La Fase 2 è cominciata con indicazioni diverse per le piccole imprese artigiane in Toscana e a soffrire più di tutti è il mondo dell’artigianato artistico, che patisce l’assenza dei flussi turistici.
“Di fronte alla crisi causata dall’emergenza Coronavirus purtroppo si prevede la chiusura di un 30% delle imprese artigiane – spiega Gianni Lamioni, presidente di Artex, Centro per l’artigianato artistico e tradizionale della Toscana”.
L’universo dell’artigianato artistico è costituito da circa 20mila imprese toscane, che nel loro complesso impiegano oltre 100mila addetti, tra dipendenti e indipendenti. Fra gli altri comparti dell’artigianato “sono meno in sofferenza – spiega Alessandro Sorani, presidente di Confartigianato Firenze – le aziende degli impianti e del settore Ict, mentre piano piano ripartono quelle dell’artigianato alimentare”.
Per aiutare le imprese Artex ha rivolto un appello ai consumatori locali, rilanciando sui propri canali social il video “Compra Artigiano” di Lorenzo Baglioni che invita ad acquistare prodotti unici, di qualità, e legati al territorio.
Cna Firenze invece ha reso noto che le imprese artigiane di Firenze e della provincia si aspettano un crollo del fatturato del -67% per il turismo, -57% per la moda e -54% per il commercio rispetto al 2019. È quanto emerge da una indagine effettuata appunto da Cna Firenze tra i suoi soci che evidenzia tra i principali fattori di criticità il forte calo di liquidità, la diminuzione brusca della domanda, le ripercussioni sull’occupazione e l’eccessivo prolungarsi della fase di incertezza. Il 70% delle imprese giudica negativamente i provvedimenti governativi su credito e liquidità, e il 95% di chi ha presentato domanda di credito è ancora in attesa.
Per settori come ristorazione e bar, commercio specializzato non alimentare, benessere, trasporto persone, secondo Cna Firenze il rischio maggiore è quello di una crisi irreversibile che termini con la chiusura dell’attività. “È fondamentale sostenere le attività economiche, specialmente quelle più piccole”, sostiene il presidente dell’associazione Giacomo Cioni, che chiede misure come un fondo indennizzi per le imprese con cui onorare il canone di locazione, l’eliminazione dei contributi previdenziali dei dipendenti per il periodo di chiusura, e la riduzione dei tributi.