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Cancro: premiato un progetto di ricerca dell’Aou pisana cofinanziato dalla Regione Toscana

La Regione Toscana ha investito 300 mila euro con lo scopo di incentivare la realizzazione di progetti scientifici eccellenti sul tema della ricerca oncologica

Ricerca

Il progetto “Anemome – The ANswers within the microEnvironment Mpm resistance: to Old and NEw drugs” a cui partecipa, in qualità di partner, l’Azienda ospedaliero-universitaria pisana con la responsabilità scientifica della dottoressa Chiara Romei, è tra i 20 progetti vincitori della call transnazionale 2021 “Next generation cancer immunotherapy: targeting the tumor microenvironment”, lanciata nell’ambito del progetto Eranet cofund, denominato Transcan-3, di cui la Regione Toscana è cofinanziatrice.

La Regione partecipa, in qualità di Funding Agency, al consorzio “Transcan-3 Sustained collaboration of national and regional programmes in cancer research”.

A sostegno di questa iniziativa, la Toscana ha investito, infatti, 300.000 euro, con lo scopo di incentivare la realizzazione di progetti scientifici eccellenti sul tema della ricerca oncologica.

I fondi sono destinati alle aziende e agli enti del servizio sanitario regionale e a enti di ricerca toscani, appartenenti a partenariati internazionali, partecipanti alla call.

“E’ un importante risultato che testimonia l’eccellenza della ricerca sul cancro in Toscana, che vanta anche una lunga tradizione di significative attività di screening e prevenzione oncologica – commenta l’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini –. Mi congratulo con le ricercatrici e i ricercatori dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana per il prestigioso riconoscimento, che rende onore all’intero sistema sanitario regionale e che colloca la Toscana tra le realtà europee più all’avanguardia nell’ambito della ricerca e dell’innovazione”.

Il progetto Anemone

Finanziato con 1,2 milioni di euro, il progetto Anemone indaga sul mesotelioma pleurico, un tumore intratoracico raro, con un’incidenza in crescita e con prognosi sfavorevole. Il più importante fattore di rischio è l’esposizione ad asbesto che porta a una risposta immunitaria prolungata, rendendo il mesotelioma pleurico un candidato per approcci immunoterapici.

E’ stato dimostrato che alcuni “interruttori molecolari” (checkpoint immunitari) che regolano la risposta delle cellule immunitarie presenti nel microambiente tumorale, giocano un ruolo importantissimo anche in questa neoplasia. Infatti, negli ultimi anni l’immunoterapia basata sugli inibitori dei checkpoint immunitari (ici) è risultata molto efficace nel trattamento di alcuni tumori prima incurabili, ma sembra funzionare solo in un limitato numero di pazienti.

La sfida del progetto Anemone è proprio quella di comprendere quali fattori siano responsabili di questa variabilità di risposta, procedendo alla identificazione di biomarcatori predittivi di adeguata risposta all’immunoterapia.

L’Azienda ospedaliero pisana, con la dottoressa Romei, è responsabile del pacchetto progettuale che si occupa di analisi di radiomica e risonanza magnetica.

Coordina il consorzio di ricerca la professoressa Fiorella Calabrese dell’Università di Padova – Dipartimento di Scienze Cardio-Toraco-Vascolari e Sanità Pubblica e vi partecipano, oltre all’Aou pisana, il Portogallo con l’Università di Coimbra, la Lettonia con l’Università di Riga.

 

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