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Una ragazza toscana dietro l’Oscar a ‘Spider-Man: Into the SpiderVerse’

La fiorentina Eva Bruschi ha lavorato per due anni agli storyboard del film di animazione premiato dall’Accademy lo scorso lunedì 25 febbraio

All’ultima edizione della premiazione degli Oscar che si è tenuta lo scorso lunedì 25 febbraio c’era anche un po’ di Italia. La fumettista marchigiana Sara Pichelli scelta dalla Marvel Comics è infatti la creatrice di Miles Morales protagonista del fumetto Ultimate Comics: Spider-Man del 2011. Miles è il personaggio che ha assunto l’identità dell’Uomo Ragno in seguito alla scomparsa di Peter Parker, ucciso nella saga La Morte di Spider-Man. Morales è anche il primo afroamericano a indossare il costume del supereroe e su di lui è basato Spider-Man: Into the Spider-Verse il film (già vincitore di un Golden Globe) che ha vinto la prestigiosa statuetta come Miglior film d’animazione agli Oscar 2019.

Ma c’è anche un po’ di Toscana dietro a questa straordinaria vittoria: Eva Bruschi, classe 1983 è una giovane disegnatrice fiorentina che ha partecipato per due anni al lavoro ‘dietro le quinte’ per la realizzazione di ‘Spider-Man: Into SpiderVerse’. Ecco la nostra intervista.

Ciao Eva, raccontaci un po’ di te!
Ciao Costanza! Io vivo a Firenze, mia città natale. La passione per il disegno l’ho sempre avuta, ho sempre disegnato molto, fin da piccola, un pò ovunque. Solo durante il periodo delle superiori ho mollato, poi ho ripreso e ho provato a farne un lavoro. Per quanto riguarda la formazione artistica ho frequentato quella che ora si chiama la “The Sign / Comics and Arts Accademy”, che un tempo era la sezione fiorentina della Scuola Internazionale di Comics, frequentando il corso triennale di animazione. Per il resto vado fiera del mio diploma superiore di perito meccanico! Adesso sono Storyboard Artist freelance per Netflix, su un feature.

Quali sono i progetti più interessanti a cui hai partecipato?
I progetti più belli ai quali ho lavorato ultimamente sono appunto sicuramente SpiderVerse; High in the Clouds – un feature tratto dal libro scritto da Paul McCarteny, che non ha ancora visto ahimè la luce (ma son cose che capitano in questo settore) diretto da Cody Cameron (Co-Director su Cloudy 2) e con le musiche originali di Paul e altre belle collaborazioni – ; un delizioso spot per IGA Markets uscito per il Natale, diretto Fabrice Fiteni; un cortometraggio molto bello ancora in lavorazione, “Totti”, sotto la direzione di Shad Bradbury, bravissimo animatore Pixar. E poi altri, ma l’elenco può finire qui sennò ti scrivo il mio curriculum!

Come sei stata coinvolta nel progetto SpiderVerse?
Ero nel posto giusto al momento giusto. Ricordiamoci che il fattore ‘C’ non è da sottovalutare. Ero a New York, ottobre 2015, per uno screening del reel relativo al progetto High In The Clouds appunto, ed è stato lì che ho conosciuto uno dei tre co-directors di SpiderMan, che dopo aver visto il mio lavoro, mi ha chiesto se avevo voglia di unirmi a breve alla prossima produzione con loro. E così è andata.

In che modo hai collaborato al film?
Ho fatto due anni di storyboard freelance con Sony, su Spiderman. Facevamo meeting via conference call, mi spiegavano le sequenze, io le lavoravo, poi ci risentivamo per il pitch – quando cioè presenti il lavoro fatto e lo “commenti”, ovvero leggi i dialoghi, descrivi le azioni, fai i rumori degli effetti – tipo un’esplosione, una caduta, uno sparo – con la bocca (…la parte migliore) e poi mandi via le centinaia di disegni all’editor, che penserà a montarli. Ovviamente ti tieni pronto per delle correzioni da fare o per sequenze intere magari da cambiare perchè ci sono state evoluzioni sullo script. Così per due anni, quasi non-stop. Esperienza fantastica.

SpiderVerse ha vinto l’Oscar, il film è considerato in un certo senso un punto di svolta dell’animazione, perchè?
SpiderVerse è una novità in tutto e per tutto. Non mi addentro sulla parte più tecnica dell’animazione, dei rendering, della grafica perchè prima di tutto non li conosco nel dettaglio, non ho vissuto quelle fasi lì all’interno dello studio purtroppo, per cui non ne posso parlare. Però è decisamente visibile anche agli occhi di chi non è del mestiere, quanto questo film sia diverso dagli altri usciti fin’ora. Da guardare per assurdo, per chi ha voglia, frame by frame… ci sono fotogrammi che spaccano.

Pensi che il fatto che il film ha vinto un Oscar cambierà un po’ la vita anche a te?
Non credo. Quello che è cambiato è nel numero di richieste di contatti su LinkedIn, un sacco di persone mi scrivono sia per collegarsi con me che solo per farmi i complimenti. Mi sento di aver già vinto tutto solo partecipando alla lavorazione del film e il team è stato favoloso con me, facendomi sentire molto più vicina a loro di quello che in realtà ero. Molto di più di quello che è successo con tante altre produzioni, magari davvero a km pressochè zero, in confronto.

Per vedere i lavori di Eva Bruschi visita:
http://motoskifo.weebly.com

 

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