L’alta torre di Donoratico si staglia all’orizzonte per chi arriva dall’Aurelia o dal mare. E’ l’elemento che più caratterizza questo tratto della costa degli Etruschi. I ruderi del castello di Donoratico, di cui sono giunti ai giorni nostri la torre e alcuni resti della cinta muraria, sono oggi monumento nazionale. La torre viene esaltata anche dal poeta Giosuè Carducci in alcuni versi di “Avanti! Avanti!“.
“Ricordi Populonia, e Roselle, e la fiera Torre di Donoratico a la cui porta nera Conte Ugolin bussò...” scrive Carducci mentre Dante la indica come residenza del conte Ugolino, personaggio consacrato dal sommo poeta nel XXXIII canto dell’Inferno.
La storia di questa rocca è legata a doppio filo ai Conti di Donoratico, i Della Gherardesca a cui lo stesso Ugolino apparteneva. Furono loro nell’ottavo secolo a realizzare il castello per proteggersi dagli attacchi che arrivavano dal mare.
In occasione dell’evento “Bolgheri Divino” agli inizi di settembre il consorzio Bolgheri e Bolgheri Sassicaia Doc ha riunito i produttori all’ombra della torre. Qui il conte Gaddo Della Gherardesca ha voluto raccontare la storia di questo monumento ricordandone prima le origini etrusche e i reperti oggi conservati al museo Guarnacci di Volterra.
“La storia è fatta di corsi e ricorsi – ha ricordato il conte Gaddo – qui vivevano bizantini e saraceni e con l’arrivo dei Della Gherardesca e dei longobardi vennero accompagnati alla porta“. In questo tratto di costa a partire dall’anno Mille vennero realizzate tutta una serie di castelli “non per una bevuta o per l’aria buona ma per individuare bene il nemico che arrivava dal mare“. Da qui venivano avvistate le navi dei saraceni e dei nemici della Repubblica prima Pisana e poi Fiorentina.
Il castello, costruito nel Mille, ebbe vita breve: nel 1433 fu distrutto dal re d’Aragona. “A Donoratico la chiamano torre ma era un castello, noi siamo i conti del Castello di Donoratico. Il paese fino al secolo scorso si chiamava Bambolo” ha puntualizzato il conte. La torre svetta sul territorio circostante tra pini, macchia mediterranea e vigneti. Costituisce un notevole esempio di architettura medievale.
La torre venne fatta ristrutturare da Walfredo della Gherardesca, nel 1929. Da lì provengono alcune pietre usate per costruire la torre campanaria vicino alla chiesa di S. Lorenzo, a Castagneto Carducci. Oggi la torre non è accessibile ma è solo possibile visitare l’area circostante.