È terminato al Galluzzo il ‘Giudizio Universale’ di Francisco Bosoletti, il grande murale dell’artista di strada argentino che si estende lungo sei facciate delle Case minime, le case popolari di via Corbinelli e strade adiacenti gestite da Casa spa che ha fornito il suo contributo.
L’opera rientra nell’ambito delle celebrazioni in occasione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri.
Il “Giudizio universale” di Francisco Bosoletti trae ispirazione dall’opera poetica di Dante e dal “visibile parlare” della tradizione pittorica italiana e in particolare fiorentina, ma è visto con gli occhi di un uomo di oggi. Evoca, suggerisce, rammenta. Ma rimane sospeso e lascia allo spettatore il peso di stabilire i confini, anche con l’ambiente circostante, di cui il dipinto sembra essere parte.
Sei disegni, a sè stanti, frammentati su muri diversi, a formarne un unico complessivo. Corde invincibili legano i sommersi e i salvati, i corpi nella loro nudità sono indistinguibili, i ruoli possono cambiare, l’azione di vedere costruisce la dignità morale dell’uomo.
L’osservatore è allora esortato a ricomporre i pezzi secondo il suo proprio viaggio, così come chi dipinge è arrivato qui compiendo il suo. ‘Pigliar gli occhi, per aver la mente’, come diceva Alighieri in un canto del Paradiso: l’arte può “prendere gli occhi”, ovvero catturare l’attenzione attraverso sguardo dello spettatore, “per aver la mente” e quindi guidarlo a una riflessione interiore.
Bosoletti, la cui opera risente particolarmente del barocco napoletano e dell’arte rinascimentale fiorentina, ha realizzato numerosi lavori in tutto il mondo. Tra questi ricordiamo Iside ai Quartieri Spagnoli di Napoli, ispirato alla statua della Pudicitia di Cappella Sansevero, Cuerdas a Minsk in Bielorussia e Desencuentro a Gand in occasione delle celebrazioni per il restauro del polittico dell’Agnello mistico di Van Eick.
“Le celebrazioni dantesche invadono anche i muri di Firenze – ha commentato l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi – gli abitanti della zona ma anche i cittadini che vi transiteranno avranno modo così di soffermare lo sguardo sull’opera dell’artista e di interrogarsi sul significato profondo della Commedia. Firenze si riconcilia con il suo figlio esiliato ma così amato anche grazie al linguaggio della street art, rinnovando in questo modo una narrazione sempre inedita sull’opera e l’eredità del Sommo Poeta”.
L’artista: Francisco Bosoletti
Nato e cresciuto ad Armstrong, un piccolo paesino della provincia di Santa Fe a suo modo ricapitolazione del mondo, l’argentino Francisco Bosoletti è dotato di uno sguardo limpido e primigenio sulla vita, sulla natura e sull’umanità.
Bosoletti dipinge sui muri rispettando la memoria dei luoghi e delle persone che li abitano, il suo intervento accompagna quello del tempo che trascorre, nascondendo e rivelando al tempo stesso visioni che sembrano permanere in un eterno presente e ricordare all’uomo la transitorietà dell’esistenza.
La sua arte, che pure reca i tratti di una classicità universale, si manifesta in maniera simile alla mescolanza di geni che nutre la pelle dei migranti.
La sua pittura obbliga lo spettatore a guardare in maniera diversa, affinando la sua sensibilità e ricorrendo a modelli percettivi differenti da quelli abituali e rassicuranti.
Gli occhi assopiti si attivano nel cogliere le sue immagini appena rivelate, i recettori ormai saturi di visioni urlate al di sotto della soglia di coscienza scoprono figure che all’improvviso emergono dallo sfondo e risvegliano una forma nuova di percezione, più sottile e potente.
Queste apparizioni travalicano il confine dei sensi e toccano nel profondo chi guarda, mescolandosi alle sue emozioni e ai suoi ricordi come le tracce di pittura sulla tela e sui muri.