Le mafie colpiscono in modo silenzioso e subdolo, avvinghiate ai mercati finanziari e alle operazioni immobiliari. La Toscana non è immune e come le altre regioni italiane più ricche diventa terreno fertile per strategie criminali di organizzazioni sempre più connesse alle reti digitali e conniventi con la politica. Il libro del procuratore della Repubblica di Napoli, Nicola Gratteri, scritto con lo storico Antonio Nicaso, Una Cosa sola, racconta questa evoluzione.
La presentazione del testo nella sala del Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati, sede della giunta regionale, è stata l’occasione per un confronto approfondito su come la criminalità organizzata sia cambiata e su come le istituzioni debbano alzare la guardia, soprattutto sui flussi di denaro pubblici.
Attraverso un’analisi documentata, testimonianze dirette e casi di studio, il libro descrive come il legame sempre più stretto tra mafia, politica e imprenditorialità stia compromettendo non solo la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, ma anche la crescita e lo sviluppo economico dei paesi dove le infiltrazioni della criminalità organizzata risultano particolarmente capillari e invasive.
L’evoluzione delle mafie
Come spiega il procuratore Gratteri, “la trasformazione del mondo della criminalità organizzata inizia con le stragi di Capaci e via D’Amelio, con gli attentati a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che segnano la fine di una stagione dove il conflitto violento con lo Stato rivela la debolezza di una strategia criminale perdente. La mafia intraprende una lotta contro le forze dell’ordine che indebolisce le sue capacità di controllo sui traffici illeciti. Ne approfitta la n’drangheta, pronta nei primi anni novanta ad occupare lo spazio lasciato libero dai clan ed inviare decine di giovani criminali in Colombia per conquistare il mercato della cocaina proponendosi come affidabile interlocutrice dei cartelli locali e avviando un solido canale di importazione nel traffico di droga che dura ancora oggi”. Interessante la svolta: “Le organizzazioni criminali si evolvono e riesce a farlo anche la mafia, che non scompare ma sposta la sua attenzione sul mondo delle professioni e delle nuove opportunità offerte dalle tecnologie digitali. Oggi ci sono persone altamente specializzate, in un contesto di decadimento morale ed etico, che per poche migliaia di euro sono disposte a prestare le loro competenze per qualsiasi operazione illecita. Oggi hackers tedeschi o romeni sono in grado di spostare ovunque ingenti somme di denaro o bitcoin in pochi minuti. È questa la nuova criminalità che si affianca a quella tradizionale del “pizzo” e delle “stese”, che non scompare”.
Partendo dall’ultimo rapporto Irpet, il presidente della Regione Eugenio Giani ha osservato nel corso della presentazione come “il peso economico delle attività illecite in Toscana riesca ad incidere in modo rilevante sul prodotto interno lordo regionale, dove oltre undici miliardi di risorse risultano provenire da traffici illegali o sommersi. Le mafie hanno ormai una dimensione globale, si diffondono in tutte le regioni, usano strategie basate sulla penetrazione nel mondo dei colletti bianchi, tecnici altamente specializzati e si muovono nei settori delle criptovalute, dei reati ambientali, del riciclaggio del denaro e ovunque si possano presentare occasioni di profitto”. “Le pagine di Gratteri – ha aggiunti il presidente – lanciano un messaggio che ci chiama ad essere vigili ed attivi per contrastare efficacemente i nuovi fenomeni di criminalità organizzata. Mafia, e n’drangheta si presentano oggi con gesti delittuosi meno eclatanti ed efferati ma con una pervasività altamente pericolosa”.