A nove giorni dal decimo anniversario della strage ferroviaria di Viareggio, che il 29 giugno 2009 costò la vita a 32 persone, oggi è arrivata la sentenza di secondo grado del processo. La corte di appello di Firenze sostanzialmente ha confermato le condanne emesse in primo grado dal tribunale di Lucca per gli allora vertici delle ferrovie. Sette anni (come in primo grado) per Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Fs e Rfi, che non era presente in aula al momento della lettura della sentenza. Sei anni per Michele Mario Elia, ex ad di Rfi, e per Vincenzo Soprano, ex ad Trenitalia. Elia in primo grado era stato condannato a 7 anni e 6 mesi, mentre Soprano a 7 anni e 6 mesi.
Condannati anche l’ex ad di Cargo Chemical Mario Castaldo a 6 anni (7 anni in primo grado), e a 4 anni Francesco Favo (erano 6 in primo grado), Daniele Gobbi Frattini (6 anni e 6 mesi in tribunale), Emilio Maestrini di Trenitalia (erano 6 anni e 6 mesi), Paolo Pizzadini capo commessa di Cima Riparazioni (da 6 anni e 6 mesi).
Assolti invece in appello altri dirigenti e tecnici di Rfi che erano stati condannati dal tribunale di Lucca. Sono Giovanni Costa, Alvaro Fumi, Enzo Marzilli, tutti condannati a 6 anni in primo grado.
In aula oggi a Firenze c’erano tutti i familiari delle vittime che quella notte persero la vita a seguito del deragliamento di un treno carico di gpl: una delle cisterne si ruppe, causando esplosioni e incendi in tutta la zona limitrofa. Alla lettura della sentenza qualcuno si è preso il volto tra le mani, qualcuno ha pianto, qualcuno si è aggrappato alla sedia cercando di contenere l’emozione: tutti hanno sussultato quando la corte ha condannato Mauro Moretti anche in qualità di ex ad di Fs.
Se Marco Piagentini, presidente dell’Associazione ‘Il mondo che vorrei’, preferisce restare in silenzio e annuncia una conferenza stampa per domani a Viareggio, dopo essere uscito dall’aula Claudio Menichetti, padre di Emanuela, morta per le gravi ferite riportate dopo l’esplosione del vagone cisterna, ha mostrato ai giornalisti una foto del volto della figlia in ospedale, reso irriconoscibile dalle ustioni: “Come potevo – ha detto – lasciare perdere una cosa del genere”. “Siamo arrivati a un buon giudizio – ha commentato – finalmente dopo questa sentenza riusciremo a fare qualcosa per la sicurezza”. Trattiene a stento le lacrime Luciana Beretta, che nella strage di Viareggio ha perso il figlio Federico Battistini: “Non so cosa farò oggi – ha detto – ma so che mi batte forte il cuore. Penso che finalmente non potranno cavarsela più solo voi risarcimenti”.