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Bankitalia: a rischio un quinto delle imprese toscane, attesa risalita nel 2020

Presentato a Firenze il rapporto dedicato all’economia regionale della Toscana, analizzati gli effetti del Coronavirus

La pandemia di Coronavirus ha colpito l’economia della Toscana quando la regione era già in una fase di pronunciato rallentamento: nel 2019 l’aumento del PIL è stato molto lieve, a seguito di una sostanziale stagnazione del terziario. Le misure di distanziamento sociale e la chiusura parziale delle attività nei mesi di marzo e di aprile hanno però avuto pesanti ripercussioni sull’attività economica

Il rapporto sull’economia della Toscana presentato a Firenze da Bankitalia fa un’analisi precisa su quella che è la situazione delle imprese anche alla luce della crisi generata dal lockdown per il Covid-19L’interruzione di gran parte delle attività non essenziali dell’industria e dei servizi, occorsa nei primi mesi del 2020, ha avuto notevoli ripercussioni sull’economia toscana. “Riduzione del fatturato nel primo semestre 2020 nell’ordine di un quinto nell’industria e di circa un terzo nei servizi privati non finanziari“: è quanto prevede la Banca d’Italia.

Per Bankitalia “anche tenendo conto delle misure governative di moratoria e di accesso alla Cig, le imprese toscane a rischio di illiquidità nei settori sottoposti a chiusura sarebbero oltre un quinto, prevalentemente concentrate nei servizi commerciali connessi con il turismo. Il ricorso alla garanzia pubblica e il maggiore utilizzo dei margini disponibili sulle linee di credito hanno contribuito e contribuiranno ad attenuare le esigenze di liquidità soprattutto per le unità produttive di minori dimensioni verso cui si sono concentrati gli aiuti”. 

Per quanto riguarda le misure di sostegno post-Covid, le domande presentate dalle imprese toscane al Fondo centrale di garanzia per operazioni fino a 30mila euro sono pari a 50.500 allo scorso 13 giugno. Le operazioni in riguardano finanziamenti complessivamente per 1 miliardo di euro, a fronte di 12 miliardi di euro del totale nazionale, con una quota toscana dell’8,3%. Per il direttore della sede fiorentina di Bankitalia Mario Venturi si tratta di “dati senz’altro importanti” che mostrano come “dopo un avvio faticoso nel mese di maggio il meccanismo sia diventato più fluido, e le imprese della Toscana vi abbiano fatto ricorso in misura percentuale maggiore rispetto alla media nazionale”.

Per effetto delle misure di sostegno alla liquidità post-Covid “ci aspettiamo che ci sia una risalita molto più forte nel secondo trimestre 2020”, ha spiegato Silvia Del Prete, ricercatrice di Banca d’Italia. I prestiti bancari alle famiglie sono cresciuti sia nel 2019 (+3,2%), e risultavano in crescita anche a marzo 2020 (+2,5%). Le nuove erogazioni di mutui sono tornate a crescere nel primo trimestre del 2020 (4,2%), con netta prevalenza dei mutui a tasso fisso, mentre il credito al consumo ha rallentato (dall’8,2% al 5,7%) in connessione con il deterioramento delle condizioni del mercato del lavoro e con il calo dei consumi.

Per quanto riguarda il mercato del lavoro se la dinamica occupazionale ha continuato ad essere positiva, seppur in rallentamento: il numero di occupati è cresciuto dello 0,5 per cento. Nei primi mesi del 2020 però le ripercussioni della crisi pandemica sono state considerevoli.  C’è stata una significativa riduzione del saldo di posizioni lavorative dipendenti nei mesi di marzo e aprile, particolarmente pronunciata nel comparto dei servizi turistici e del tempo libero, dove più incisivo è il ricorso ai contratti a termine. 

Il reddito delle famiglie e i consumi, già in rallentamento nel 2019, hanno fortemente risentito nell’anno in corso del blocco delle attività. La ricchezza complessiva delle famiglie però, sebbene in riduzione per effetto del calo dei prezzi degli immobili, continua a essere superiore in rapporto al reddito disponibile (8,4) all’analogo dato nazionale (8,1). 

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