Questa è la piccola storia di un corteggiamento romantico. Dolce, appassionato, insistente ma rispettoso. Così è, e così è giusto che sia. Premessa obbligata: sono costretto a usare la prima persona. Per forza. Non per megalomania o presunzione ma solo perché se si è sparsa la voce in giro è colpa mia. Colpa si fa per dire. Non c’è niente di male. Anzi. Ok, allora, iniziamo dai veri protagonisti di questa corrispondenza (social) di amorosi sensi: da una parte il Centro storico Lebowski, società di calcio dai valori decisamente forti. Dall’altra Borja Valero detto il sindaco, centrocampista scaricato dalla Fiorentina e in cerca di idee per il futuro immediato.
Giovanni, allenatore del settore giovanile del Lebowski, mi dice: dai, convinci Borja a venire da noi a fine carriera
Valori vs Business
Torniamo al Lebowski e allora parliamo di socialità, legame territoriale, sport come aggregazione, inclusione. Parliamo di scuola calcio gratuita, tanto per capirci. Il tutto nato da un rifiuto dell’idea che il pallone sia diventato quello che è: puro business. Idealisti? Ingenui? Irriducibili romantici? Eh no. Nel tempo il progetto è cresciuto, la prima squadra è arrivata in promozione, l’autofinanziamento ha dato vita a piccoli eventi (vedi la sagra del fritto a Pozzolatico, prevista per questo week end) che sono diventati appuntamenti di culto per i tifosi, tanti, e i simpatizzanti, tantissimi. Allenamenti e partite interne sul campo del Tavarnuzze, organizzazione seria, principi e valori intatti. Non era facile, eppure…
La proposta
Eppure la missione continua e il fatto che Federico Buffa abbia dedicato una delle sue narrazioni su Sky alla storia del Lebowski spiega bene il tutto. Ma veniamo a noi. Un anno fa Giovanni, allenatore del settore giovanile del Lebowski e mio partner sul palcoscenico, mi dice: dai, convinci Borja a venire da noi a fine carriera. Va bene, me lo segno. Non che io sia un amicone di Borja. Lo stimo, gli voglio bene, ci scriviamo ogni tanto e niente di più. Certo, sua moglie Rocìo, da ex giornalista, tiene bene le pubbliche relazioni del marito, ma il nostro è un rapporto sincero e amichevole ma non certo invadente. Stima reciproca, ecco. Almeno spero.
La faccio breve: Borja sembra l’uomo giusto. La sua immagine, senza eccedere in zucchero che poi stucca, è quella del professionista capace di legarsi a una città, a una maglia. Insomma. Una persona gentile, umana e mai arrogante che ha creato con Firenze un rapporto davvero speciale, tanto da decidere di restare qui insieme alla moglie e i figli anche dopo la fine del rapporto con la Fiorentina.
La premessa era dovuta, perdonatemi. Ma sennò non si spiega perché io domenica a un certo punto abbia pubblicato sui social una foto di Borja Valero con la maglia del Lebowski. Era stato il solito Giovanni a mandarmi il fotomontaggio e io me ne ero quasi dimenticato. Poi ho pensato che magari chissà. Perché non rendere pubblica questa follia? Io al Lebowski voglio bene parecchio. Mio figlio Giovanni ha giocato con quella maglia, L’idea di calcio che hanno loro è la mia. Anche a Borja voglio bene.
Il “cuoricino” di Borja
Quindi posto la foto e il testo: non succede, ma se succede. Come dire: non c’è niente di concreto, ma sarebbe tanto bello. Andata. E a parte il visibilio di like che servono a capire quanto questa idea possa piacere, a fare notizia è l’emoticon con i cuoricini firmato dallo stesso giocatore spagnolo. È così che tutto finisce dritto dritto sui siti che parlano di Fiorentina e l’addetto stampa del Lebowski, al quale chiedo scusa per non averlo nemmeno avvisato, viene sommerso di telefonate da parte della stampa.
In effetti la combo Lebowski-Borja Valero potrebbe essere una notizia da pagine nazionali. Solo che al momento è pura teoria. Per alcuni solo un sogno, per altri qualcosa che darebbe un segnale fortissimo a un mondo, quello del calcio dilettantistico, che ha bisogno di rigenerarsi, soprattutto dopo mesi e mesi di black out dovuto al covid. Al momento le parti in causa naturalmente non aprono bocca. Il tema è delicato e soprattutto rischia di essere divisivo, rischio che nessuno vuole correre. Il Lebowski vorrebbe che questa eventuale operazione fosse avvallata dalla città e non sembri solo una scelta puramente egoistica, che non rientrerebbe nel loro stile. Da parte sua Borja Valero ha giocato in serie A fino a poche settimane fa sta riflettendo bene sulla svolta da dare alla sua vita. A Firenze ha tanti amici e altri gli faranno la corte. Sempre che non arrivino offerte (e ci può stare) di società di A o di B o dall’estero, anche se già in passato ha detto di no ai milioni cinesi.
Il senso di questa storia sta tutto in una parola: sentimento
Lettere d’amore
Nel frattempo, dopo i cuoricini, ecco un foto sulla spiaggia mentre legge un libro su Mandela. Un segnale? I ragazzi del Lebowski ci credono e studiano la prossima mossa, che potrebbe essere una lettera aperta al giocatore. Una dichiarazione d’amore pubblica, insomma. Che, però, giurano: non metterà mai in difficoltà Borja Valero, che potrebbe avere altre idee e progetti, il che sarebbe più che lecito, ovvio. Comunque vada, il senso di questa storia sta tutto in una parola: sentimento. Per un’idea di calcio, per Firenze, per un legame che sembra quasi naturale, anche se forse resterà solo un sogno. Ecco: un sogno. Folle, sì. Estremo, già. E magari non succede. Ma se succede…