L’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze è il miglior ospedale in Italia come livello di qualità per l’area cardiovascolare. A dirlo è la classifica che arriva dal programma nazionale esiti 2023 (Pne) dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), sulla base di vari indicatori. Una griglia di valutazione che ha permesso di tracciare la mappa delle migliori strutture in Italia per area di intervento.
Sei indicatori per valutare la qualità delle cure
L’area cardiovascolare è valutata attraverso 6 indicatori ed è applicata una soglia di volume per struttura per il bypass aorto-coronarico di almeno 360 interventi negli ultimi due anni. Laddove la soglia non venga raggiunta, l’indicatore è valutato come di qualità molto bassa indipendentemente dall’esito. Sul totale di 562 strutture che sono valutate in quest’area, sono solo 55 le strutture con tutti e sei gli indicatori calcolabili.
Di queste, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze è l’unica struttura che raggiunge un livello di qualità molto alto, mentre altre 17 strutture raggiungono invece un livello di qualità alto.
A Careggi molti interventi e bassa mortalità
“Le analisi rigorose sulle attività eseguite dall’ Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali – commenta la direttrice generale dell’Aou Careggi, Daniela Matarrese – rappresentano un riconoscimento istituzionale dell’alto livello assistenziale della nostra Azienda, quale riferimento del Servizio Sanitario della Toscana, ne è un esempio, fra i tanti, il dato sulla mortalità per interventi alle valvole cardiache che risulta poco superiore all’1% rispetto ai 1.289 pazienti trattati nel biennio 2021- 2022″.
“Questi dati, raggiunti con il contributo di tutta l’Azienda – spiega Matarrese – derivano da ottimi risultati in vari ambiti, tutti interventi e condizioni cliniche in cui Careggi concentra casistiche fra le più numerose a livello nazionale con la bassa mortalità per infarto miocardico acuto e l’alta percentuale di pazienti trattati con angioplastica percutanea entro 90 minuti, a questi si aggiunge la bassa mortalità nei pazienti ricoverati con scompenso cardiaco, la bassa mortalità per interventi di bay-pass ortocoronarico, la bassa mortalità negli interventi di sostituzione di valvole cardiache e nella riparazione degli aneurismi della aorta addominale”.