Ci sono mostre fotografiche che non sono solo una successione di scatti, ma sono capaci di farsi narrazione e per questa strada di intrecciarsi fortemente con un luogo e di tirarne fuori l’essenza.
Livorno è il suo mare, imprescindibile per la sua storia e la sua identità: le banchine del porto, le fortificazioni dei Medici, i mercanti di tutte le nazioni, l’“Amerigo Vespucci”, gli stabilimenti balneari e la Terrazza Mascagni.
La mostra “Sognando i corsari. Livorno e il suo mare negli archivi Alinari” aperta dal 1° luglio all’8 ottobre al Museo della città di Livorno al Polo Culturale dei Bottini dell’Olio, traccia un segmento della storia della città attraverso scatti ormai famosi e iconici, ma anche presentando una carrellata di immagini inedite di grande valore artistico e storico che come tali hanno fatto la storia della fotografia.
Il legame tra la città dei quattro Mori e il suo mare è raccontato attraverso un secolo, a cavallo tra ‘800 e ‘900, di fotografi e di fotografie, a partire dal dagherrotipo della Dogana D’Acqua attribuito ad Aristide Castelli del 1845.
Livorno accoglie precocemente l’invenzione della fotografia: già nel 1843 Giuseppe Marzocchini aprì proprio a Livorno il primo studio fotografico in Toscana.
In esposizione foto di stabilimenti balneari e bagnanti, mareggiate, vari di navi, palombari e altri mestieri legati al mare, negli scatti di fotografi (o intere dinastie di fotografi) livornesi.
Tra loro Bettini e Miniati che sorprenderanno per il loro fascino i visitatori che vedranno per la prima volta le loro immagini.
Sorprendenti le diapositive colorate a mano dallo scienziato fiorentino Giorgio Roster nei suoi soggiorni all’isola d’Elba nella seconda metà dell’800 così come sempre all’Elba sono state scattate altre fotografie amatoriali di vacanze estive risalenti agli anni Venti e Trenta.
Il titolo della mostra si riferisce alla foto di Michele Vestrini del 1958 che raffigura un bambino di spalle, seduto su una spalletta della Terrazza Mascagni. Di fronte a lui, nella vastità del mare aperto, la celebre nave Vespucci a vele spiegate. O forse, i corsari?
Gli Archivi Alinari
Gli Archivi Alinari sono uno dei giacimenti fotografici più grandi e antichi al mondo.
Il patrimonio conta oltre cinque milioni di pezzi, numerosi dei quali unici, databili dal 1841 ai nostri giorni, raccolti in centinaia tra archivi e collezioni di grande rilevanza per la storia della fotografia, non solo italiana.
Nel dicembre del 2019 questo archivio è divenuto pubblico grazie all’acquisto della Regione Toscana, operazione di politica e investimento culturale tra i più importanti degli ultimi anni, che lo ha salvato dalla dispersione e dallo smembramento, garantendone la conservazione e la sua accessibilità.