Bärbel Reinhard è nata a Stoccarda in Germania.
Dopo la laurea in storia dell’arte, sociologia e letteratura tedesca moderna alla Humboldt-Universität di Berlino, ha deciso di trasferirsi a Firenze dove ha frequentato la prestigiosa Fondazione Studio Marangoni e conseguito il diploma professionale triennale e dove attualmente insegna.
Il suo lavoro è stato esposto in varie mostre in Italia e all’estero, come al Mese Europeo della Fotografia di Lussemburgo, alla galleria Metronom di Modena e alla New York University di Firenze.
Oltre alla ricerca personale, lavora come fotografa freelance, insegnante e curatrice. Ha curato diverse mostre e pubblicazioni, come NOI, American Voyage e C’era Togliatti di Mario Carnicelli.
Nel 2023 è entrata a far parte del programma Futures Photography selezionato da Der Greif.
“La mia scelta di venire a vivere in Toscana non è legata allo studio della fotografia, – ci ha raccontato Bärbel – per motivi personali ho dediso di trasferirmi a Firenze, poi arrivata qua ho scoperto la Fondazione Studio Marangoni che era già famosa e riconosciuta a livello internazionale. Ma devo ammettere che la mia è stata soprattutto una scelta di vita. Il mio ragazzo è italiano, mi sono trasferita per amore“.
“Nella scuola fiorentina mi sono trovata molto bene, nella mia classe c’erano altri studenti stranieri, la scuola è stata fondata da un americano quindi c’è un clima aperto. Mi sono trovata a mio agio anche perchè avevo fatto un Erasmus qualche anno prima a Firenze quindi conoscevo già un po’ la lingua e la città. Rispetto a Pistoia dove vivo adesso Firenze è una città internazionale”
I collage e assemblage di Bärbel Reinhard
Bärbel Reinhard combina tecniche diverse nelle sue opere giocando sui limiti del mezzo espressivo, unendo fotografia, collage, assemblage.
“Mi è sempre piaciuto allargare i confini della fotografia, fin da subito ho abbinato tecniche alternative, prima in camera oscura, poi costruendo macchine fotografiche senza obiettivo per uscire dall’idea dello scatto immediato. Poi ho pensato di allargare questo concetto anche allo spazio, fare qualcosa che diventasse tridimensionale. Ho fatto un primo passo con foto-sculture oppure dei piccoli teatrini sempre tridimensionali, per poi alla fine tornare alla fotografia classica. Al momento nella mia ricerca personale creo sculture attraverso diverse immagini sia mie, sia acquisite, poi le rifotografo e le riporto nella bidimensionalità.
Le sue opere sono visibili in via del Drago d’Oro a Firenze nella galleria Stanza251.
L’irresistibile umorismo dei toscani
“Della Toscana amo tantissimo il paesaggio, mi ispira molto, perché sono molto legata alla natura. Ho fatto tantissimi lavori legati alla natura. Mi piace che in così pochi chilometri quadrati in Toscana ci sia una verietà pazzesca dalla montagna al mare, è tutto molto condensato rispetto al paesaggio tedesco. Per esempio mi affascinano le balze del Valdarno.”
“Adoro anche l’umorismo toscano, mi ci è voluto un po’ per capirlo, perché è un po’ autocompiacente. Ma prendendoli bene coi toscani ci si diverte tantissimo.”