Una sorta di braccialetto elettronico che mette in collegamento, 24 ore su 24, i pazienti Covid in isolamento a casa con i medici. Il sistema di monitoraggio a distanza per i positivi al Coronavirus è stato attivato dalla Asl Toscana sud est, prima azienda sanitaria in tutta Italia a utilizzare questa tecnologia, che potrebbe rivelarsi utile per tenere sempre sotto controllo lo stato di salute dei malati e allo stesso tempo non intasare ulteriormente gli ospedali.
Il braccialetto trasmette i valori attraverso lo smartphone
Grazie allo smartphone, il braccialetto trasmette ogni cinque minuti, al 118 e all’Usca di riferimento ma volendo anche ad altri dottori di riferimento, parametri essenziali quali ossigenazione, frequenza cardiaca, indice di qualità del segnale
della saturimetria e temperatura corporea. Il monitoraggio è fatto in automatico dal sistema: nel momento in cui rileva un trend negativo, allerta la centrale. Il braccialetto è monouso e funziona per 10 giorni.
Partiti da Arezzo si estenderà a Siena e Grosseto
Il progetto è del 118 di Arezzo e presto verrà diffuso anche alle altre aree provinciali dell’Asl Toscana sud est a cui fanno capo anche i territori di Siena e Grosseto. “È un sistema integrato perché unisce le competenze e le disponibilità del 118 e delle Usca – spiega il direttore generale dell’azienda sanitaria, Antonio D’Urso – in questa prima fase ne attiveremo 200. In questo modo garantiamo un ulteriore livello di sicurezza anche per pazienti che, pur positivi al Covid, non hanno necessità del ricovero ospedaliero. È una garanzia per la loro salute ma anche un aiuto a vivere, in minor solitudine, una malattia che, anche nel caso sia senza sintomi, genera ansia e angoscia”.
Se il paziente non risponde il 118 manda un medico a casa
Al paziente viene chiesto di avere uno smartphone e di rispondere a eventuali domande dei medici o rispondendo al telefono o tramite messaggi Whatsapp. Se per varie ragioni, le persona non fosse in grado di farlo, il 118 la cataloga tra quelle che non sono in grado di rispondere e quindi, in caso di problemi, non telefona ma manda il medico a casa. Il braccialetto consentirà anche di alleggerire la pressione sul pronto soccorso.
“È destinato a pazienti Covid positivi a domicilio che siano a rischio di aggravamento delle loro condizioni ma che ancora possono stare a casa in sicurezza – aggiunge Giovanni Sbrana, referente del progetto e vice direttore della Uoc Co 118 Arezzo – ad ogni paziente viene assegnato uno dei tre programmi di cura che abbiamo predisposto: quello standard, quello per chi ha più di 75 anni e quello per chi soffre di broncopneumopatia cronica ostruttiva”.