L’Italia dopo Ferragosto sembra spaccata a metà: da un lato picchi di caldo che arrivano a superare i 40 gradi, dall’altro trombe d’aria e nubifragi. Abbiamo assistito, a distanza di pochi giorni, a incendi, frane e allagamenti, come è successo a Firenze e nei comuni limitrofi la sera del 15 agosto. Una violenta e inaspettata pioggia ha costretto a rinviare anche il tradizionale Palio dell’Assunta a Siena. Insomma, gli effetti del cambiamento climatico si fanno sentire e minacciano la salute dell’intero pianeta.
La sfida più importante per noi, oggi, è quella di impedire che la situazione peggiori: ognuno può contribuire a limitare i danni all’ambiente, risparmiando energia, utilizzando mezzi pubblici ed evitando gli sprechi. Viviamo in una società in cui è diventata un’abitudine comprare e gettare prodotti senza pensare al fattore inquinamento, quando invece dovremmo abbracciare la filosofia delle 3 R (Reduce-Reuse-Recycle), ovvero “riduci, riusa e ricicla”.
Proprio da questi valori nasce Lillero, un’associazione attiva da gennaio 2019 nel territorio di Capannori che ha uno scopo ben preciso: costruire un mondo più sostenibile attraverso l’economia circolare, incentivando le persone a dare nuova vita agli oggetti. Tutto questo avviene in un vero negozio di baratto in cui l’unica “moneta” accettata è, appunto, il lillero.
Come nasce l’idea e come funziona Lillero
La sede di Lillero, situata nella frazione di Parezzana, non vuol essere un classico spazio di compravendita, al contrario, propone una modalità diversa e alternativa di scambio che abolisce i contanti.
“Da Lillero, le persone possono portare oggetti per la casa, vestiti, libri – ci racconta Valentina Noviello, volontaria dell’associazione –. A questi articoli viene dato un valore in Lilleri, la moneta di scambio; il donatore ne disporrà di un numero equivalente, spendibile quando desidera all’interno del locale”.
E qui la scelta è vastissima, dall’abbigliamento agli utensili, dai soprammobili ai peluche. “Al piano terra di Lillero troviamo giochi per bambini, oggetti per la cucina, romanzi, fumetti e addirittura manuali e libri di testo. Al piano superiore c’è l’abbigliamento per donna, uomo e bambini. È tutto diviso in settori come se fosse un negozio, ci sono anche camerini in cui si possono provare i capi“.
Qui si può portare (quasi) qualsiasi cosa, a patto che sia in buono stato. “Non accettiamo prodotti molto vecchi, malandati o rotti; devono essere riutilizzabili e acquistabili. Per questo insegniamo ai nostri clienti ad avere cura delle cose“.
Perché “Lillero”?
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Il nome del progetto deriva dal famoso proverbio toscano “senza lilleri… non si lallera” che potrebbe essere tradotto come “senza soldi non si può fare niente”. Lillero recupera e smentisce questo modo di dire, dimostrando che anche senza spiccioli si “lallera”.
Volontariato e nuove amicizie
“Attualmente i volontari di Lillero sono una cinquantina – conclude Valentina – ma siamo sempre alla ricerca di nuovi collaboratori. Chi condivide i nostri principi e chi è interessato a unirsi al nostro gruppo può contattarci.
Perché oltre al baratto, Lillero è molto di più. È un luogo in cui le persone si ritrovano e in cui nascono nuove amicizie. L’associazione, inoltre, organizza molti eventi e iniziative che coinvolgono tutta la comunità e che promuovono la cultura del riuso. Siamo parte attiva del territorio“.
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