Il settore del vino è tra i più colpiti dagli effetti delle misure restrittive anti Covid con la chiusura della ristorazione dove viene commercializzato più della metà in valore delle bottiglie stappate in Italia.
Adesso è arrivato il via libera all’asporto fino alle 22.00 dalle enoteche o esercizi di commercio al dettaglio di bevande (codice ATECO 47.25), fermo restando il divieto al consumo sul posto.
Questo salva le 703 enoteche attive in Toscana e supera l’ingiustificata discriminazione nei confronti di negozi alimentari e supermercati ai quali è correttamente consentita la vendita del vino. Questo è quanto dichiara Coldiretti Toscana, dopo che il presidente nazionale della Coldiretti Ettore Prandini aveva sollecitato il necessario chiarimento del nuovo DPCM varato dal presidente del Consiglio Mario Draghi dopo che quello precedente del 14 gennaio aveva vietato dopo le ore 18:00 la vendita con asporto.
Si tratta di una misura importante a sostegno del vino Made in Italy fortemente colpito dalla chiusura della ristorazione con circa 200 milioni di bottiglie che – sottolinea la Coldiretti – non siano mai arrivati nell’ultimo anno sulle tavole dei locali costretti ad un logorante stop and go. A pesare è stata anche la chiusura dei ristoranti italiani all’estero dove il vino italiano è il più esportato nel mondo ma ha subito nel corso del 2020 un calo del 3% nelle bottiglie spedite all’estero.
“L’identikit del settore profila una importante presenza di donne al 26,5% e giovani al 11%, con più donne a Pisa con il 35% delle 51 imprese e più stranieri a Firenze con il 12% delle imprese per un settore, quello del vino, che offre durante l’anno straordinarie opportunità di lavoro”, afferma Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana.