Beatrice Antolini è una delle artiste più originali e versatili del panorama musicale italiano. Polistrumentista, compositrice, cantante e produttrice, la sua carriera è un viaggio tra sperimentazione sonora e la costante ricerca di nuove forme espressive.
Con uno stile che sfugge alle etichette e abbraccia il rock, l’elettronica, il pop e l’arte performativa, Antolini si è affermata come un talento multiforme capace di sorprendere e innovare.
Sabato 21 dicembre sarà in concerto al Glue Alternative Concept Space di Firenze per presentare il suo nuovo album dal titolo “Iperborea“: nove tracce tutte, come ormai consuetudine, composte, arrangiate e prodotte artisticamente dalla stessa Antolini all’insegna del “Do It Yourself”.
Il disco arriva dopo il suo primo album “Big Saloon” arrangiato prodotto e registrato da lei stessa nel 2006 che ha riscosso un grande successo sia da parte della critica e il suo secondo album “A due” del 2008, sempre arrangiato suonato e prodotto da Beatrice stessa.
Nel 2011 pubblica “BioY” e nei primi mesi del 2013 registra il suo quarto album “Vivid” pubblicato a maggio. Nel 2014 esce l’Ep “Beatitude” per La Tempesta Dischi. Lavora inoltre come produttrice artistica e arrangiatrice e continua la sua produzione con il disco “L’AB”, sempre per La Tempesta Dischi e anche stavolta suonato arrangiato e prodotto dalla stessa Antolini come tutta la sua produzione.
Ecco la nostra intervista a Beatrice Antolini
Il tuo ultimo disco si intitola “Iperborea” che cosa significa per te questa parola, che cosa rappresenta?
Iperborea vuol dire ‘Oltre il vento del nord’, è una terra dove non c’è nessun male, nessuna malattia, è una terra piena di natura, qualcosa tipo Atlantide, una terra sacra. Ci sono varie teorie, c’è chi dice che si trovava al nord della Grecia, chi dice che era al Polo Nord, chi dice che era la Terra Santa. Quando ho scoperto questa teoria della Terra Santa mi ha sconvolta perché avevo già scelto il titolo, poi ho approfondito. Diciamo che mi piacerebbe vivere in un posto così anche se è un’utopia, perché invece purtroppo viviamo in un mondo corrotto e depravato.
le canzoni stanno nell’aria e poi arrivano a te che ti metti nella predisposizione di scrivere. Io la vedo così, è qualcosa di mistico, magico, esoterico, la musica è qualcosa che proviene da un altro mondo
Per questo disco hai deciso di cantare in italiano, come mai questa scelta, volevi essere più vicina al tuo pubblico?
Sono cose che non si decidono, sono venuti così i pezzi. In realtà ho sempre scritto sia in italiano che in inglese, anche in francese. A me piace essere un po’ world music, anche come gusti musicali e spero di averlo dimostrato. A questo giro avevo scritto tanti appunti, tanti testi in italiano e mi sembravano belli da sviluppare, è stato per questo motivo, avevo tanto materiale. Volevo anche prendermi questa responsabilità crescendo, provare questa cosa nuova, perché no.
Come sempre hai fatto tutto da sola, tu canti, suoni, registri, mixi, tutto all’insegna del do it yourself, perché? Vuoi avere il controllo su tutto…
Tanto non gliene frega mai niente a nessuno, onestamente non viene mai valorizzato il fatto che io sia una produttrice, un’arrangiatrice, abbia anche mixato il disco. Dovrebbe essere interessante, ma vedo che alla fine se hai dietro cinque persone oppure fai tutto te è la stessa identica cosa. Conta il prodotto finale. Io penso che sia un valore aggiunto, poi forse perché sono una donna, non danno mai importanza a questa cosa. Vedo tanti uomini essere valorizzati come produttori o arrangiatori facendo anche molto meno. Nel mio disco c’è un’orchestra, io ho scritto le parti per tutti i musicisti, insomma, c’è un lavoro grosso, ma come al solito in Italia come lo fai, lo fai non gliene importa niente a nessuno.
Hai pensato a qualcuno quando hai composto l’album, ti immagini chi ascolterà la tua musica?
No, io non ci penso mai. I pezzi vengono da soli, non c’è il pensiero, è proprio quello il bello di scrivere musica, è molto faticoso essere un canale però è anche molto affascinante. Secondo me le canzoni stanno nell’aria e poi arrivano a te che ti metti nella predisposizione di scrivere. Io la vedo così, è qualcosa di mistico, magico, esoterico. La musica è qualcosa che proviene da un altro mondo. O almeno la musica che piace a me è così. Tanta roba che ascoltiamo non è musica, è intrattenimento, cose decise a tavolino, un’altra cosa.
Tu che hai un gusto così preciso come vedi la musica italiana in questo momento, cosa ti piace?
Mi piacciono i soliti noti, i grandi cantautori che secondo me vengono valorizzati troppo poco come Niccolò Fabi, Max Gazzè, quelli veri, quelli bravi. È un periodo un po’ strano perché puoi scrivere anche “Imagine” ma non gliene frega più niente a nessuno. Ormai c’è un pensiero unico, una musica che non è musica, una confusione bestiale. Il brutto è che il mercato è saturo di prodotti scadenti, poi c’è un prodotto buono e ottimo che la gente non recepisce più anche perché sui social arrivano tantissime cose e in mezzo alla spazzatura la perla la perdi. Mi è piaciuto tantissimo il nuovo disco dei Subsonica, pieno di bei messaggi che non arrivano solo con le parole, arrivano anche con la musica, mi sembra un disco molto buono, ho fatto i complimenti personalmente.
Cosa ci farai sentire sul palco fiorentino?
Farò un bellissimo concerto perché ho una band con musicisti fantastici, ho fatto una selezione cercando di inserire brani un po’ da tutti i dischi. Farò tutto Iperborea, il disco nuovo sarà protagonista di questo tour.