Liberato dai ponteggi torna visibile in tutto il suo dorato splendore il Battistero di Firenze.
Si è concluso infatti il restauro delle otto pareti interne e risplendono con colori completamente rinnovati i mosaici parietali e quelli che rivestono la volta e le pareti dell’abside.
Il restauro è stato diretto e finanziato dall’Opera di Santa Maria del Fiore con due milioni e seicentomila euro e con un contributo dalla fondazione Friends of Florence, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza ABAP per la città metropolitana di Firenze e le provincie di Prato e Pistoia.
Beatrice Agostini direttrice dei lavori di restauro architettonico e musivo ha dichiarato: “Abbiamo iniziato il restauro montando i ponteggi verso al fine del 2017. Il restauro vero e proprio è iniziato nei primi mesi del 2018, poi interrotto più volte a causa della pandemia. Dalle prime fasi ci siamo resi conto che non era solo necessario pulire le superfici architettoniche ma erano necessari anche interventi di consolidamento strutturale e un intervento di restauro sui mosaici che si presentavano molto degradati.”
I mosaici sulle facciate interne del Battistero rappresentano profeti, santi vescovi e cherubini, nella Scarsella invece sono rappresentati immagini speculari della Madonna e del Battista seduti in trono affiancati da quattro telamoni che reggono la grande ruota centrale.
La ruota si divide in otto raggi occupati da patriarchi biblici e profeti che hanno annunciato la venuta di Cristo simboleggiato al centro dall’agnello.
Le fasi del restauro e le incredibili scoperte
Il restauro ha interessato i mosaici delle pareti e la scarsella ma con metodi differenti perchè le tecniche di realizzazione dei mosaici sono state diverse. E’ stata effettuata la pulitura a il consolidamento sia in profondità che in superficie delle tessere, comprese le “cartelline” che sono un sottile strato di vetro di un millimetro che serve per proteggere la lamina dorata e mantenere la lucentezza.
Per quanto riguarda il restauro architettonico la difficoltà principale è stata quella di identificare un livello di pulitura omogeneo nonostante la diversità di materiali utilizzati.
Nel Battistero infatti è stato usato il marmo verde di Prato con diverse sfumature e il bianco è sia marmo di Carrara che Serravezza con cromie molto differenti l’una dall’altra.
“Ci sono state tante piccole scoperte – ci ha raccontato Beatrice Agostini – in un capitello del Matroneo abbiamo trovato una significante porzione di tracce di doratura, quindi probabilmente in passato i capitelli erano dorati. I mosaici della Scarsella inoltre si differenziano per una varietà di materiali utilizzati. Per esempio abbiamo trovato coralli sia a rametto per fare alcune sfumature della faccia sia tagliati in sezioni circolari come delle piccole tesserine, praticamente un micromosaico.
La nuova fase del restauro
In autunno inizierà il montaggio di uno speciale cantiere che permetterà di eseguire l’imponente restauro dei mosaici della cupola del Battistero che durerà alcuni anni e permetterà di portare i visitatori a vedere da vicino uno spettacolo unico al mondo.
Vincenzo Vaccaro consigliere dell’Opera di Santa Maria del Fiore ha detto: “A ottobre monteremo il ponteggio dal centro, una specie di grande fungo che arriverà fino alla volta. Sono 1400 metri quadri di mosaici che non sono stati più restaurati dalla fine dell’800”.