa mattina, a Palazzo Strozzi Sacrati, organizzato da Regione Toscana, Agenzia Regionale Recupero Risorse (Arrr) e Anci Toscana.
L’obiettivo di questa iniziativa è stato quello di fornire ai sindaci e ai rappresentati degli enti locali le informazioni e gli strumenti necessari per incentivare questa forma autosostegno energetico nei territori. Province e Comuni hanno un ruolo cruciale ovvero di sensibilizzare i cittadini su questa opportunità e spingere quel cambiamento culturale necessario per ridurre il consumo di gas verso energie rinnovabili in modo da dipendere in maniera sempre minore dal contesto geopolitico.
“Purtroppo – ha dichiarato l’assessora Monia Monni – negli ultimi trent’anni l’Italia ha messo in campo azioni che hanno accentuato colpevolmente la dipendenza energetica dalla Russia, anziché ridurla. Azioni che non ci mettono in condizione di affrontare con maggior forza e determinazione i negoziati di pace. Adesso dobbiamo dare una spinta forte non solo all’emancipazione dal gas russo, ma dal gas in generale, nella direzione di una transizione ecologica che sfrutti le risorse di cui la Toscana è ricca”. “Il tema vero – ha proseguito – è quello della auto-sufficienza energetica, che non può che passare dalla transizione energetica, intesa come costruzione di un nuovo modello di organizzazione sociale basato su produzione e consumo di energia proveniente da fonti rinnovabili. Ma per poter attivare una transizione energetica effettiva, occorre attivare cambiamenti culturali”.
Monni ha quindi sottolineato il ruolo che devono giocare cittadini e comunità locali, con l’imprescindibile sostegno del governo. “Con il governo, insieme alle altre Regioni, stiamo cercando di costruire il percorso migliore, nell’ambito del prossimo Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima e del PNRR. Ci attendiamo proposte importanti sia sul versante dei finanziamenti che su quello dello snellimento delle pratiche burocratiche. Questi temi non si possono affrontare dall’alto: quando parlo di cambiamento culturale significa che dobbiamo partire dal basso. Chiediamo – ha concluso – un maggior coinvolgimento delle comunità, ed un investimento che riguardi non solo la realizzazione degli impianti di produzione ma anche l’animazione delle comunità, tema che in questo momento reputo più urgente perché occorre far capire ai cittadini il significato e il valore di costituirsi in comunità senza rovesciar loro il peso di una burocrazia anche molto complessa”.
Il compito di informare la popolazione e gli enti è stato affidato, come da delibera approvata dalla giunta regionale, all’ARRR, l’Agenzia Regionale Recupero Risorse, che si occuperà di consulenze specifiche, anche a sportello, in merito alle comunità energetiche rinnovabili. A breve partirà anche una campagna di comunicazione guidata dal logo CERTO – comunità energetiche rinnovabili Toscana.
“Un tema attualissimo – ha detto il presidente Eugenio Giani – perché si inserisce nel dibattito sull’auto-sufficienza energetica e sulla transizione ecologica. Temi trasversali che riguardano la crescita e lo sviluppo complessivo della comunità e dell’economia. Ricorrere alle risorse di altri paesi e scoprire, nel momento in cui scoppia un conflitto, di essere fragili. La Toscana fortunatamente sotto questo profilo è riuscita a crearsi una propria auto-sufficienza energetica, per quasi il 50% del fabbisogno, grazie alle proprie ricchezze. Come la geotermia, l’idroelettrico, il fotovoltaico e l’eolico. Diventa però indispensabile conciliare l’utilizzo di suolo per tali scopi con gli altri, propri del territorio. E qui entrano in gioco cittadini e amministratori, per creare comunità ambientalmente ed economicamente sostenibili”.
Durante il convegno sono state illustrate alcune buone pratiche in ambito degli enti locali che si stanno muovendo per incentivare le energie rinnovabili, come Vicchio, dove presto nascerà un nuovo impianto eolico Loro Ciuffenna e Podenzana. Secondo il direttore di Anci Toscana Simone Gheri, che ha concluso il convegno, “è indispensabile aprire la fase dell’operatività. Dai sindaci è emersa chiara la richiesta di un supporto concreto per andare avanti con i progetti e questo dobbiamo fare, in piena sinergia, per fare in modo che le comunità energetiche diventino una realtà diffusa nella nostra regione. I comuni vogliono giocare da protagonisti questa sfida. La mia proposta è quella di replicare il modello già sperimentato per l’efficientamento energetico: qui la partita è più complessa, ma lavorando su un gruppo di progetti pilota potremo arrivare a soluzioni positive. Da parte nostra ci sono massima disponibilità e impegno”.