Offese e parole di scherno, bisbigliate in aula o scritte in forma anonima con un messaggio. Esclusione dalla chat di gruppo o da un’uscita dopo la scuola. Spintoni, furto del telefono e addirittura estorsione di denaro. Sono solo alcune delle forme che possono assumere il bullismo e il suo equivalente digitale, il cyberbullismo, che tra i giovani sono ormai un’emergenza anche in Toscana.
Se dopo la pandemia sono diminuiti gli episodi dal vivo, sono però aumentati quelli online: i dati del progetto Elisa, un monitoraggio che ha coinvolto quasi 9mila studenti di 35 scuole superiori toscane, mostrano che uno studente su quattro (il 26,9%) nell’anno 2022-2023 è stato vittima di atti di bullismo, il 21,5% in modo occasionale e il 5,4% in maniera sistematica.
Cyberbullismo in crescita: quando la violenza è digitale
Secondo l’indagine Edit dell’Agenzia regionale di sanità della Toscana nel 2022 il 16% dei giovani tra i 14 e i 19 anni ha subito bullismo, in calo quindi rispetto al 23% del 2018 ma il cyberbullismo è cresciuto, anche per un maggior utilizzo delle nuove tecnologie, passando dal 25,2% al 36,5%, una percentuale che sale fino al 44,6% per le ragazze. Una quota importante delle vittime viene presa di mira per l’appartenza etnica, l’orientamento sessuale e la disabilità.
Nel caso del bullismo dal vivo la violenza assume le forme delle prese in giro, degli insulti e dell’esclusione dal gruppo tra le adolescenti mentre tra i loro coetanei maschi è più alto il numero delle aggressioni, delle minacce e anche del furto di oggetti. Il cyberbullismo invece riguarda soprattutto l’invio di messaggi spiacevoli in chat o via mail, ma anche diffamazione ed esclusione dal gruppo attraverso i social network. E con i migliaia di ragazzi che anche in Toscana soffrono di ansia da social e sono dipendenti dagli smartphone questo fenomeno è destinato a crescere.
Che il bullo si presenti in carne e ossa o che si nasconda dietro una tastiera, colpirà maggiormente i più piccoli: secondo i dati del monitoraggio nazionale Hbsc Italia 2022 sia gli atti di bullismo a scuola che quelli di cyberbullismo sono più frequenti nella fascia dagli 11 ai 13 anni e si attenuano crescendo.
Il 18% dei ragazzi ha fatto il bullo almeno una volta
Ma chi sono i bulli? Non così pochi. “Il 18% è la percentuale del cosiddetto bullismo ‘agito’, ovvero sono quei ragazzi che ci dicono di aver perpretato tali comportamenti nei confronti di altri: di questo 18%, il 15% lo ha fatto in modo occasionale, il 3% con modalità sistematiche. Sono dati che fanno riflettere” commenta la professoressa Annalaura Nocentini, docente di psicologia dello sviluppo e dell’educazione dell’Università di Firenze, che insieme al Ministero dell’Istruzione ha realizzato il monitoraggio Elisa sul bullismo in Toscana.
I numeri della Toscana sono in linea con la media nazionale e fanno riflettere su un fenomeno che coinvolge sempre più ragazzi e ancora più ragazze, per combattere il quale la Toscana sta mettendo in campo risorse importanti, per lavorare su più fronti, dalla scuola allo sport. Anche gli insegnanti infatti hanno bisogno di formazione e sensibilizzazione sul tema: sempre dal progetto Elisa infatti emerge che c’è un baratro nella percezione tra studenti e docenti, secondo cui solo il 6% dei propri alunni subisce bullismo e cyberbullismo. Una sottostima preoccupante che denota come all’attenzione dei professori arrivino solo i casi più gravi ed eclatanti, mentre la maggior parte continua a soffrire in silenzio.
“La prevenzione è cruciale – spiega la presidente dell’Ordine degli psicologi della Toscana, Maria Antonietta Gulino – dobbiamo intervenire nelle scuole, con i ragazzi e con le loro famiglie, per evitare che il fenomeno diventi ancor più dilagante. Se non si interviene in modo tempestivo i numeri potrebbero peggiorare.”
Scuola, famiglia, sport: 62 progetti per prevenire tutti i bullismi
Si muovono proprio in un’ottica di prevenzione sul campo i 62 progetti contro il bullismo e il cyberbullismo finanziati dalla Regione Toscana con 360mila euro, che portano in altrettanti comuni del territorio interventi specifici nelle scuole e nelle associazioni sportive. “L’innovazione tecnologica ha messo a disposizione elementi di assoluta novità, con la conseguenza che anche i percorsi di formazione sono diversi dalle passate generazioni – sottolinea l’assessore all’innovazione e sicurezza della Toscana, Stefano Ciuoffo – noi dobbiamo dare strumenti di difesa ai nostri ragazzi, che li renda capaci di non essere vittime e la prima difesa è che i ragazzi possano parlare con l’amico, l’insegnante o la famiglia, questo è il primo passaggio.”
“Si tratta di un tema delicatissimo – aggiunge l’assessore regionale al diritto alla salute, Simone Bezzini – che in questo momento storico subisce anche delle evoluzioni che ci spiazzano e piene di sfaccettature. Bullismo e cyberbullismo hanno un impatto, nei casi più gravi, anche sulla salute dei singoli, e non va affrontato a compartimenti stagni, tutti i protagonisti del sistema istituzionale devono confrontarsi e lavorare in rete. Già lo stiamo facendo e siamo a disposizione per implementarlo.”
Tra i progetti finanziati c’è “Bucyber”, portato avanti dall’Unione dei comuni della Valdera con la Cooperativa Arnera per creare una rete di sportelli di ascolto nelle scuole degli otto comuni coinvolti: Bientina, Buti, Calcinaia, Casciana Terme Lari, Palaia, Pontedera, Calcinaia e Chianni.
“Lo sportello è aperto all’ascolto di tutte le persone che vivono il mondo della scuola: docenti, famiglie e naturalmente studenti – spiega Stefano Carboni della Cooperativa Arnera – a Calcinaia è già partito e per adesso sono stati gli insegnanti a segnalarci alcune situazioni critiche, abbiamo già fatto un primo intervento in una classe dove erano emersi atteggiamenti escludenti da parte di un gruppo di ragazzi: qui abbiamo fatto un incontro sul tema dell’inclusione, lavorando con loro da un punto di vista emotivo ed emozionale.”
La formazione e l’ascolto nelle scuole è fondamentale ma lo è altrettanto l’intervento dei genitori. “Dal punto di vista genitoriale la cosa principale è parlare con i ragazzi e non dare mai per scontato che il proprio figlio non possa essere il responsabile di atti di questo tipo perché a volte l’aggregazione porta anche ragazzi insospettabili a comportarsi in modi che in altri ambiti mai si sognerebbero” aggiunge Carboni.
Per questo le iniziative finanziate dalla Regione lavorano su più fronti. Ad esempio “UnBULLIevable Together – Connessioni positive” a Prato coinvolge gli studenti delle medie, le loro famiglie e i docenti, con laboratori formativi, educazione al mondo digitale e uno spettacolo ad hoc che sarà portato nelle scuole, mentre “Rugby e rispetto sociale” a Siena vede il Comune e l’Asd Rugby in prima linea in un percorso di educazione al rispetto attraverso lo sport ma anche ad un uso corretto dei social media.
O ancora “San Miniato contro il bullismo”, che si rivolge agli studenti delle medie, ai docenti e ai giovani atleti delle associazioni sportive del territorio tra gli 11 e i 14 anni, l’età più a rischio, con incontri con operatori specializzati e uno sportello di ascolto per i ragazzi, le ragazze e le loro famiglie dell’associazione Frida.