“Se resto sul lido, se sciolgo le vele infido, crudele mi sento chiamar” sono stati scelti i versi della Didone abbandonata di Pietro Metastasio per introdurre la nuova stagione concertistica della Camerata Strumentale di Prato.
Il Teatro Metastasio, per celebrare i sessant’anni dalla riapertura dopo il lungo restauro, ha rivolto alla Camerata l’invito a rendere omaggio al grande poeta settecentesco attraverso i maestri che, lungo tutto un secolo, hanno intonato i suoi versi esemplari, da Vivaldi a Mozart.
Nel programma 2024/2025 ci sarà dunque spazio per un “Metastasio al Metastasio” e a guidare la Camerata sarà Michele Gamba, giovane direttore d’orchestra già da tempo avviato a una folgorante carriera.
Per sottolineare l’importanza dell’arrivo al Palazzo della Musica del patrimonio di documenti, libri e partiture di ICAMus (The International Center for American Music) l’orchestra poterà gli ascoltatori negli Stati Uniti, con due capolavori firmati da Aaron Copland e da Samuel Barber, messi a confronto con Puccini e Respighi.
Il viaggio più avventuroso sarà quello verso una prima esecuzione italiana, il nuovissimo lavoro per violino e orchestra d’archi della compositrice lituana Žibuoklė Martinaitytė, ispirato dalla spiritualità buddhista, che Hugo Ticciati metterà a confronto con la grandiosa Sinfonia n. 1 di Brahms.
Tra gli appuntamenti più interessanti anche due omaggi a Dimitri Šostakovič nel cinquantesimo anniversario dalla scomparsa di questo gigante del Novecento. La stagione si chiuderà con un vero poeta del pianoforte Giuseppe Guarrera che interpreterà il Secondo Concerto del compositore russo.
Il programma dei concerti
La stagione prende il via giovedì 14 novembre con il concerto inaugurale in coproduzione con 49° Cantiere Internazionale d’Arte. El Retablo de Maese Pedro («Il teatrino dei burattini di mastro Pedro») di Manuel De Falla si ispira a un episodio del Don Chisciotte di Cervantes, capolavoro della letteratura universale, e alla passione per il teatro di burattini di Federico García Lorca, grande amico del compositore spagnolo. La scrittura musicale è affidata a soli sette esecutori, coi quali Stravinskij inventa una tavolozza timbrica totalmente innovativa rispetto alla strumentazione classica, ispirandosi al jazz e alla musica d’uso, rigenerati con fantasia ritmica di geniale modernità.
L’esecuzione è affidata al giovane direttore Michele Gamba, reduce da importanti impegni alla Scala di Milano, ospite per la prima volta nel cartellone della Camerata. La voce di Francesco Bolo Rossini, attore dotato di grande sensibilità musicale, darà vita a tutti i personaggi della «storia da leggere, recitare e danzare» di Igor Stravinskij.
Domenica 17 novembre al Teatro Metastasio si tiene la Celebrazione del 60° anniversario della riapertura con “Sogni e favole io fingo… Sogno della mia vita è il corso intero“, un omaggio a Pietro Metastasio. Coi suoi melodrammi Pietro Metastasio forgiò nella prima metà del Settecento un paradigma capace di imporsi immediatamente come sintesi perfetta fra poesia e musica. I suoi versi, intonati per più d’un secolo da tutti i compositori di teatro musicale, fecero della lingua italiana l’idioma della musica e degli affetti condiviso in ogni angolo d’Europa, da Londra a San Pietroburgo, da Madrid a Dresda.
Il concerto propone un percorso che dai più celebri compositori della prima metà del Settecento, Vivaldi, Haendel, Pergolesi, muove verso il gusto neoclassico rappresentato da Gluck e Paisiello e culmina nella seconda metà del secolo con l’arte di Mozart.
Le voci di due specialisti della musica settecentesca quali il soprano Silvia Frigato e il controtenore Filippo Mineccia saranno guidate dalla competenza stilistica di un direttore d’orchestra pratese, Simone Ori, che è cresciuto nella propria consapevolezza artistica collaborando con la Camerata strumentale, con la quale ha da sempre un rapporto privilegiato.
Giovedì 28 novembre il programma è affidato a uno specialista come Diego Dini Ciacci, oboista e direttore d’orchestra, ed è concepito come una vetrina per i fiati della Camerata. Allinea tre capolavori del repertorio, partendo dalla misteriosa Serenata in do minore di Mozart, composta a Vienna nel luglio del 1782, velata di inquietudini e di una severità totalmente estranea alle consuetudini della musica d’intrattenimento tanto praticata da Mozart a Salisburgo.
La Piccola Sinfonia per strumenti a fiato di Gounod è un lavoro composto nel 1885 che segue i modelli mozartiani e brilla di una grazia melodica felice. Il concerto si chiude con la Serenata op. 44 di Antonín Dvořák, composta nel 1878, una delle sue partiture più ispirate e delicate, dove il modello mozartiano è filtrato attraverso la lezione di Brahms e si nutre di affascinanti suggestioni melodiche boeme.
Giovedì 12 dicembre il programma diretto da Jonathan Webb intende omaggiare la recente acquisizione del fondo di documentazione sulla musica americana ICAMus da parte del Palazzo della Musica. Due emblemi della musica americana, Aaron Copland e Samuel Barber, sono posti a confronto con i toscani Puccini e Respighi. Il celebre Balletto che Copland compose nel 1945 per Martha Graham, Appalachian Spring, viene proposto nella versione originale per piccolo organico. Il sogno lontano di un’estate infantile, evocata da Barber in Knoxville, Summer 1915 sui versi autobiografici di James Agee, rivive nella voce di Rachael Stellacci, interprete anche del Tramonto, felice incontro di Respighi con la poesia di Shelley.
Giovedì 16 gennaio il direttore e violinista Hugo Ticciati torna a suonare e a dirigere la Camerata per un altro capitolo dell’integrale sinfonica di Brahms. La monumentale Prima Sinfonia, con il manifesto omaggio a Beethoven di chi era stato predestinato a rilevarne l’eredità, dialoga con un lavoro nuovissimo, che presentiamo in prima italiana e seconda esecuzione assoluta. È una partitura per violino ed archi della compositrice lituana, newyorkese d’adozione, Žibuoklė Martinaitytė. La sua visione spirituale della musica è già rivelata nel titolo, Ekaggatā, termine mutuato dal pensiero buddhista ed equivalente a “concentrazione della mente”.
Martedì 25 febbraio il tema conduttore del programma affidato a Jonathan Webb, da dieci anni direttore musicale della Camerata, può essere individuato nell’amicizia. A dispetto delle lacerazioni prodotte dalla storia, Britten e Šostakovič, due dei massimi protagonisti del Novecento musicale, strinsero un sodalizio umano e artistico fondato sulla profonda ammirazione reciproca e su affetto autentico. saranno accostati con due partiture di bellezza suprema quali la Serenade op. 31 e la Sinfonia da camera op. 110a , il modo migliore per celebrare i cinquant’anni dalla scomparsa di Dmitri Šostakovič, avvenuta a Mosca il 9 agosto del 1975.
Lunedì 24 marzo si tiene “For a while… profumo di Violetta” che rinnova la bella consuetudine delle collaborazioni fra Camerata e Metastasio Jazz. Il concerto è un viaggio nella storia dell’opera, da Purcell a Puccini, che Gianluigi Trovesi e Corrado Guarino percorrono esaltando di volta in volta le risonanze popolari, mediterranee, bandistiche o classiche di un repertorio che è parte della nostra storia. La rilettura attraverso le lenti del jazz, della danza e dell’improvvisazione ne esalta l’attualità e le molteplici, trascinanti connessioni con altri mondi musicali.
Giovedì 10 aprile a un anno di distanza dal suo trionfale concerto di debutto con la Camerata, Antje Weithaas torna al Politeama per suonare e dirigere due capolavori amatissimi di Beethoven, capisaldi del repertorio. Contigui nella genesi (tra autunno e inverno del 1806) così come nel numero d’opus (60 e 61) la Quarta Sinfonia e il Concerto per violino in re maggiore ci mostrano il volto più sereno e apollineo di Beethoven, vitalistico e positivo nella prima, lirico e pacificato nel secondo. Musica che è puro balsamo per l’anima.
La stagione della Camerata Strumentale di Prato si chiude giovedì 8 maggio affrontando con la guida di Jonathan Webb, il quinto capitolo del progetto dedicato alle sette Sinfonie di Jean Sibelius. In programma figura la partitura forse più ardua e sperimentale della serie, la Quarta, composta fra il 1909 e il 1911 e percorsa dalle sensazioni scaturite da un’escursione nei paesaggi estremi di Koli, la montagna della Karelia, e dai «sospiri dei suoi venti e il ruggito delle sue tempeste». La seconda parte allinea due magnifiche partiture russe, col Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra di Šostakovič come ulteriore omaggio al compositore nel 50° anniversario dalla morte.