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I Big Mountain County in concerto all’ExFila con “Deep Drives” pronti a liberare gli istinti primordiali

Sabato 14 dicembre arriva in concerto all’ExFila di Firenze la band che ha suonato in tutto il mondo per presentare l’ultimo disco “Deep Drives”

I Big Mountain County nascono nel 2013 a Roma dall’incontro di quattro ragazzi del sud Italia che trovano subito un punto d’incontro nel garage punk: tra chitarre stridenti e linee melodiche, pubblicano un 7 pollici che li spinge subito in un tour in Europa tra Ungheria, Serbia, Croazia e Bosnia-Erzegovina.

Centro nevralgico del progetto è sempre stata la dimensione live, una vera e propria militanza che li porta in pochi anni alla ribalta internazionale con un tour europeo e partecipazioni a Festival quali Sziget Festival, Binic Folk Blues Festival (invitati per ben due anni di fila) e Rome Psych Fest.

Influenzati anche dalle loro esperienze internazionali, dal secondo LP “Somewhere Else” (Porto Records, 2020) l’identità psych si fa più marcata e si contamina con sonorità e ritmiche elettroniche.

Il 2022 si apre con la partecipazione all’ESNS e prosegue col nuovo EP “Klaus” seguito da un tour europeo che li porta in UK, Francia, Svizzera e Belgio, fino in Germania al Fusion Festival 2022. Nel 2023 partecipano anche al New Colossus Festival a New York e al SXSW ad Austin in Texas, condividendo il palco con band del calibro degli Osees e Os Mutantes.

I Big Mountain County sono tornati con Deep Drives, il nuovo disco uscito per Sister 9 Recordings e saranno in concerto sabato 14 dicembre all’ExFila di Firenze. In apertura di serata sul palco anche i Komarov Magnificent Backflip.

Big Mountain County

Ecco la nostra intervista a Alessandro Montemagno dei Big Mountain Country

Ciao Alessandro! Vi siete formati nel 2013 quindi sono già più di dieci anni che suonate insieme, come vi siete conosciuti?

La storia è lunga, come le grandi cose tutto è nato in una cameretta a Roma dove io ero approdato da Catania, e mi sono trovato come coinquilino Francesco che strimpellava la chitarra. Così gli ho chiesto di suonare insieme e buttare giù un po’ di idee. Da lì siamo partiti in due, e poi nel giro di qualche anno ci siamo trasformati in cinque.

Dentro al disco c’è quasi un anno e mezzo di vita in cui raccontiamo conflitti interiori, episodi legati ad esperienze vissute in tour

Fin dall’inizio voi siete stati una band che suona soprattutto all’estero, avete suonato in tanti festival molto importanti

La prima cosa che abbiamo fatto quando siamo diventati una band nel 2025, è stato un tour tosto in Europa, all’insegna del ‘do it yourself’, in posti difficili. Volevamo vedere se in condizioni estreme potevamo resistere insieme e continuare ad andare a suonare in giro. E così è stato, ci siamo fatti 15 giorni tra Serbia, Bosnia, Ungheria, Iugoslavia. Quando siamo tornati abbiamo realizzato un piccolo cd con il live a Sarajevo e da lì è nata anche la collaborazione con Annibale. 

In tutti questi anni di tour, di viaggi, di vita on the road chissà quante ve ne sono capitate, c’è un aneddoto che ci puoi raccontare?

Diciamo che di raccontabile c’è poco (ride). Una cosa abbastanza recente è successa quando siamo andati a suonare a Austin in Texas. Dopo i concerti ‘ufficiali’ abbiamo fatto un secret concert in un locale che si chiama The Electric Church,un luogo di culto nella scena psichedelica e punk. Dopo una nottata abbastanza fuori di testa, (la mattina avevamo l’aereo per rientrare a Roma), a un certo punto davanti al bancone il batterista ha detto “resto qui non torno con voi”. Lo abbiamo lasciato in questo locale alle 4 e mezzo del mattino, abbiamo preso l’aereo in condizioni pietose.

Ma poi l’avete rivisto? Oppure no?

Si, si ma è rimasto una settimana ad Austin, la festa è durata altri quattro giorni. Da qui è nato un brano che fa parte del nuovo disco che si chiama appunto “Electric Church” che racconta in maniera pedissequa quello che è successo quella notte.

Big Mountain County, Deep Drives

Passando a parlare del nuovo disco “Deep Drives”, ha una copertina irresistibile con un’anziana signora e un maialino. Siete un gruppo simpatico…

Siamo dei “cazzoni”, hai ragione. Questi saranno i nostri spiriti guida che ci accompagneranno in tour. Ci saranno loro a proteggerci. Dentro al disco c’è quasi un anno e mezzo di vita in cui raccontiamo conflitti interiori, episodi legati ad esperienze vissute in tour. Black Hole racconta la nostra esperienza al Fusion Festival in Germania, un festival incredibile in cui non ci sono regole, è veramente un’esperienza mistica. Ci sono denunce a uno standard di vita molto omologato, consumistico. Non è un disco politico ma c’è la nostra visione sullo stare al mondo. E’ un racconto molto sincero anche con molta ironia. La vecchina della copertina rappresenta la Borghesia che ci guarda un po’ con disgusto, mentre il maialino rappresenta le Deep Drives cioè tutti quegli istinti primordiali che ti spingono a fare cazzate e non dire mai ‘no’.

Avete girato tutti questi festival, ce n’è uno in particolare che vi è rimasto nel cuore?

Sicuramente il Fusion perché è stato un’esperienza di vita e il SXSW perché si sono aperte un sacco di strade, siamo stati per la prima volta negli Stati Uniti e ci ha dato tanto.

Tra l’estero e l’Italia voi notate una differenza nel pubblico?

Purtroppo devo dire di sì, è una questione di feeling immediato, quando siamo all’estero scatta subito una scintilla in più.

Ma secondo te come mai? Ascoltano più musica di noi?

No, non è questo, è che entrano in sala con più pace dei sensi, si fanno meno problemi a lasciarsi andare. Sono forse più rilassati.

Allora speriamo di riuscire a lasciarci andare anche noi al vostro concerto all’ExFila!

Ci sono anche delle eccezioni! Ogni volta che abbiamo suonato a Firenze è successo il manicomio.

Alessandro così però ci crei delle aspettative…

Io vivo per creare aspettative, poi se le deludo è un altro discorso. Sono sicuro che a Firenze sarà molto divertente.

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