“Faccio un appello alla Germania. Ci auguriamo che nel corso del 2019 possa essere finalmente restituito alle Gallerie degli Uffizi”. Perentoria scossa di Capodanno del direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt sull’annosa vicenda di ‘Vaso di Fiori’ di Jan van Huysum, quadro rubato dai nazisti che manca da Firenze dalla seconda guerra mondiale. Schmidt dice che il dipinto “è nella disponibilità di una famiglia tedesca che dopo tutto questo tempo non l’ha ancora reso al museo nonostante le numerose richieste da parte dello Stato italiano”.
Il dipinto, ‘sfollato’ da Palazzo Pitti nella campagna fiorentina nel 1943 per proteggerlo dalle vicende belliche, fu ugualmente trovato e saccheggiato dai soldati della Wermacht in ritirata, poi per decenni non se ne è saputo più nulla. L’appello è accompagnato da una provocazione di Schmidt, che peraltro è tedesco, e che ha fatto mettere un cartello con la scritta “Rubato”, visibile ai visitatori, proprio nella sala dei Putti di Palazzo Pitti, la stessa dove i visitatori ammiravano l’opera di van Huysum fino al 1943.
Dice anche Schmidt: “A causa di questa vicenda che intacca il patrimonio degli Uffizi, le ferite della seconda guerra mondiale e del terrore nazista non sono ancora rimarginate. La Germania dovrebbe abolire la prescrizione per le opere rubate durante il conflitto e fare in modo che esse possano tornare ai loro legittimi proprietari”.
Schmidt insiste anche sul fatto che “per la Germania esiste comunque un dovere morale di restituire quest’opera al nostro museo: mi auguro che lo Stato tedesco possa farlo quanto prima, insieme ovviamente a ogni opera d’arte depredata dall’esercito nazista”.
Ma quando si hanno nuove notizie del quadro dopo il trafugamento? Negli anni 2000. In questi anni più volte emissari della famiglia tedesca che possiede il dipinto – forse gli eredi del soldato che lo rubò e se lo portò a casa – hanno tentato di proporre alle autorità italiane una restituzione in cambio di soldi. Per le soprintendenze fiorentine si tratta di un mero riscatto perché il quadro, certificato, è già di proprietà dello Stato Italiano e pertanto non è alienabile né acquistabile. Inoltre era bottino di guerra.
La vicenda ha attivato un’inchiesta della procura di Firenze in cui i carabinieri del nucleo di tutela del patrimonio artistico hanno individuato chi ha l’opera ma non il luogo dov’è custodita. Ma la cosa più difficile sembra di natura legale. Succede infatti che quando l’Italia chiede il rimpatrio del quadro, le autorità tedesche obiettano che riguardo al caso specifico non vi ravvisano ricettazione, perciò per loro la natura morta di van Huysum resta in Germania.
“Mi sembra un’ottima richiesta ed è importante che a farla sia un tedesco, consapevole dell’importanza di restituire un’opera d’arte al suo Paese d’origine”. L’ha detto Vittorio Sgarbi commentando la proposta lanciata dal direttore degli Uffizi. “Le opere devono stare dove si trovavano originariamente e un cittadino tedesco che abbia il senso della storia non può consentire che resti in Germania una cosa sottratta agli Uffizi”.