Un mercato ittico all’avanguardia, basato sulla digitalizzazione e la filiera “a miglio zero”, ma anche un laboratorio di trasformazione che utilizza metodi innovativi e brevettati che allungano il ciclo di vita del pesce fresco, un’area polifunzionale per iniziative educative e didattiche, convegni, eventi, esposizioni dell’agroalimentare toscano, corsi di cucina e un ristorante per imparare ad apprezzare anche il pesce povero di stagione. È il progetto del nuovo mercato ittico di Viareggio, che sta iniziando a prendere forma in uno spazio di 1500 metri quadrati nel cuore della darsena viareggina.
“Finalmente, dopo anni di rinvii e ritardi, la costruzione del mercato è stata ultimata” annuncia Alessandra Malfatti, presidente di Cittadella della pesca organizzazione di produttori, società cooperativa aderente a Confcooperative Toscana Nord che gestirà l’intero progetto. “Stiamo completando gli allacci, poi iniziamo con l’allestimento interno. L’obiettivo è partire entro la primavera 2022. Il nostro è il primo progetto di una centrale della pesca in Italia che mette insieme filiera e distretto, rilancio e sostenibilità, innovazione e responsabilità verso la comunità, e non vediamo l’ora di vederlo prendere vita”.
L’investimento
Un progetto che parte dal lontano 2008 e che, superando problemi e intoppi burocratici, vede la luce grazie a un investimento di 5 milioni di euro: 2,5 milioni di fondi regionali per la realizzazione del mercato e altrettanti, a carico della cooperativa, per il suo allestimento. Al piano terra il mercato ospiterà una sala per la vendita all’asta del pesce all’ingrosso, altamente tecnologica e che offrirà agli acquirenti la possibilità di acquistare il pesce toscano anche da remoto, e un laboratorio di trasformazione dedicato alla lavorazione del pescato locale con un occhio di riguardo per i prodotti destinati alle mense scolastiche della Toscana, ma anche a ristoratori e privati.
Dal TrabaccoloExpress alla scuola di cucina
“Nel periodo del Covid, con le scuole chiuse abbiamo lanciato il TrabaccoloExpress, un servizio di consegna del pesce a domicilio per i clienti privati che possono ordinare da un listino e ricevere a casa un prodotto di cui garantiamo qualità, tracciabilità e corretta gestione della catena del freddo” racconta Malfatti. “Il servizio andrà avanti e sarà integrato nelle attività del progetto. È un altro esempio di come possiamo accorciare la filiera per offrire a tutti il meglio che il nostro mare può offrire”.
Sempre al piano terra è prevista un’area polifunzionale per iniziative didattiche e educative, convegni, esposizione dei prodotti agroalimentari toscani, una scuola cucina per studenti degli istituti alberghieri della costa toscana e per i professionisti del mondo della ristorazione, in modo da favorire le sinergie tra mondo della pesca viareggino e le altre realtà economiche e sociali del territorio, in particolare il turismo e la nautica. Al piano di sopra sarà invece allestito un ittiturismo per assaggiare il pescato di stagione e un bar con un’area per eventi e iniziative di promozione.
Nuovi posti di lavoro
“Oggi rappresentiamo il 90% della marineria, con 40 barche a strascico, una lampara e un centinaio di barche di piccola pesca creiamo opportunità di lavoro per circa 300 famiglie di pescatori e circa 800 persone occupate nell’indotto” aggiunge Malfatti. “Il progetto creerà non meno di 20 nuovi posti di lavoro diretti a cui va aggiunto tutto l’indotto creato dalle iniziative e dalle sinergie che svilupperemo. L’obiettivo ambizioso è quello di innescare un volano economico che migliori la redditività delle imprese di pesca familiari nostre socie e che consenta alla categoria di finanziare quelli investimenti in infrastrutture e servizi che sono necessari per garantire nel tempo la sostenibilità economica, ambientale e sociale della nostra marineria. Per questo contiamo di sviluppare a regime un fatturato di 4 o 5 milioni di euro”.
Altra particolarità del progetto? Le braccia, in mare, sono maschili, mentre il lavoro a terra è tutto al femminile, dai vertici della cooperativa, ai consulenti, fino alle impiegate e, ultima ma non ultima, la componente femminile delle imprese di pesca familiari socie.