Scoprire e riscoprire le città italiane e i loro tesori lentamente, camminando nei centri storici che spesso sono dei veri musei a cielo aperto. È questa la formula vincente del trekking urbano, una proposta turistica che riscuote sempre più successo tra viaggiatori e anche residenti.
Per celebrarla sabato 31 ottobre torna la 17esima Giornata Nazionale del Trekking Urbano, in 70 località di tutta Italia, di cui 8 toscane. Capofila dell’iniziativa come sempre è Siena, è qui infatti che nel 2003 nacque il trekking urbano, dall’intuizione di Donatella Cinelli Colombini, l’imprenditrice del vino che all’epoca era assessore al turismo della città del Palio.
Un’idea vincente nata da un sondaggio
“Il trekking urbano nacque per caso – racconta Donatella Cinelli Colombini – avevamo fatto un sondaggio sulla distanza tra i parcheggi e le attrattive turistiche principali, ci aspettavamo che le reazioni dei turisti fossero negative quando il parcheggio era distante. Ci accorgemmo invece che i turisti apprezzavano molto il percorso pedonale nel centro storico, perché lo vivevano come un museo diffuso. Allora pensai di provare a proporlo come un’attrattiva, se il trekking funzionava in campagna e in montagna doveva funzionare anche in città.”
L’assessore Cinelli Colombini partì subito in grande per lanciare la sua idea e da Siena coinvolse altre città e borghi in tutto il paese. “Per diffondere l’iniziativa proposi ad altre amministrazioni comunali di lanciarla tutti insieme e così nacque la Giornata Nazionale del Trekking Urbano. Poi realizzammo dei percorsi stabili da far sviluppare alle guide, con mappe e cartellonistica. Da lì l’idea prese piede da sola, oggi addirittura nei negozi sportivi vendono le scarpe per il trekking urbano.”
Il trekking urbano come esperienza unica
Ma come si spiega il successo del trekking urbano? “Funziona perché fa bene alle città – spiega Cinelli Colombini – decentra i flussi turistici e si può fare tutto l’anno, ma viene anche incontro ai bisogni dei turisti di oggi, che cercano un viaggio più autentico, a contatto con la realtà quotidiane dei residenti. I turisti sono stufi delle proposte consuete, vogliono delle esperienze uniche, irripetibili. Con il trekking urbano può capitare di scoprire meraviglie inaspettate, come è successo a me a Torrita, sono entrata in una piccola chiesa e ci ho trovato dentro un’opera di Donatello. Questa è l’Italia.”
Il trekking urbano inoltre è utile per la salute, sia fisica che psicologica. “Camminare fa bene a una serie di disturbi, dall’obesità all’osteoporosi, poi c’è un aspetto psicologico di terapia del paesaggio. L’abbiamo visto quest’anno dopo il lockdown le persone avevano come unica risorsa quella di camminare vicino casa e così hanno riscoperto i panorami della propria città.”
Il 2020 è stato l’anno del turismo di prossimità e sicuramente camminare nelle città e nei borghi della Toscana ha risposto al bisogno di aria aperta e libertà che molti hanno provato dopo il lockdown. Il trekking urbano si dimostra così una risorsa poliedrica, capace di rispondere a diversi bisogni e valorizzare il grande patrimonio storico, artistico e paesaggistico della Toscana.