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Calcio, il Livorno è tornato tra i professionisti: festa amaranto, fine dell’incubo

A quattro anni di distanza, il Livorno ritrova il professionismo e fa esplodere la gioia di una città intera

È domenica 6 aprile, le 16.57. A Terranuova Bracciolini l’arbitro fischia la fine. Sul tabellone c’è scritto 1-1, ma quel pareggio per il Livorno vale quanto una vittoria. Anzi, molto di più: vale un sogno che si realizza, un calvario che finisce, una storia che ricomincia. Il Livorno è di nuovo in Serie C. Quattro anni dopo l’ultima volta tra i professionisti, gli amaranto possono finalmente alzare le braccia al cielo. Sugli spalti del “Matteini” ci sono ottocento tifosi in estasi, in città esplode la festa: la squadra di Paolo Indiani ha scritto la parola fine su un incubo lungo e faticoso.

Il ritorno in C: una promozione mai in discussione

Con quattro giornate di anticipo e quattordici punti di vantaggio sulla seconda in classifica, il Livorno conquista aritmeticamente la vittoria del girone E di Serie D. Una cavalcata iniziata ad agosto e condotta con autorità fino a oggi, figlia del lavoro meticoloso di un allenatore esperto – Paolo Indiani, alla sua undicesima promozione – e di una società che ha saputo rialzarsi dopo il punto più basso della sua lunga storia.

Esciua e Luci, i simboli di una rinascita

Nel giorno della festa, i nomi da ricordare sono tanti, ma due su tutti restano impressi: Joel Esciua e Andrea Luci. Il primo, imprenditore brasiliano e operatore nell’alta finanza, è alla guida del club dal 2023: ha messo nero su bianco l’obiettivo di riportare il Livorno in Serie B entro il 2027 e, intanto, ha conquistato il primo gradino. Il secondo è il cuore pulsante di questa squadra: capitano, leader, simbolo. Luci, a 40 anni, ha riportato “il suo” Livorno tra i professionisti. Aveva vissuto la Serie A, ha accettato di scendere nei dilettanti pur di aiutare la rinascita della squadra. Un gesto che va oltre il calcio.

Dall’inferno all’apoteosi: il lungo viaggio degli amaranto

Per capire cosa significhi davvero questo ritorno in Serie C bisogna fare un passo indietro. Nel 2021 il Livorno tocca il fondo: retrocessione in C, esclusione dai campionati, fallimento. Poi, la rifondazione sotto la guida di Paolo Toccafondi e l’ammissione in Eccellenza. Quella che doveva essere una formalità si trasforma invece in un percorso a ostacoli: sconfitta nei playoff, solo un illecito del Figline permette agli amaranto di salire in D. Ma anche in Serie D il cammino è più tortuoso del previsto. Due stagioni di sofferenza, playoff persi, cambi di guida tecnica e dirigenziale.

Indiani al timone, la svolta

La vera svolta arriva nell’estate del 2023, quando Joel Esciua affida la panchina a Paolo Indiani. Da lì inizia un nuovo capitolo. Il Livorno costruisce una rosa di spessore: arrivano uomini chiave come Hamlili, Dionisi, Risaliti, Russo. L’inizio è positivo ma non travolgente, poi la partita-simbolo: la clamorosa rimonta col Grosseto, sotto 0-2 e vittoriosi 5-2, che cambia volto alla stagione. Un’altra pietra miliare? Il blitz al Franchi di Siena, nel derby vinto che spalanca la porta del primato.

Da quel momento in poi, il Livorno prende il largo. Le difficoltà – l’infortunio di Capparella, la pesante sconfitta col Ghiviborgo, la caduta con il Poggibonsi – non scalfiscono un cammino da capolista. Anzi, rafforzano la consapevolezza. La vittoria a Seravezza consegna il primo match point, trasformato con freddezza a Terranuova.

Il plauso delle istituzioni

Non solo i tifosi. Anche le istituzioni celebrano il ritorno del Livorno in Serie C. Per il presidente del Consiglio regionale Antonio MazzeoC’è grande ​soddisfazione per la promozione del Livorno Calcio in Serie C. Questo traguardo non solo restituisce al club il posto che merita nel calcio professionistico, ma rappresenta anche un momento di grande rilevanza per l’intero panorama calcistico toscano.​ Il ritorno tra i professionisti è il giusto riconoscimento per l’impegno e la passione di tutti coloro che hanno lavorato per questo obiettivo.​ Un plauso particolare va all’allenatore certaldese Paolo Indiani, autentico ‘mago’ delle promozioni”, mentre il consigliere Francesco Gazzetti sottolinea l’abbraccio spontaneo della città e annuncia un riconoscimento ufficiale alla società per i 110 anni dalla fondazione: “Si tratta di un’impresa sportiva che merita di essere evidenziata anche dal Consiglio regionale. Ecco perché voglio ringraziare il presidente Mazzeo e tutto l’Ufficio di presidenza che aveva già accolto una mia richiesta di concedere un riconoscimento alla società amaranto per il suo 110esimo compleanno. Un premio che adesso servirà anche per festeggiare la conquista della promozione e che dunque renderà ancora più bello e significativo questo momento”. Il presidente della Regione Eugenio Giani saluta la promozione “Quattro anni fa iniziò la ricostituzione del club ed oggi applaudiamo il ritorno della squadra che rappresenta la città di Livorno nel calcio professionistico. È la prima squadra toscana, tra quelle che partecipano a campionati nazionali, a festeggiare il salto di categoria. L’augurio è che questo sia solo il primo gradino verso il rientro in categorie più consone al prestigio e alla storia del Livorno”.

Un nuovo inizio

E allora sì, oggi quel pareggio profuma di rinascita. È la fine dell’incubo, ma anche l’inizio di un nuovo sogno. Perché per Livorno, città di mare, di passioni, di orgoglio, il calcio è molto più di un gioco. È identità. E ora che la squadra è tornata nel calcio professionistico, la speranza è che il viaggio continui, con lo stesso spirito, la stessa determinazione, la stessa voglia di riscatto.

 

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