Roberto Baggio compie oggi 58 anni, un’icona del calcio italiano che ha lasciato un segno indelebile nella storia dello sport. Il “Divin Codino” ha saputo conquistare tifosi e appassionati grazie al suo talento, alla sua eleganza in campo e alla sua straordinaria capacità di superare le avversità. La sua carriera, segnata da momenti esaltanti e da sfide difficili, è stata un viaggio attraverso squadre leggendarie, con un rapporto speciale con la Fiorentina.
Gi anni in viola
L’avventura di Baggio con la Fiorentina inizia nel 1985, quando il club viola decide di investire su un giovane talento del Vicenza. Poco dopo il suo arrivo, un grave infortunio al ginocchio mette a rischio la sua carriera, ma la società sceglie di credere in lui. Il recupero è lungo e doloroso, ma quando finalmente scende in campo, Baggio dimostra di essere un talento puro. Il suo primo gol in Serie A arriva nel 1987 contro il Napoli di Maradona, un momento simbolico della sua crescita. Con la Fiorentina disputa cinque stagioni, raggiungendo nel 1990 la finale di Coppa UEFA, poi persa contro la Juventus. Il suo legame con Firenze è viscerale, tanto che, dopo il trasferimento ai bianconeri, raccoglierà una sciarpa viola lanciata dai tifosi durante una sfida al Franchi, gesto che rimarrà nella storia.
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Il trasferimento a Torino
Il passaggio alla Juventus nell’estate del 1990 scatena una vera e propria rivolta a Firenze. I tifosi non accettano di perdere il loro campione, venduto per una cifra record di circa 25 miliardi di lire. A Torino, Baggio diventa il simbolo della squadra, vincendo la Coppa UEFA nel 1993 e l’anno successivo il Pallone d’Oro, coronamento di un periodo straordinario. Nel 1995 contribuisce alla conquista dello scudetto e della Coppa Italia, chiudendo il suo ciclo juventino da leader e lasciando un’eredità pesante per chiunque avrebbe indossato la maglia numero 10 dopo di lui.
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In Nazionale
L’esperienza con la Nazionale rappresenta un’altro dei capitoli più emozionanti della carriera di Baggio. Partecipa a tre Mondiali – Italia 1990, USA 1994 e Francia 1998 – e diventa il miglior marcatore italiano nella storia della competizione, con nove reti segnate in tre edizioni. Il suo cammino ai Mondiali del 1994 è leggendario: trascina l’Italia fino alla finale con cinque gol decisivi, ma la sua immagine più iconica è purtroppo legata al rigore sbagliato nella sfida contro il Brasile.
Dopo l’esperienza alla Juventus, Baggio continua a incantare con il Milan, vincendo lo scudetto nel 1996, e poi con Bologna, Inter e Brescia, lasciando ovunque il segno con il suo talento e la sua classe. Proprio a Brescia, sotto la guida di Carlo Mazzone, vive una delle sue ultime e più intense stagioni, diventando un simbolo per la città.
I cimeli al Museo del Calcio di Coverciano
Numerosi i cimeli donati e conservati al Museo del Calcio di Coverciano. Qui si possono ammirare pezzi unici della sua carriera in azzurro, come gli scarpini di Italia ’90, la maglia numero 10 dell’amichevole contro la Finlandia nel 1994. Si passa poi alla divisa numero 18 della sfida Italia-Cile del Mondiale Francia 1998, alla fascia da capitano fino ad arrivare alla maglia celebrativa numero 10 con scritto “Grazie Roby” dell’amichevole Italia-Spagna del 28 aprile 2004, che segna la sua ultima partita in Nazionale.
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La rapina durante Italia-Spagna
Nel giugno del 2024, Baggio è stato vittima di una violenta rapina nella sua abitazione ad Altavilla Vicentina mentre guardava la partita degli Europei tra Italia e Spagna. Una banda di sei uomini armati ha fatto irruzione nella villa, aggredendo l’ex calciatore e chiudendo lui e la sua famiglia in una stanza mentre svaligiavano la casa. Durante l’assalto, Baggio ha cercato di opporsi ed è stato colpito con il calcio di una pistola, riportando una profonda ferita alla fronte. Nonostante il grande spavento, l’ex campione ha mantenuto il sangue freddo e, una volta fuggiti i rapinatori, è riuscito a liberarsi e a chiamare i soccorsi.
La passione per le auto, dalla Panda 4×4 alla Lancia Delta
Nonostante la sua grandezza sportiva, Roberto Baggio ha sempre condotto una vita lontana dai lussi ostentati. Tra i simboli della sua semplicità c’è la sua celebre Panda 4×4, un’auto che lo accompagna da anni nelle sue giornate tra le colline vicentine. Baggio non ha mai amato le supercar, preferendo invece la sua fedele utilitaria per spostarsi e dedicarsi alla cura della terra. La sua Panda è diventata un vero e proprio simbolo, tanto che il conduttore Alessandro Cattelan l’ha definita “una Batmobile” dopo averci fatto un giro insieme. Un dettaglio che racconta molto della filosofia di vita del Divin Codino, da sempre legato ai valori di autenticità e umiltà. Baggio ha posseduto anche un’auto iconica come la Lancia Delta HF Integrale Evo 2, realizzata per celebrare la sua vittoria del Pallone d’Oro nel 1993. Questa vettura esclusiva, con soli 48 chilometri percorsi, è stata recentemente venduta all’asta per 230.000 euro. L’intero ricavato è stato devoluto in beneficenza alle organizzazioni Stella di Cuori APS, Fondazione Vialli, Mauro Onlus, Pupi Onlus e Fondazione mondiale piloti.