Per passione, talvolta per tradizione familiare, sono sempre di più le donne a “firmare“ i carri di prima e seconda categoria, le mascherate in gruppo e le maschere isolate del Carnevale di Viareggio. Una presenza discreta ma sempre più numerosa come dimostra il cartellone di appuntamenti della 150esima edizione della manifestazione viareggina.
Ci sono nomi come quello di Corinne Roger fondatrice della Compagnia del Carnevale con il marito Gilbert Lebigre. Oggi la donna porta avanti questa tradizione insieme ai figli e per il 150esimo hanno proposto il carro di prima categoria “Ridi Pagliaccio“. Silvia Cirri lavora da anni con il marito Umberto Cinquini, insieme a Stefano e Michele Cinquini. Il suo tocco d’artista, lei si occupa della pittura, caratterizza anche il carro di prima categoria “Evoluzione della specie”, presentato nei giorni scorsi.
Valentina Galli, una tradizione di famiglia
Valentina Galli è una delle eredi più celebri del Carnevale di Viareggio. Con il padre Fabrizio Galli quest’anno ha proposto il carro di prima categoria “Pianeta 2.0”, che rende omaggio alla tradizione di famiglia. Ha provato l’emozione di plasmare il Burlamacco seguendo le orme del nonno Renato.
“Burlamacco è un pezzo di casa, mio nonno aveva realizzato questa figura simbolo del Carnevale di Viareggio per il centenario. Burlamacco fa parte della storia della nostra famiglia. Questa figura catalizzò l’attenzione di Uberto Bonetti che la definì la perfetta rappresentazione tridimensionale del Burlamacco che aveva disegnato” racconta Valentina Galli.
“Per i 150 abbiamo fatto questa scelta molto tradizionalista e molto sentita: non solo a livello estetico ma anche di sentimento” prosegue. Così Burlamacco è tornato a sfilare sui viali a mare a distanza di mezzo secolo sempre nel segno della famiglia Galli. Un ritorno alla storia del Carnevale di Viareggio.
Per Valentina la Cittadella è sempre stata una seconda casa “ma a dicembre e gennaio è anche la prima casa -scherza-. Ho cominciato a lavorare con mio padre dopo essere uscita dall’accademia a 26 anni ma già prima avevo imparato a fare l’impastino e la cartapesta. Sono entrata in bottega da garzone oggi sono il braccio destro del mio papà. Siamo quasi uguali anche se lui ha un’esperienza enorme e per quanto ho il mestiere in mano, non ho le malizie di mio padre per i movimenti delle strutture pesanti. Deve insegnarmi ancora un po’ di cose…” conclude. Intanto in famiglia avanzano le nuove leve: la figlia Matilde già frequenta il gruppo delle maschere.
Marzia Etna, veterana del Carnevale
Marzia Etna è una delle veterane e quest’anno con il figlio Matteo Lamanuzzi si è cimentata nel carro di seconda categoria dal titolo “Il lato oscuro”. “La mia è una gavetta un po’ lunga: ho cominciato nel 1986 con una maschera isolata, l’anno successivo sono passata alla mascherata in gruppo di otto elementi. Nel 2020 sono approdata ai carri di seconda categoria e il carro l’ho realizzato con mio figlio e mio marito che invece si occupa della carpenteria” sottolinea la carrista. Si può dire che il figlio Matteo, nato a metà febbraio, sia nato con il Carnevale: Marzia Etna era incinta e modellava e colorata le maschere pochi giorni prima del parto.
Marzia, come già per le mascherate, ha cercato di dare il suo tocco sul carro: “è un bellissimo lavoro: quello che disegni su un foglio lo riporti in formato tridimensionale, ti viene fuori quello che avevi in testa” sottolinea.
Priscilla Borri, dalla Bonino a Musk
Tra i molti lavori realizzati Borri ricorda il carro intitolato “Freedom“: omaggio a Emma Bonino e all’attività politica e sociale a favore delle donne, rappresentate da tante farfalle. Ancora “Be the change” dove a essere celebrato è stato l’impegno della scienziata Rita Levi Montalcini, donna forte ed ebrea negli anni difficili dei regimi totalitari.
Nelle opere di Priscilla Borri c’è sempre un riferimento preciso alla storia dell’arte, alle radici della sua formazione. Sull’avanzata delle donne in Cittadella commenta: “il Carnevale dà il giusto peso a chi lo deve avere“. Un invito insomma a seguire le proprie aspirazioni senza dimenticare di dimostrarsi all’altezza del compito a cui si è chiamati.
Tra le donne carriste quest’anno protagoniste dei festeggiamenti per i 150 anni del Carnevale di Viareggio Vania Fornaciari: insieme al marito Roberto De Leo e alla loro figlia Viola hanno ideato la mascherata in gruppo “Reeflettiamo”. Maria Chiara Franceschini e Giampiero Ghiselli hanno presentato la mascherata in gruppo dal titolo “La leggerezza dell’essere”.
E ancora a sfilare sui viali a mare Serena Mazzolini che firma tra le maschere isolate “The Rocky Horror Pillon show”, Federica Bonetti “Come potrebbe tornare bella, scomparso l’uomo, la terra” e Susanna Carofiglio “150 e non sentirli“.