Arriva dalla Fondazione Toscana Life Sciences di Siena la nuova frontiera della lotta al Covid-19. Qui infatti il gruppo di ricerca del Monoclonal Antibody Discovery (MAD) Lab, diretto dallo scienziato di fama internazionale Rino Rappuoli, sta sviluppando una cura a partire dagli anticorpi monoclonali umani, presi da pazienti convalescenti dal Coronavirus.
Oggi il ministro della Salute Roberto Speranza, insieme al presidente della Regione Toscana, ha visitato il polo tecnologico senese che sta lavorando al Progetto MabCo19, cioè la risposta alla pandemia attraverso gli anticorpi monoclonali umani.
Ricerche fondamentali nella sfida al virus per cui il governo ha stanziato 80 milioni di euro nel 2020, a cui si aggiungeranno 300 milioni per il 2021.
Speranza: “Con gli anticorpi monoclonali l’Italia dà il suo contributo a questa sfida mondiale”
Il progetto MabCo19 prevede di affiancare al già esistente gruppo di ricercatori, dedicato allo sviluppo di anticorpi monoclonali e vaccini, anche un impianto, che sarà capace di produrre lotti pilota per la prova clinica sull’uomo e un numero sufficiente di dosi per un primo intervento a supporto di eventuali emergenze sanitarie.
“Esprimo apprezzamento e orgoglio per quello che viene fatto qui dai nostri ricercatori e scienziati. L’Italia da come sempre il proprio contributo a questa sfida mondiale. Lo stiamo facendo su tutto, qui a Siena, lo stiamo facendo sugli anticorpi monoclonali” ha commentato il ministro Speranza al termina della visita ai laboratori senesi.
“I dati sono interessanti, ci sarà ancora molto da lavorare e da verificare ma apriamo una strada per avere cure certe e sicure che possano portarci a un risultato positivo rispetto a questa sfida drammatica che il Covid ha portato a tutta l’umanità”, ha aggiunto il ministro. “È un orgoglio per il Paese il fatto che questi ricercatori operino sul territorio nazionale. Abbiamo bisogno di costruire il massimo di sinergia possibile – ha concluso Speranza – è una sfida di tutta la nostra comunità nazionale e il governo nazionale darà il massimo sostegno a questo progetto”.
Il progetto MabCo19: obiettivo test clinici entro fine 2020
Nel marzo scorso il MAD Lab di Toscana Life Sciences ha siglato un accordo strategico di collaborazione con l’Istituto Spallanzani di Roma, centro nazionale di riferimento per le malattie emergenti ed ha accesso a persone infettate da agenti patogeni emergenti e, successivamente, ha esteso la collaborazione con l’Azienda Ospedaliero Universitaria Senese.
A luglio i ricercatori hanno terminato la fase di discovery degli anticorpi monoclonali umani in risposta all’infezione da SARS-CoV-2. Sono stati 3 gli anticorpi selezionati a partire da più di 4mil candidati ottenuti dal sangue di pazienti convalescenti o guariti da Covid-19 che, dopo essere stati oggetto di domanda di brevetto, potranno essere prodotti per i test clinici.
“Uno di questi tre anticorpi è stato il primo identificato come potente che si è confermato tale ormai in diversi esperimenti ed è dunque già stato espresso e purificato in laboratorio – spiega Claudio Sala, senior scientist del MAD Lab – siamo molto ottimisti sul prosieguo dello sviluppo e sulla sicurezza e potenzialità terapeutica”.
La sequenza di Dna dei tre anticorpi monoclonali umani è stata inviata a un partner svizzero per lo sviluppo delle linee cellulari e, successivamente, avverrà la produzione e l’infialamento grazie all’accordo sottoscritto con il Gruppo Menarini. L’obiettivo è di poter avviare entro la fine del 2020 i test clinici sull’uomo.
Un’eccellenza toscana nelle scienze della vita
La Fondazione Toscana Life Sciences è un ente no-profit che opera dal 2005 nel panorama regionale con l’obiettivo di supportare le attività di ricerca nel campo delle scienze della vita. Per questo ha creato il bioincubatore, che coinvolge 47 realtà tra cui molte startup e gruppi di ricerca di origine universitaria.
All’interno di Toscana Life Sciences operano più di 400 addetti, di cui il 36% è impegnato in attività di ricerca e sviluppo. Dal 2007 ad oggi, la Fondazione ha attratto e generato risorse per oltre 211 milioni di euro e ora è in prima fila nella corsa alla cura per il Covid-19, indispensabile per tutta l’umanità.