Il 7 settembre 1920, alle 7:56 della mattina, la Garfagnana e la Lunigiana furono colpite da una violenta scossa che provocò numerosi danni alle abitazioni, vittime e tantissimi sfollati. Questo terremoto è stato uno degli eventi sismici più distruttivi registrati nella regione appenninica nel ventesimo secolo, ed è il più forte mai registrato in Toscana in tempi storici, nonché quello con il più alto numero di vittime del novecento, superando quello avvenuto l’anno precedente nel Mugello.
Il sisma
Il sisma di magnitudo 6,48 interessò un’area di circa 160km2 della Toscana settentrionale ai confini con la Liguria: all’epicentro l’intensità registrata fu del IX-X grado della scala MCS (Mercalli Cancani Sieberg). Furono praticamente distrutte le località di Vigneta (frazione di Casola in Lunigiana, MS), Villa Collemandina (LU) e Fivizzano (MS). Danni di minore entità si registrano fino alle province di Genova, Modena, Reggio Emilia e Pisa.
I morti ufficialmente furono 171, i feriti 650. Migliaia le persone che rimasero senza casa. I numeri furono così bassi perché, fortunatamente a quell’ora della mattina, le persone erano già impegnate nel lavoro nei campi. Nel 1920 la maggior parte della popolazione, infatti, era occupate nell’agricoltura, nell’allevamento e nell’estrazione del marmo. Oltre a questo, la sera prima si era verificata una scossa che preallertò la popolazione e tante persone dormirono fuori casa.
I soccorsi
All’epoca il sistema di protezione civile che oggi conosciamo non esisteva. I soccorsi furono segnati da ritardi e difficoltà di organizzazione, in parte provocati dall’interruzione delle comunicazioni telegrafiche. Fu impossibile, infatti, avere notizie certe, in particolare dai piccoli centri dell’entroterra montuoso della regione colpita dal terremoto. Dopo una prima sottovalutazione dei danni causati, il Ministero dell’Interno mise in moto la macchina dei soccorsi. Dalla Liguria e dalla Spezia furono inviate le prime squadre di soccorso e i marinai della nave Cavour furono attivati per lo sgombero delle macerie e il salvataggio di eventuali superstiti. Per le operazioni di primo soccorso intervennero a Fivizzano e negli altri centri colpiti volontari da Spezia, da Massa, da Carrara, squadre della pubblica assistenza e un migliaio di soldati di fanteria, zappatori e del genio da Firenze, Piacenza, Bologna, Reggio Emilia, che operarono, alternandosi, fino al primo dicembre 1920. A questi si aggiunsero i pompieri che intervennero per la messa in sicurezza degli edifici lesionati.
Le iniziative per i cento anni dal terremoto
Oggi, a cento anni da questa tragedia, l’Unione Comuni Garfagnana ha organizzato due convegni e una commemorazione. Questa ricorrenza non è solo un anniversario da ricordare, ma vuole diventare l’occasione per proporre un progetto pilota di respiro nazionale ed europeo attraverso un pacchetto di misure che vedono nella strategia nazionale per le aree interne il punto di avvio e di cerniera per il futuro.
Per quanto riguarda le iniziative, si tratta di un convegno dal titolo “1920-2020 Cent’anni di attenzione al territorio” al Teatro Alfieri di Castelnuovo di Garfagnana dove interverranno tecnici e professionisti del settore oltre alle autorità locali. Parallelamente si terrà una conferenza di presentazione del sistema di Protezione Civile della Garfagnana presso il Centro di Protezione Civile in località “Orto Murato” sempre a Castelnuovo di Garfagnana. A questo evento parteciperanno il Capo del Dipartimento di Protezione Civile Angelo Borelli, i rappresentanti della Regione, Provincia e Unione Comuni Garfagnana e autorità locali e tecniche. Infine, si terrà un evento commemorativo delle vittime del terremoto presso il Chiostro della Chiesa di Villa Collemandina, luogo dell’epicentro, alla presenza del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini e delle autorità militari, civili e religiose. L’accesso è limitato e su prenotazione, gli eventi sono visibili in streaming. Oltre a questi eventi in presenza, presso il chiostro delle Chiesa di Villa Collemandina è allestita una mostra fotografica rappresentativa della situazione posteriore al sisma. Questa sera, andrà poi in onda su Rai Storia il documentario “1920. Il terremoto in Garfagnana e Lunigiana”.