Per celebrare il giorno dell’Epifania, si è svolta lunedì 6 gennaio 2020 a Firenze la XXIV edizione della Cavalcata dei Magi. La rievocazione si rifà a un’antica tradizione fiorentina del XV secolo, la “Festa de’ Magi”, che veniva organizzata a Firenze ogni tre anni e dal 1447 ogni cinque. Il compito di organizzare la festa era affidato a una compagnia di laici detta dei Santi Re Magi o della Stella, la cui sede, per volere di Cosimo il Vecchio de’ Medici era presso il Convento di San Marco. La festa era organizzata in tre diversi cortei che si riunivano davanti al Battistero e poi in Piazza Signoria e da lì proseguivano uniti fino alla Basilica di San Marco, dove con canti e preghiere adoravano Gesù Bambino. La festa era particolarmente sfarzosa, ai cortei prendevano parte i membri della Compagnia – che erano centinaia – vestiti con abiti preziosi ed erano esibite le mercanzie più lussuose trasportare da una moltitudine di animali da soma anch’essi ricoperti di stoffe preziose.
sfoglia la galleryL’Opera di Santa Maria del Fiore dal 1997 ha voluto riprendere quest’antica tradizione organizzando, ogni anno, un solenne corteo di figuranti con in testa i Re Magi a cavallo, in sontuosi abiti di seta ispirati a quelli dell’affresco di Benozzo Gozzoli, che attraversa il centro di Firenze per arrivare in Piazza Duomo e offrire i doni al Bambino Gesù. La manifestazione si svolge, sotto gli auspici dell’Arcidiocesi e del Capitolo del Duomo, con il patrocinio del Comune di Firenze e la partecipazione dei comuni della provincia.
Come ogni anno il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, ha tenuto un discorso in cui ha sottolineato l’importanza e il significato del presepe, che è al centro della città di Firenze, davanti alla Cattedrale, dove, come tutti gli anni, è arrivata la Cavalcata dei Magi. Citando le parole di Papa Francesco nella lettera Admirabile signum: “I Magi insegnano che si può partire da molto lontano per raggiungere Cristo: sono uomini ricchi, stranieri sapienti, assetati di infinito, che partono per un lungo e pericoloso viaggio che li porta fino a Betlemme e davanti al Re Bambino li pervade una grande gioia. E poi quando saranno tornati nel loro Paese, avranno raccontato questo incontro con il Messia, inaugurando il viaggio del Vangelo tra i popoli… Cari fratelli e sorelle il presepe fa parte del dolce ed esigente processo di trasmissione della fede”.