Negli ultimi tre anni sono stati quindici i laureati tra coloro che stanno scontando una pena in carcere. Un risultato eccezionale, tra i migliori degli ultimi anni da quanto esiste l’accordo triennale per le attività del Polo Universitario Penitenziario della Toscana.
Questa opportunità, avviata in Toscana da oltre venti anni, si rinnova e si potenzia: un nuovo patto è stato sottoscritto a Palazzo Strozzi Sacrati, presso la presidenza della Regione Toscana. Potrà così proseguire la collaborazione tra Regione, Università toscane: Atenei di Firenze, Pisa, Siena e Università per stranieri di Siena e Prap (Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria). La Regione destinerà alle attività del polo un contributo di 120.000 euro.
Garantire il diritto allo studio
“La firma di oggi – ha commentato il presidente Giani – dà sostanza a un diritto fondamentale, il diritto allo studio, consentendo di poter raggiungere il diploma di laurea anche se si è detenuti. E’ quindi un accordo che riprende in pieno lo spirito della Costituzione italiana. Inoltre questa firma esprime una volta di più la capacità di collaborazione fra la Regione, le Università e l’istituzione carceraria: istituzioni diverse che, con il Polo penitenziario, diventano un soggetto unitario”.
“Mi preme sottolineare l’importanza di questa intesa sotto il profilo sociale – aggiunge l’assessora regionale alle politiche sociali Serena Spinelli – Grazie alle opportunità offerte dal polo universitario penitenziario, infatti, si possono aprire per il detenuto di oggi nuovi orizzonti di possibilità per il domani, quando avrà terminato di scontare la sua pena. Avere questa prospettiva alimenta di gran lunga le possibilità di reinserimento sociale. Un impegno che si rinnova, dando continuità e rafforzando le attività”.
Alla firma presenti i rettori delle università toscane: Alessandra Petrucci per l’Università degli Studi di Firenze, Tomaso Montanari per l’Università per Stranieri di Siena, Riccardo Zucchi per l’ Università degli Studi di Pisa, e infine Gianluca Navone, come delegato del Rettore Roberto Di Pietra, Università degli Studi di Siena, e per il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per la Toscana e l’Umbria Pierpaolo D’Andria. Presente alla firma anche il Garante dei Diritti dei Detenuti della Toscana Giuseppe Fanfani.
Il bilancio del Polo Universitario penitenziario
I corsi universitari sono destinati ai detenuti e ai soggetti in esecuzione penale esterna in possesso dei requisiti previsti. I numeri degli ultimi tre anni si sono rivelati lusinghieri per il Polo universitario penitenziario: nonostante le limitazioni imposte dal periodo di emergenza sanitaria, gli immatricolati sono stati oltre 400, con un record di 151 nell’anno accademico 2020-2021. Il trend di partecipazione è in costante crescita.
Scienze politiche, studi umanistici e formazione sono i più richiesti dagli studenti. Negli ultimi anni registrato un incremento anche nelle discipline economiche e nelle scienze naturali, fisiche e matematiche. Complessivamente nell’ultimo triennio gli studenti hanno sostenuto quasi 850 esami (record di 259 nel 2021) mentre 15 sono stati i laureati, 6 a Firenze e Siena e 3 a Pisa.
Le novità previste nel nuovo accordo
L’esperienza dell’Università per i detenuti è partita a Firenze nel 2000, poi nel 2003 si è allargata Pisa e Siena. Nel 2010 le tre Università si sono consorziate, con il supporto della Regione. Infine nell’ottobre 2017 è stato firmato l’accordo di collaborazione tra il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, la Regione Toscana e le Università.
Tra le novità del nuovo schema di accordo rinnovato l’impegno a promuovere la creazione di sale studio e luoghi funzionali ai colloqui con gli studenti negli istituti. Si punta inoltre a sviluppare un polo bibliotecario universitario che, avvalendosi anche della rete delle biblioteche, promuova la lettura in carcere e valorizzi le competenze di ricerca informativa.
Il rapporto tra università e studenti detenuti
Ogni singola Università organizza e gestisce in autonomia i propri percorsi formativi. Una segreteria regionale, che ha sede presso l’Università di Firenze, svolge un ruolo di coordinamento e supporto. Le Università garantiscono la didattica per tutti i corsi di studio attivati, compatibilmente con le risorse logistiche offerte dai singoli istituti penitenziari. Viene impegnato personale docente e amministrativo secondo le necessita e adottando metodiche formative flessibili.