Wine Spectator titola “Brunello’s 2019 triumph” a indicare il livello qualitativo stellare dell’ultima annata in commercio del principe dei vini toscani. Termini come “impressionante” o “fenomenale” si ripetono nell’articolo del numero di giugno della celebre rivista.
Il senior editor di WS, Bruce Sanderson, presenta un accurato wine report, certificato da oltre 125 assaggi. La degustazione, che ha riguardato pure una ventina di Riserva 2018, ha ottenuto risultati con una valutazione da 90/100 in su.
Un riconoscimento unanime per l’annata 2019
“Si tratta di una notizia importante in chiave di mercato – ha detto il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci -, perché arriva dal media del vino di riferimento negli Stati Uniti e nel mondo. Sapevamo, già dall’ultimo Benvenuto Brunello, che il favore della critica sulla 2019 era praticamente unanime; ora questo riconoscimento, che premia una volta di più una comunità di produttori eccellenti nel loro lavoro e fortunati di poterlo fare a Montalcino”.
L’endorsement della rivista americana è certificato anche dal successo della nuova annata commerciale del Brunello sul mercato a stelle e strisce. Secondo le elaborazioni dell’Osservatorio del vino Uiv su base Sipsource, nei primi 4 mesi di quest’anno la reazione del trade e dei consumatori si è tradotta in una crescita tendenziale delle vendite off e on trade del 17%.
Un’impennata di popolarità per il Brunello
Un risultato in netta controtendenza rispetto ai consumi generali di vino negli Usa. Nell’articolo, Sanderson valuta la 2019 con il ranking di 98/100, uno dei migliori mai conseguiti dalla denominazione e paragonabile ad annate-culto come la 2010 e la 2015, mentre nell’editoriale di apertura, Marvin Shanken rileva una “impennata di popolarità” della Docg negli Usa.
Il Brunello e il rapporto con Wine Spectator
Il numero di giugno rappresenta solo l’ultimo riconoscimento del Brunello da parte di Wine Spectator: nella sua Top 100 dei migliori vini al mondo, la Docg toscana risulta infatti la più premiata tra le denominazioni italiane.
Dal 1988, anno di istituzione del ranking della rivista, ben 15 etichette ilcinesi si sono piazzate nelle prime 10 posizioni, in 2 casi sul gradino più alto del podio. Un rapporto virtuoso, quello tra Montalcino e gli States, che si rispecchia anche nell’enoturismo.
Gli americani rappresentano di gran lunga gli ospiti più numerosi, con circa un quarto delle presenze complessive nel borgo e nelle campagne del comune senese.