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Commemorazione delle vittime dell’esplosione a Calenzano, Giani: “La sicurezza sul lavoro è assoluta priorità”

Al momento dell’incidente al deposito Eni di Calenzano era in corso una manutenzione straordinaria, alle ore 10 un operatore ha segnalato un’anomalia

Commemorazione a Calenzano

Si è aperta con la lettura dei nomi delle cinque vittime, Vincenzo Martinelli Carmelo Corso, Franco Cirelli, Davide Baronti e Gerardo Pepe, seguita da un minuto di raccoglimento concluso da un lungo applauso la commemorazione che si è tenuta a a Calenzano, in ricordo dei morti nell’esplosione al deposito Eni di lunedì mattina, nel giorno di lutto regionale.

Erano presenti: il sindaco di Calenzano Giuseppe Carovani, il presidente della Toscana Eugenio Giani e del consiglio regionale Antono Mazzeo, l’assessora all’ambiente Monia Monni e i capigruppo a Palazzo del Pegaso.

Nel capoluogo regionale la sede della Regione in piazza Duomo e quella del Consiglio regionale in via Cavour hanno da stamattina le bandiere a mezz’asta. Anche il Comune di Firenze ha aderito al lutto regionale: alle ore 10 è stato osservato un minuto di silenzio negli uffici comunali. La sindaca di Firenze, Sara Funaro, ha partecipato al minuto di silenzio in Consiglio metropolitano.

Alcune centinaia i partecipanti in piazza Vittorio Veneto per l’iniziativa promossa dai sindacati Cgil, Cisl e Uil, che per oggi hanno indetto uno sciopero a livello provinciale. Oltre ai rappresentanti sindacali, presenti anche numerosi amministratori della Piana fiorentina e non solo.

“Alle istituzioni chiediamo cosa hanno intenzione di fare in modo che non possa mai più accadere e darci un briciolino di fiducia nel poter rientrare in un altro deposito e svolgere il nostro lavoro”. Lo dice Giuseppe Pecchinenda, autotrasportatore, collega di alcune delle vittime della strage del deposito Eni. “Noi autisti”, chi si è salvato, “siamo dei miracolati”. Quel giorno, racconta, “per una serie di cause sono arrivato poco dopo quello che è successo. C’era Vincenzo, ma poteva esserci Giuseppe, o un altro. Invece uno si ferma a fare colazione, trova fila per strada, fa una pausa e arriva in deposito mezz’ora dopo, come è successo a me”. In merito all’incidente e alle operazioni di manutenzione, ha aggiunto, “come veniamo controllati noi, costantemente, dall’ingresso all’uscita da quel deposito, pensiamo fosse controllata anche la ditta che faceva la manutenzione. Come noi rispettiamo tutte le procedure che Eni ci impone per lavorare in sicurezza, ugualmente farà l’azienda che si occupa della manutenzione”.

“Dobbiamo metterci tutti maggiore impegno, io per primo e fare tutto quello che serve affinché il lavoro sia più sicuro – ha dichiarato il presidente della Toscana Eugenio Giani. Il Governatore ha ricordato anche quanto sia stato duro “consolare due ragazze adolescenti, che venivano sul luogo per vedere dove è morto il padre” e “vedere i genitori arrivati dalla Basilicata” per la morte del figlio. Nel suo intervento ha poi ringraziato i lavoratori, “la cui presenza in piazza testimonia un elemento di solidarietà anche in un momento di dolore e rabbia” e i sindacati confederali “per l’impegno e la responsabilità”.

Il deposito Eni di Calenzano è sotto sequestro

L’intero deposito Eni di Calenzano (Firenze) dove c’è stata l’esplosione del 9 dicembre 2024 è stato posto sotto sequestro dalla procura di Prato per svolgere le indagini tecniche necessarie per stabilire le cause dello scoppio alle pensiline di carico.

Eni, si apprende da fonte inquirente, ha chiesto di intervenire per smaltire correttamente acque potenzialmente inquinanti, ma tutta l’attività di approvvigionamento, stoccaggio e distribuzione carburanti “deve restare ferma” fino a che sarà necessario.

Ci sono state già perquisizioni nelle prime 48 ore dopo l’esplosione di Calenzano in più sedi italiane di Eni, non solo negli uffici del deposito dove c’è stato lo scoppio. Le perquisizioni sono state mirate ad acquisire documenti sulla gestione del sito, e anche sull’incarico alla ditta esterna che si occupava della manutenzione straordinaria e sullo stato degli apparati dove c’è stata l’esplosione.

Dai primi rilievi tecnici disposti dalla procura di Prato non è stato trovato esplosivo, quindi, viene escluso che l’esplosione sia da attribuire a un possibile sabotaggio. La procura di Prato conferma di aver aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo, crollo doloso di costruzioni o altri disastri e rimozione dolosa delle cautele contro gli infortuni sul lavoro.

Al momento dell’incidente al deposito Eni di Calenzano (Firenze) era in corso una manutenzione straordinaria, resasi necessaria su apparati che ne avrebbero necessitato da anni.

Un operatore ha segnalato alle ore 10, 21 minuti e 30 secondi un’anomalia nell’area pensiline di carico, “tant’è che si è allontanato e si è messo in salvo la vita” dall’imminente stato di pericolo. E’ quanto risulta alla procura di Prato circa gli immediati istanti prima dell’esplosione. Lo ha confermato il procuratore Luca Tescaroli riguardo a una testimonianza raccolta nelle primissime fasi dell’inchiesta sull’esplosione al deposito Eni di Calenzano (Firenze).

“Il buon senso, come è evidente a tutti, ci dice che quel luogo è inappropriato per le funzioni che lì vengono svolte” ha detto Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana  “Quando fu realizzato alla fine degli anni 50, lì era tutta aperta campagna e la localizzazione era appropriata, ma oggi no – sottolinea – Tutto attorno ci sono capannoni, aziende, residenze, la zona è densamente antropizzata e popolata. È evidente che per funzioni simili servano oggi luoghi più appropriati”.  E aggiunge:Aspettiamo il lavoro dei magistrati, le indagini, quali sono state le cause, per fare le valutazioni, anche sugli strumenti, sia di prevenzione che urbanistici, da utilizzare perché ciò non accada mai più”. Per Giani, “la sicurezza sul lavoro è una assoluta priorità, a tutti i livelli, per tutti”.

“Noi possiamo lavorare sugli strumenti urbanistici, dobbiamo farlo, a livello nazionale è necessario che si lavori molto di più sui controlli la sicurezza dei luoghi” ha affermato il presidente del consiglio regionale toscano Antonio Mazzeo, in occasione della giornata di lutto indetta dalla Regione. “La nostra presenza oggi qui insieme senza distinzione è il segno di mandare un messaggio forte a tutte le istituzioni a quelle nazionali a noi stessi a quelle locali. Non si può morire andando a lavorare e questo è qualcosa che fin quando ci sarà soltanto una vittima sul luogo di lavoro interroga le nostre coscienze”, ha poi aggiunto. “Oltre le parole dobbiamo mettere in campo atti concreti ed è quello che faremo, l’impegno è quello di lavorare per cambiare gli strumenti urbanistici e fare in modo che non ci siano più all’interno delle città spazi come questi, la possibilità di realizzarli in luoghi come questi. Devono andare in spazi veramente isolati. Ha detto il presidente Giani benissimo ieri, oggi a noi il compito di legiferare e quindi lo faremo nei prossimi nei prossimi mesi”. Mazzeo ha parlato anche dei feriti: “Non sono in grado di poter dir nulla, credo soltanto che siano nelle mani dei migliori professionisti. La nostra è una sanità tra le migliori di questo Paese, speriamo che tutto si possa risolvere per il meglio”.

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