Un bunker ucraino nel cuore di Firenze, sotto il Teatro della Pergola . A un anno esatto dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia il 24 febbraio 2022, Stefano Massini, scrittore e raccontastorie fiorentino, ha sentito l’urgenza di un lavoro che sia innanzitutto un potente atto politico, per far provare, grazie al suo lavoro, cosa significhi sopravvivere oggi, a Kiev, sotto le bombe.
A partire dal 6 marzo, alle 18:45, debutta quindi a Firenze con Bunker Kiev, una “azione drammatica” rigorosamente riservata a sole 30 persone alla volta, che eccezionalmente verranno condotte nei sotterranei del Teatro della Pergola, fino a raggiungere uno spazio ristretto e semibuio , un luogo, grazie anche all’ambiente sonoro a cura di Andrea Baggio, assimilabile ai 4984 bunker di Kiev in cui gli ucraini si rifugiano dai missili russi. II brano musicale finale è composto ed eseguito per l’occasione da Piero Pelù.
Dopo le prime performance, in un’ideale staffetta teatrale e testimoniale, Massini consegnerà il testo nelle mani di altri interpreti, anche della società civile, nell’ottica del Teatro della Toscana di assumere un fondamentale impegno sociale, innanzitutto verso le nuove generazioni. Essere motore della partecipazione critica agli eventi della società è forse una delle funzioni più alte e importanti del teatro, che diviene testimone della storia.
Bunker Kiev è un progetto speciale del Teatro della Toscana per sostenere gli ospedali pediatrici di Kiev e di Mariupol, il cui Teatro Drama è stato squarciato dai bombardamenti durante la prima grande battaglia della guerra in Ucraina, nonostante nel cortile fosse stata dipinta la scritta “bambini”
Dalle testimonianze vere, riferite non solo negli articoli di giornale o nei video, ma anche nei messaggi social e blog di chi sta vivendo l’esperienza dei bunker, Massini ha tratto una drammaturgia potente e spietata capace di far rivivere alle persone l’esperienza di simili rifugi .
E questo per la Pergola non è teatro, è storia. Dopo l’8 settembre 1943, con Firenze occupata dai nazisti, l’edificio teatrale non solo rimase aperto, ma alle sue naturali funzioni aggiunse anche quelle di rifugio antiaereo per gli abitanti del centro storico. Durante Il passaggio del fronte a Firenze, il cosiddetto “periodo d’emergenza” dell’estate 1944, il Teatro era normalmente chiuso al pubblico, ma non ai suoi “abitanti”, a cui si aggiunsero anche alcune famiglie che vivevano nei pressi dei ponti distrutti dai tedeschi per rallentare il passaggio degli alleati.