La storia del ristorante Giovanni da Verrazzano è una storia antica che parte dal ‘300, secolo a cui risalgono i primi documenti che attestano la presenza in piazza Giacomo Matteotti a Greve in Chianti di una locanda detta ‘del fossatino’ che accoglieva i pellegrini. Si tratterebbe dunque di una delle locande più antica d’Italia, famosa anche perchè qui, oltre a piatti di classica cucina toscana, si prepara una specialità: lo Stracotto al Chianti Classico inventato da Caterina de’ Medici. È una pietanza prelibata e molto particolare, che richiede una cottura di molte ore, a base di carne di manzo, pinoli, uvetta, aglio, peperoncino e ovviamente tanto buon vino.
La locanda di Greve nel corso degli anni ’80 e ’90 è stata anche un punto di ritrovo per intellettuali, politici, attori e artisti in viaggio per ammirare la bellezza delle dolci colline del Chianti. Il ristorante e l’albergo sono da oltre 40 anni gestiti da Rossella Rossi con le figlie Caterina e Margherita e tutta la famiglia. Insieme ad altri ristoratori sono state tra le promotrici di una ‘cena in piazza’ che si è tenuta domenica 21 giugno a Greve in Chianti per lanciare un messaggio positivo post Covid. Il ‘salotto del Chianti’ ovvero piazza Matteotti ha ospitato 160 persone sedute a distanza e in sicurezza per degustare le migliori eccellenze della tradizione enogastronomica chiantigiana. Un modo per dire, ripartendo dalle tradizioni della tavola: ‘Il Chianti c’è, è pronto ad accogliervi, vi aspettiamo’.
Ciao Rossella! Quando hai iniziato a lavorare qui?
Ho iniziato nel 75 con mio marito Luciano, avevamo 20 anni, posso dire che questo ristorante è stato la mia vita. Certo nel ’75 Greve non era com’è adesso, i turisti ancora non c’erano. C’erano stranieri che abitavano qui, inglesi, svizzeri, tedeschi che avevano qua una casa. Per esempio la famiglia Guinness della birra irlandese aveva una casa qui vicino a Melazzano ed erano nostri clienti, ragazzi giovani come noi. C’erano anche studenti brasiliani che vivevano qui e studiavano architettura a Firenze. C’erano cioè persone straniere che avevano scelto di vivere o di studiare qui, ma non turisti.
Quando è arrivato il turismo?
Piano, piano dagli anni 80 in poi è cominciato ad arrivare movimento, ma era un turismo molto particolare, brutto dire ‘d’élite’. Diciamo che erano persone di un certo livello culturale, non intendo persone ricche economicamente, erano artisti, scrittori, gente legata al mondo della politica, intellettuali, per esempio Pietro Ingrao, Miriam Mafai, il segretario di Enrico Berlinguer Antonio Tatò. C’era un movimento anche culturale, ti poteva capitare di parlare al tavolino del bar in piazza con persone di un certo livello. Successivamente c’è stato un grande incremento del turismo, certo non i numeri di Firenze, ma si può dire che a Greve ormai si vive di turismo, anche la vendita del vino è legata alle strutture, ai ristoranti, agli alberghi. Per farti un esempio anche chi fa l’imbianchino non avrebbe lavoro se non ci fosse il turismo.
Qui vicino a Vignamaggio nel ’93 hanno anche girato un film molto famoso “Molto rumore per nulla”
Si gli attori tutte le sere venivano a cena qui da Denzel Washington a Keanu Reeves, Kennet Branagh, Emma Thompson. Tra l’altro Denzel Washington in quel periodo stava girando anche “Malcom X” e una sera fece un’intervista qui con i giornalisti insieme al regista Spike Lee. In tanti mi chiedono perchè non hai mai fatto una fotografia? E io rispondo che personalmente mi disturba invadere la vita e la privacy delle persone. Se sei un mio cliente non voglio speculare sulla tua immagine lo trovo un atto di maleducazione. Vip qui comunque ne sono sempre passati tanti anche Ugo Tognazzi e Florinda Bolkan che venne a girare una serie tv vicino a Uzzano insieme a Kim Rossi Stuart.
Con la quarantena a causa del Coronavirus è stata dura per voi?
Siamo stati fermi tre mesi, abbiamo chiuso l’11 marzo e abbiamo riaperto il 22 maggio con dei numeri risicatissimi. Per noi perdere aprile, maggio e giugno vuol dire aver perso l’alta stagione.
Adesso che sono riaperte le frontiere è arrivato qualcuno?
Questa settimana abbiamo avuto timidi segnali. Giovedì sera due austriaci a cena mi hanno detto “Signora la prima cosa che abbiamo fatto dopo il lockdown è stata montare in macchina e venire in Toscana, perchè per noi la Toscana, è la Toscana”. Questo è un segnale positivo, però per adesso l’estate è stata tutta disdetta fino a fine settembre.
Cosa fa più paura secondo te alla gente?
Forse hanno paura di fare la quarantena una volta tornati nel loro paese di origine. Oppure hanno paura di ammalarsi perchè non capiscono che in Italia ogni regione ha avuto una situazione relativa alla pandemia molto diversa. La Toscana non ha i numeri del Piemonte o della Lombardia, ormai siamo quasi a zero contagi. Certo la gente è preoccupata, mi sembra normale.
Com’è nata l’idea di organizzare la cena in piazza?
Abbiamo organizzato questo evento per dire il Chianti è qui, vi aspettiamo. L’idea è partita da un gruppo di ristoratori, il comune si è reso disponibile, ognuno di noi ha invitato 16 persone, con tutte le precauzioni prescritte dai decreti. Vogliamo lanciare un segnale, se non riparte il turismo per noi la situazione è tragica, se tutta l’estate si dovesse lavorare come a giugno sarebbe un problema. Certo, facciamo il servizio da asporto, prima era più legato ai giorni festivi, adesso che la gente si sposta meno ha più voglia di ordinare quindi c’è stato un lieve incremento ma noi non possiamo vivere solo di questo. Purtroppo c’è anche il problema del personale che non ho potuto assumere, persone che contavano su questo lavoro per la stagione estiva. Il primo di aprile noi facevamo ogni anno cinque assunzioni nuove e ora sono tutti fermi a casa.
Cosa serve adesso per ripartire?
Ci vuole coraggio e soprattuto che gli italiani abbiano voglia di viaggiare in Italia, di scoprire il mare, le città d’arte, i borghi come Greve, Panzano, Montefioralle, Castellina. L’Italia è piena di bellezza, di eccellenze enogastronomiche. La qualità qui in Toscana è al primo posto, si mangia benissimo dappertutto, l’accoglienza è sempre cordiale, ci sono aziende agricole che fanno vino, olio e sono tutti prodotti straordinari. Se negli anni ’70 potevi trovare il vino poco buono, ora non lo trovi. Abbiamo imparato a lavorare al meglio e siamo dei professionisti.
Per informazioni:
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