Arriva da Firenze una certificazione unica al mondo per misurare la sostenibilità degli accessori moda in metallo e della loro intera filiera di produzione. Il nuovo standard si chiama “LeftHardware” ed è stato elaborato dalla Fondazione Leaf, giovane realtà nata nel capoluogo toscano per promuovere valori etici, ambientali, sociali ed economici nel settore luxury.
Tre anni di studio su 70 aziende
Ma come funziona “LeafHardware”? L’attestazione, che è stata presentata nei giorni scorsi a Palazzo Pucci a Firenze, si ottiene fornendo uno studio sull’impatto ambientale del prodotto e analisi di laboratorio che certifichino la sicurezza per il consumatore. Uno schema che fa della trasparenza e della misurabilità delle performance ambientali il proprio punto di forza.
Nata da una precisa domanda delle case moda, che segnalavano la mancanza di uno standard di sostenibilità specifico per gli accessori metallici, questa certificazione è il frutto di uno studio lungo tre anni, dove sono stati raccolti i dati di oltre 70 aziende (il 90% europee e le restanti nel continente asiatico) per misurare sul campo quale fosse il reale impatto ambientale della produzione di accessori metallici.
“La nostra intenzione è di essere nella condizione di poter fornire alla filiera produttiva del mondo del lusso, parametri oggettivi e misurabili – ha spiegato Giacomo Cortesi, presidente della Fondazione Leaf. – Questo standard è 100% Made in Italy e già questa è una notizia, visto che normalmente gli standard internazionali non sono realizzati in Italia”.
Un database che stabilisce il costo ambientale degli accessori
Grazie a questo studio la Fondazione Leaf ha messo a punto un database, sempre aggiornabile, nel quale viene stabilito un limite di “costo ambientale” per il pianeta, entro cui le produzioni certificate dovranno rimanere.
In questo modo i prodotti certificati LeafHardware possono esibire in piena trasparenza, sia alle imprese che ai consumatori, quanta anidride carbonica è stata prodotta per la loro realizzazione, quante risorse del pianeta sono state sfruttate, il quantitativo d’acqua consumato, i gas serra prodotti e la quantità generata di sostanze dannose per l’uomo e l’ambiente.
“Andiamo così a soddisfare una precisa esigenza dei consumatori, soprattutto dei più giovani, che vogliono avere la consapevolezza dell’impatto ambientale dei capi e degli accessori di moda che indossano” conclude Giacomo Cortesi, presidente della Fondazione Leaf.
La sostenibilità al primo posto salvando l’identità di brand e prodotti
“Il settore della moda oggi è uno dei settori che più di tutti sta investendo non solo sull’innovazione ma sulla sosteniblità dei capi, e il lavoro di questa fondazione mette il tassello che mancava per avere il mosaico completo“, ha detto il sindaco Dario Nardella.
Per il presidente della Regione Eugenio Giani “ci sono grandi prospettive, soprattutto la garanzia dell’interesse generale, per salvaguardare la nostra identità, il nostro brand, i nostri processi produttivi“.