Lo aveva annunciato lo scorso dicembre Selvaggia Velo, la direttrice del River to River Florence Indian Film Festival, quando si era tenuta online la XX edizione della manifestazione da lei ideata e diretta: “torneremo in presenza nel 2021, regalando a tutti i nostri spettatori più affezionati, una programmazione di cinema indiano in sala”. Dalle parole ai fatti: il 14 e il 15 maggio, al cinema La Compagnia di Firenze (via Cavour, 50/r), si terrà il Best of River to River 2020.
La proposta di film sarà all’insegna del grande maestro indiano Satyajit Ray, in occazione dell’anniversario dai 100 anni dalla nascita, con la proiezione di due suoi film, Charulata e Nayak. Il 14 maggio si parte proprio Charulata, capolavoro tratto da un racconto di Rabindranath Tagore e vincitore dell’Orso d’Argento per la migliore regia a Berlino nel 1965, che narra la storia di Charu, una donna che vive a Calcutta alla fine del XIX secolo in condizioni agiate e privilegiate, ma in estrema solitudine. Dopo il film d’apertura, seguirà la cerimonia di inaugurazione con ospiti istituzionali.
Regista bengalese, nato a Calcutta il 2 maggio 1921 e scomparso nel 1992, Satyajit Ray è una delle figure più autorevoli del cinema indiano e di quello internazionale. Figura di spicco del cosiddetto “rinascimento bengalese” e artista poliedrico (disegnatore, illustratore grafico, critico cinematografico, sceneggiatore, musicista, editore di una rivista per ragazzi), il regista è stato un grande conoscitore del cinema europeo ed ha subito l’influenza del cinema francese – collaborando con Jean Renoir – e del neorealismo italiano. Il suo film Nayak, (The Hero), del 1966, il racconto della crisi esistenziale vissuta dalla più grande star di film Bengali del paese, interpretata da Uttam Kumar nei panni dell’attore Arindam, è considerato la risposta a 8 e ½, di Federico Fellini, dove si raccontavano invece i dissidi interiori di Guido Anselmi, alias Marcello Mastroianni. Entrambi i film saranno in proiezione al festival sabato 15 maggio. Dopo la visione di Nayak, la studiosa Meheli Sen, professoressa associata di South Asian and Global Cinemas presso la Rutgers University del New Jersey, sarà in collegamento con La Compagnia (live sul canale YouTube e la pagina Facebook del Festival), per andare ad analizzare il parallelismo dei due capolavori del cinema di tutti i tempi
Sempre alla seconda giornata dell’evento speciale organizzato dal River to River, sabato 15 maggio, ci sarà in programma – per la visione in realtà virtuale – The Italian Baba – My Cave in India, di Elio Germano e del regista e produttore fiorentino Omar Rashid. Tratto da A piedi nudi sulla terra, di Folco Terzani, l’opera è un viaggio interiore e spirituale, girato nelle terre più remote dell’India, accompagnato dalla voce fuori campo di Elio Germano. La proiezione si terrà alla presenza di Folco Terzani e Omar Rashid. Tra i lungometraggi in programma, anche la dark comedy corale e ricca di colpi di scena Kadakh, di Rajat Kapoor, in cui un gruppo di amici si ritrova per il Diwali – Festival delle Luci – una delle celebrazioni più importanti dell’India. Per i documentari, in programma Indian Himalaya, di Matteo Aghemo, il viaggio attraverso le zone più sconosciute del subcontinente indiano, con le istantanee della vita quotidiana nell’India più tradizionale e Buddha of the Chadar, di Sean Whitaker, storia di un padre e un figlio che intraprendono un pellegrinaggio lungo un antico sentiero sull’Himalaya, per consegnare a un remoto monastero di montagna una statua in bronzo di Buddha.
Spazio anche all’animazione, con il corto Photograph, di Ashutosh Pathak, racconto inedito della pandemia, con l’augurio di una ritrovata umanità, una volta usciti da questa crisi epocale. Il film di chiusura, sabato 15 alle ore 19.30, sarà Manny, di Dace Puce, il viaggio dall’India alla Lettonia della giovane Maya e di tre amori, uno reale, uno immaginato e il terzo virtuale: atmosfere alla Black Mirror in salsa indiana. Saranno presenti, al termine, in collegamento, la regista Dace Puce e l’attrice Sonal Sehgal.