© Luca Calvani - Instagram

Enogastronomia /LA RECENSIONE

“Cavoli e merende”, il diario di vita di Luca Calvani (in cucina)

Chiamarlo “libro di ricette” sarebbe limitante. “Cavoli e merende” rappresenta persone, incontri, luoghi, rotte dell’esistenza. Sono i momenti di una vita che si ritrovano in cucina, tra un ricordo, un sorriso e quel luogo – Le Gusciane – dove Calvani insieme al compagno Alessandro Franchini ha costruito il suo mondo ideale. La lavanda, gli olivi, le api, i viaggiatori da ospitare e quei sogni da “cucinare” con quattro bassotti intorno e una straordinaria bellezza diffusa

Ricordo perfettamente il giorno in cui Luca mi parlò per la prima volta dell’idea di questo libro. Era mattina presto e ci sentimmo al telefono. Sentivo l’aria di Camaiore trapassare e azzerare la freddezza della tecnologia del mio Iphone. Mi chiamò dal giardino de Le Gusciane, il country inn a cui ha dato vita insieme al compagno Alessandro Franchini

Luca parlava del suo libro di ricette e io lo immaginavo camminare appena fuori da quell’antico casale in pietra accarezzato da un vecchio limone, protetto da un antico bosco e sorvegliato da quattro splendidi bassotti. I giovani olivi facevano il resto e le pennellate di lavanda regalavano armonia diffusa.

“Voglio scrivere un libro di ricette”, mi disse. E capii subito che non sarebbero certo state pagine riempite da una fredda lista di ingredienti, passaggi, tempi da rispettare e “sale quanto basta”. 

Leggere questo libro è come fermarsi alla sua tavola e ascoltare i mille racconti di vita tra Londra, l’America o l’Italia

La personalità di Luca Calvani così eclettica, sensibile e poliedrica sarebbe andata oltre, e così è stato. Sfogliare il suo libro “Cavoli e merende” è come passeggiare e parlare con Luca vicino, seguendo il ritmo delle stagioni che si alternano a Pontemazzori. La luce, l’ombra, il verde diffuso, a volte splendente o altre così scuro da toccare pigmenti di nero.

Leggere questo libro è come fermarsi alla sua tavola e ascoltare i suoi mille racconti di vita tra Londra, l’America o l’Italia stessa. E poi le radici, quella Prato che sta lì a ricordare chi sei o Camaiore, quel posto che ti fa tenere a mente che la vita ha sempre il diritto di iniziare di nuovo, anche a 50 anni. 

Luca Calvani in cucina a Le Gusciane – © Le Gusciane

In “Cavoli e merende” ti catturano l’attenzione al particolare ed alla bellezza, con le illustrazioni di Andrea Tarella e le fotografie di Edoardo Colombo che accompagnano il racconto in una preziosa e armoniosa punteggiatura.  

Il casale è un tripudio elegante di vita: i quadri, i piatti in bella vista, la stufa in terracotta, le lenzuola bianche e profumate, i saponi creati dallo stesso Calvani, come le fragranze che inebriano l’aria

E’ così anche nel casale, un tripudio elegante di vita, ogni oggetto è un ricordo, una città, un momento. I quadri, i piatti in bella vista, la stufa in terracotta, le lenzuola bianche e profumate, i saponi creati dallo stesso Calvani, come le fragranze che inebriano l’aria. 

Niente è troppo, niente è troppo poco. Niente è per caso anche tra le pagine di questo libro, simbolo di un raggiunto equilibrio di una vita articolata e densa che trova idealmente il suo punto di incontro in una cremosa minestra invernale, sbuffante sotto al fuoco dell’inverno.

240 pagine e 60 ricette: una dopo l’altra rappresentano l’essenza di Luca, quella che oggi si respira tra le pareti de Le Gusciane, nella sua cucina, dove ai fornelli trovi proprio lui. 

Qualche mese dopo quella telefonata andai a trovarlo al Casale e in quell’occasione mi preparò la sua minestra di pane. A portare direttamente da Prato l’ingrediente principale  – il pane, appunto –  fu l’amico fraterno Francesco Ciampi . Fuori il vento si faceva sentire e quel piatto fu in grado, in pochi minuti, di riscaldarmi l’anima. Poi andammo in sala e dal computer  scorse qualche pagina iniziale di quello che oggi è il suo primo libro ma che quel giorno era appena un sogno abbozzato di viva emozione che Luca voleva condividere con gli altri, proprio come fa ogni giorno con Alessandro a Le Gusciane, quel casale che rappresenta prima di tutto un punto di incontro.

Il casale di Luca Calvani a Camaiore – © Le Gusciane

La prima volta che Calvani vide il casale era solo un vecchio rudere ma lui provò ad aprire una finestra e in quel preciso momento si chiese: “Come sarebbe ogni mattina svegliarsi qui?”. E non servì una seconda domanda, Luca aveva già deciso. 

A Pontemazzori Calvani ha disegnato il suo posto nel mondo, quel microcosmo perfetto che culla l’anima in un abbraccio ma che le consente anche di spiccare il volo, quando serve, verso il cielo della Versilia, le vette delle Apuane o anche molto più lontano, verso uno di quegli orizzonti che per Luca Calvani non rappresentano banali punti di arrivo ma avventurose rotte di passaggio, partenze desiderate, soste agognate, pellegrinaggi di vita

Piatti che sono immagini di momenti, parole, incontri, amicizia, famiglia, amore. Ricette che sono materia di vita

In fondo anche la cucina è così. Anche questo libro lo è. Piatti che sono immagini di momenti, parole, incontri, amicizia, famiglia, amore. Ricette che sono materia di vita. E i racconti che le accompagnano sono le scene di un film vissuto davvero. Le estati in Versilia e il ricordo del sapore della cecina che era amata da suo padre  o l’avvolgente sapore dello spezzatino vegetariano preparato per la figlia Bianca che nutre, a tavola, il loro rapporto speciale. E poi la dedica alla madre Emanuela, “che bruciava sempre il sugo”, la rivisitazione del ragù  di Nonna Ottavia o i maltagliati di Nonna Dina, il profumo dell’orto, “i ricordi della guerra, le risate silenziose”. Non manca poi l’oggi,  con il tiramisù dedicato ad Alessandro, da gustare in riva al mare. 

Luca Calvani in cucina – © Le Gusciane

Ricette che sono un viaggio di vita, luoghi, persone. Londra, New York e il ristorante Tanti Baci, dove giovanissimo Calvani lavorava come cameriere o Roma e il quartiere di Trastevere che l’attore omaggia in questo libro con il millefoglie di puntarelle e la scarola ripassata con cipolla caramellata, castagne e miso. E poi c’è la Toscana, con “l’incavolata camaiorese”, la scarpaccia o l’acquacotta. E così il cibo diventa anche un ponte tra mondi, una lingua universale, un punto di contatto. 

Luca Calvani Cavoli e merende

Quanta bellezza ideale che diventa concreta di fronte ad una tavola apparecchiata, al rito del servizio, alle voci che si alternano al tintinnare dei bicchieri, al vapore che sbuffa dalle pentole diffondendo profumi senza tempo

Quanta bellezza ideale che diventa concreta di fronte ad una tavola apparecchiata, al rito del servizio, alle voci che si alternano al tintinnare dei bicchieri, al vapore che sbuffa dalle pentole diffondendo profumi senza tempo. Luca Calvani anche in questo libro ha dimostrato di essere uno splendido creatore di atmosfere, di bellezza e armonia diffusa. E’ il valore di chi ascolta, osserva, si lascia contaminare. E’ la sensibilità di chi conosce il senso di aprire le porte per condividere una parte di cammino, proprio come Calvani ha fatto a Le Gusciane.

“Mi piace pensare che questo posto sia un collettivo di intenti – scrive in Cavoli e merende” –  che quando accogliamo i nostri ospiti loro siano circondati da un bene che trascende il tempo e lo spazio, di cui noi siamo semplici custodi”.

Custodi temporanei dunque, di un luogo, un casale, una terra, di un tempo determinato in cui mettere radici, per farsi ricordare dalle persone dell’oggi e da quelle che verranno. Proprio come fa quel vecchio limone che continua a crescere quasi aggrappato al muro maestro de Le Gusciane, stretto in un abbraccio che profuma di eternità.

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