Mostrano in webcam prosciutti, vasetti di miele, bottiglie di vino pregiato; raccontano le origini delle loro imprese attraverso aneddoti familiari e curiosità. E si augurano di accogliere al più presto “dal vivo” turisti e clienti. Ecco chi sono gli ospiti che hanno partecipato webmeeting “La tradizione agricola dell’Area Pratese e della Val di Bisenzio”, martedì 22 dicembre. L’evento, organizzato da Anci Toscana in collaborazione con l’Accademia dei Georgofili e il patrocinio di Unicoop Firenze, e con l’apporto dell’Unione dei Comuni della Val di Bisenzio, ha dato modo ai produttori locali di presentare le loro attività, spiegare le loro sfide e i traguardi raggiunti.
L’impegno della Regione Toscana
“Riconoscere e valorizzare i tesori della nostra Regione – afferma in una nota Stefania Saccardi, assessora regionale all’Agricoltura – significa preservare i territori, l’ambiente, la cultura gastronomica ma anche creare nuove opportunità di crescita per le comunità che rendono viva, ospitale e accogliente la nostra terra e in particolare le aree rurali e le aree interne“.
Come sappiamo, la pandemia Covid-19 ha posto una serie di nuove sfide ai modelli socio-economici. Nonostante queste difficoltà, l’agricoltura in Toscana non si è fermata e ha continuato a fornire ai consumatori prodotti e servizi di qualità, a presidiare il territorio e a salvaguardarne le risorse.
“È auspicabile promuovere i nostri territori anche attraverso sistemi innovativi integrati con gli altri settori produttivi – continua l’assessora –. Penso all’industria, al commercio, al turismo, alla ristorazione e all’artigianato. In Toscana il tema dell’integrazione con gli altri ambiti economici è sempre stato molto importante, prima con l’agriturismo, poi l’enoturismo, l’olio turismo e – perché no – anche il ‘birra turismo’; poi è stata la volta della ristorazione e dell’artigianato con il progetto Vetrina Toscana, giunto al suo ventennale.
Fondamentale il rapporto con la grande distribuzione; le filiere accrescono le potenzialità dei sistemi locali attraverso modelli di sviluppo sostenibile, privilegiando coltivazioni sostenibili come l’agricoltura biologica e quella integrata”.
In questa direzione, la Regione Toscana, tramite Ente Terre, ha intrapreso un percorso di lavoro partecipativo per la costituzione a Suvignano, nella tenuta confiscata alla mafia, del centro delle competenze sui prodotti agroalimentari tradizionali (Pat): un luogo di co-progettazione e partecipazione che vede tali produzioni come un valore aggiunto per i territori.
I prodotti dell’Area Pratese e della Val di Bisenzio
Nel corso dell’incontro, sono stati presentati alcuni dei prodotti simbolo dell’area, con approfondimenti storici a cura dell’Accademia dei Georgofili. Si è parlato, ad esempio, del valore che ha avuto la castagna nei secoli scorsi: il principale ingrediente della dieta delle popolazioni che vivevano in montagna o in collina. Un tempo era un alimento essenziale per la sopravvivenza; oggi invece si preferiscono le farine derivate dalla castagna, impiegate soprattutto per la preparazione di dessert, come il castagnaccio.
E a proposito di ricette, meriterebbe un capitolo a parte la tradizione dolciaria locale. Anche dalle castagne (ma non solo) nascono i biscotti tipici della Toscana, come i Sassi della Calvana o i Tartufi dolci della Calvana. Mandorle, zucchero, farina e pochi altri ingredienti in più danno vita ai cantucci e ai biscotti di Prato.
“È impossibile parlare dei nostri prodotti senza menzionare il territorio, la nostra terra – dicono le aziende –; i salumi, i dolci, il miele e i vini che produciamo sono la ‘bandiera’ dell’Area Pratese e della Val di Bisenzio. Ne siamo orgogliosi e ne sentiamo la responsabilità”.
Il singolo prodotto, insomma, non è soltanto un mezzo per costruire business; è anche una forma di cultura: recupera tradizioni e si fa portavoce di un pezzo di storia della Toscana.
L’agroalimentare come patrimonio diffuso
“Quello che è accaduto in questi mesi – conclude Matteo Biffoni, sindaco di Prato e presidente di Anci Toscana – ci ha dimostrato che ci sono dei settori in crisi economici, come il settore tessile. Ma quello che si è rafforzato in questo periodo è la voglia di acquistare una ‘coccola’ enogastronomica, un prodotto di grande qualità. E questo continuerà anche in futuro.
L’elenco dei prodotti presentati sono esempi di qualità del nostro territorio, che nascono dalla passione delle persone. Ogni produttore cura la sua creazione con dedizione, attenzione, orgoglio e amore, quasi come fosse un figlio. Spetta alle istituzioni sostenerli e assisterli. Lavoreremo affinché quella passione diventi un patrimonio diffuso“.