Il Giardino di Boboli vanta una collezione botanica straordinaria e unica al mondo, con oltre 500 vasi di agrumi di circa 90 varietà diverse. Oltre una ventina di queste sono antiche varietà medicee. La collezione di agrumi di Boboli è una delle più importanti in Europa a livello botanico avviata dallo stesso Cosimo I nel ‘500.
Insieme al Museo del Palazzo del Re Jan III a Wilanów prende il via il progetto “Citri et Aurea” che intende valorizzare le collezioni storiche di agrumi presenti nelle collezioni botaniche delle due istituzioni museali. Il progetto porterà all’approfondimento della conoscenza delle relazioni italo-polacche connesse al giardinaggio ed allo scambio di conoscenze e buone pratiche inerenti la creazione di una collezione di agrumi e il suo successivo mantenimento.
sfoglia la galleryFurono i Medici per primi, dal 1500, a curare la sistemazione di Boboli, creando il modello di giardino all’italiana che divenne esempio per molte corti europee. La vasta superficie verde suddivisa in modo regolare, costituisce un vero e proprio museo all’aperto, popolato di statue antiche e rinascimentali, ornato di grotte, prima fra tutte quella celeberrima realizzata da Bernardo Buontalenti, e di grandi fontane, come quella del Nettuno e dell’Oceano. Le successive dinastie Lorena e Savoia ne arricchirono ulteriormente l’assetto, ampliandone i confini che costeggiano le antiche mura cittadine fino a Porta Romana. Di notevole suggestione visiva è la zona a terrazzamenti ove si trova il settecentesco padiglione del Kaffeehaus, raro esempio di architettura rococò in Toscana o la Limonaia, costruita da Zanobi del Rosso fra il 1777 e il 1778. Nella Limonaia sono custodite alcune tra le varietà più antiche, molte delle quali sviluppate dagli stessi giardinieri dei Medici. Come la celebre Bizzarria, risalente a metà del ‘600, uno ‘scherzo della natura’ (come fu definita dagli stessi botanici del tempo) con caratteristiche di limone, arancia amara, cedro e il ‘pomo d’Adamo’ (tra gli agrumi più antichi, veniva offerto come pegno d’amore dai ragazzi alle fanciulle).
Il progetto Citri et Aurea prende vita partendo proprio da un episodio storico di grande importanza per la nascita delle collezioni botaniche del museo polacco di Wilanów. A seguito della battaglia di Vienna del 1683 e dei fecondi rapporti venutisi a creare fra la Toscana e la Polonia, tra la corte medicea del Granduca Cosimo III e la corte del re Giovanni III, (Jan Sobieski, sovrano della Confederazione Polacco-Littuana dal 1674 al 1695), nel 1684 otto casse di piante partirono alla volta di Varsavia. Nelle casse, fra le specie elencate dalle fonti storiche, sono da ricordare: il limone lumia o Pomo di Adamo (Citrus lumia ‘Pomum Adami’), l’albero di pesco (Prunus persica) ed il fico comune (Ficus carica ‘Brogiotto’), il ciliegio bianco (Prunus cerasus), l’Asparago di Pescia (Asparagus officinalis ‘di Pescia’), il fico brogiotto (Ficus carica ‘Brogiotto’). Oltre alle piante richieste dal sovrano polacco, altre furono aggiunte su espresso consiglio del giardiniere del re inoltre, per preservare le piante durante il lungo viaggio e per dare consigli sulla loro corretta coltivazione all’arrivo in Polonia, un giardiniere italiano fu inviato da Firenze a Wilanów.
A partire dal 2016, il museo polacco ha avviato un significativo progetto di ricomposizione delle collezioni botaniche: sono state piantati 38 esemplari di alberi d’arancio in caratteristici vasi di quercia, ricostruiti sulla base dei quadri di Bernardo Bellotto. Attualmente, la collezione di Wilanów conta oltre 100 esemplari delle seguenti specie: limoni comuni (Citrus limon), arance cinesi (Citrus × sinensis), mandarini (Citrus reticulata), pompelmi (Citrus × paradisi) ed arance amare (Citrus × aurantium).