Da tanto tempo (troppo) mancava un vero confronto in presenza. Il mondo del volontariato e del terzo settore toscano, che anche durante la pandemia non hai mai fatto passi indietro nonostante le crescenti difficoltà, si è di nuovo incontrato a Lucca. Una città non casuale, in un giorno che non è un giorno qualunque. Da ieri è infatti iniziata ufficialmente la migrazione degli enti presenti nei registri specifici verso il registro unico nazionale del terzo settore (Runts). Il registro regionale conta al momento 6.777 realtà, mentre l’Istat ne ha censite più di 21 mila in tutta la Toscana. “L’obiettivo è quello di riunire tutti dentro al registro unico” ha detto l’assessore regionale al sociale Serena Spinelli.
Anche il linguaggio conta
A proposito dell’acronimo “Runts”. Anche l’assessore Spinelli, intervenendo a Lucca, l’ha definita una scelta di linguaggio “poco felice”. Ricordiamo che solo pochi giorni fa il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, durante l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Siena, si era ironicamente (ma non troppo) interrogato sull’uso e sull’abuso di certi acronimi dicendo che, parole sue, “sarebbero utili studi per approfondire le conseguenze del loro uso smisurato sul linguaggio e sulla facilità di comunicazione”. Un appello ancora inascoltato. “Non si tratta solo di un atto amministrativo, ma di uno strumento per costruire reti territoriali”, ha aggiunto Spinelli commentando questa novità.
Lucca, capitale del volontariato
Il contesto, come dicevamo, è ancora una volta Lucca. Una città che non solo ha una forte tradizione associativa e una spiccata attitudine alla solidarietà, ma che grazie al Centro nazionale per il volontariato (Cnv), fondato da Maria Eletta Martini e Giuseppe Bicocchi, ha contribuito a costruire negli anni una rinnovata cultura del dono. È sempre a Lucca che l’allora premier Matteo Renzi, in una delle sue prime uscite pubbliche, al Festival del volontariato lanciò la proposta della riforma del terzo settore.
Da allora ne è passato di tempo (e di acqua sotto ai ponti). E se oggi le istituzioni e le organizzazioni di volontariato e terzo settore si sono incontrate nelle sale del Real Collegio, è per una due giorni di discussione e riflessione su temi come la co-progettazione l’integrazione socio-sanitaria. A organizzare questo appuntamento sono appunto Cnv e Regione Toscana, insieme al Cesvot e con la collaborazione di Anci Toscana e del Forum regionale del terzo settore. Il titolo? “La comunità locale. Pubblico e terzo settore tra reti di solidarietà e prossimità”.
“Se siamo qua è perché insieme possiamo costruire comunità più coese”
Lavorare insieme
“Se siamo qua è perché insieme possiamo costruire comunità più coese” ha detto Spinelli. “Tutti ci dicono che siamo in una fase di passaggio e che le sfida da affrontare sono tante. La pandemia non è ancora superata, ma nei nostri sistemi territoriali ha già evidenziato alcuni elementi di criticità. Ora spetta a noi definire le azioni da compiere” ha aggiunto rivolgendosi al terzo settore. “È anche grazie a voi se in questa fase complessa siamo riusciti a offrire risposte inclusive”.
Le sfide
I temi, discussi anche in gruppi di lavoro dedicati, sono co-programmazione, co-progettazione, integrazione socio-sanitaria, reti di prossimità e comunità locali. “Sono tutti temi di prospettiva” ha proseguito l’assessore regionale al sociale. E ora cosa accadrà? “Abbiamo visto come la relazione tra istituzioni e terzo settore abbia potuto fornire risposte concrete. Purtroppo, guardando in avanti, avremo senz’altro un aumento delle persone sotto la soglia di povertà. È in crescita anche la povertà educativa tra i più giovani e ci saranno maggiori difficoltà per le persone più fragili. Di fronte a tutto questo possiamo pensare di arrenderci, oppure possiamo davvero metterci in rete per capire come ricostruire un welfare di comunità“.
Spinelli ha auspicato l’unione delle competenze, delle risorse e delle idee per raggiungere questi risultati. “Dobbiamo riuscire a capire insieme quali sono i bisogni e offrire di conseguenza delle risposta adeguate, co-progettando le soluzioni di cui abbiamo drammaticamente bisogno. Solo così costruiremo comunità più coese in cui le persone si senteranno prese in cura. Sempre, non solo nella fase del bisogno. Dobbiamo migliorare insieme la qualità di vita delle persone. L’ambizione? È essere felici“.
“Dobbiamo migliorare insieme la qualità di vita delle persone”
La ricerca
Rispetto alla riforma del terzo settore e alla nascita del registro unico, secondo una ricerca condotta da Cesvot stiamo assistendo a una diminuzione delle organizzazioni di volontariato e a un aumento delle associazioni di promozione sociale. “Un divario sottolineato anche dalle attività svolte” ha ricordato Luigi Paccosi, vicepresidente vicario del Centro servizi per il volontariato della Toscana. “Il volontariato opera prevalentemente in ambito sanitario, la promozione sociale si concentra invece nel settore ricreativo, in quello culturale e nel sociale”. Al posto di Paccosi, a Lucca sarebbe dovuto intervenire il presidente Federico Gelli che lunedì scorso è stato nominato nuovo responsabile della Direzione sanità, diritti cittadinanza e coesione sociale della Regione Toscana. Una nomina che decorrerà dal primo dicembre, ma per cui è già necessario mettersi al lavoro.
Luoghi insostituibili
“Da soli non si va da nessuna parte”
Proprio durante la pandemia Cesvot aveva lanciato la campagna di comunicazione “Passa all’azione, diventa volontario”. Ebbene, secondo il bilancio condiviso da Paccosi, le richieste sono state più di 1.500; poco meno della metà (642) sono diventati volontari in circa 300 associazioni. Sempre a proposito di numeri, a Lucca il portavoce del Forum del terzo settore della Toscana, Gianluca Mengozzi, ha ricordato che sono ben 9.750 gli enti che aderiscono a questo organismo di rappresentanza sociale. “Le associazioni e le cooperative sono luoghi insostituibili” ha aggiunto Mengozzi. “Non solo per cosa fanno, ma per come lo fanno. Qua tutto si decide insieme, consapevoli che da soli non si va da nessuna parte. Siamo una palestra di democrazia. Senza questo sistema, da salvaguardare e proteggere, saremmo molto più soli“.