“Il Viareggio-Rèpaci è il premio dei poeti”. È così Roberto Benigni ha accolto dal sindaco Giorgio Del Ghingaro il premio speciale “Città di Viareggio”. “Considero ‘La camera da letto’ di Attilio Bertolucci, che vinse nel 1989 dopo avere vinto il premio già nel 1951 con ‘La capanna indiana’, il più grande poema del Novecento” ha detto Benigni, ospite della cerimonia di premiazione del premio letterario, giunto alla 92esima edizione. “Adoro la poesia – ha aggiunto il premio Oscar – e anch’io ho il cassetto pieno di poesia. Sono sciocchezze, ma come si dice? È una sciocchezza non scriverle, perché le poesie sono importantissime”.
Tutti i premiati
Gli altri vincitori sono Edith Bruck con “Il pane perduto” (La nave di Teseo) per la sezione narrativa, Walter Siti con “Contro l’impegno” (Rizzoli) per la sezione saggistica e Flavio Santi con “Quanti” (Industria e letteratura) per la poesia. La cerimonia di premiazione è stata condotta da Monica Giandotti insieme al presidente della giuria, Paolo Mieli. “Un premio prestigioso e una serata finale unica e indimenticabile” ha detto il sindaco Del Ghingaro. “Viareggio corre per la candidatura a capitale italiana della cultura per il 2024. E questo premio, i suoi protagonisti, sono il segno di una città ormai in pieno rilancio. Il mio ringraziamento va a quanti si sono impegnati per portare a termine un lavoro che è stato lungo, impegnativo ma decisamente affascinante. Il 2024 è vicino. Abbiamo tracciato la rotta. Viareggio è questa: bellezza, cultura, voglia di futuro e di felicità”. Secondo Paolo Mieli è stata “una competizione molto agguerrita, una votazione sofferta. Perché tutte le opere finaliste avrebbero meritato il premio assoluto nella propria categoria”. Sono stati inoltre consegnati i premi speciali alle scrittrici presenti alla serata: ad Annalena Benini (premio giornalistico), a Igiaba Scego (premio internazionale) e ad Alessandra Carati (premio opera prima) per il suo romanzo d’esordio “E poi saremo salvi” (Mondadori).
“A Viareggio trascorrevo le mie vacanze da bambino. È un posto magico che regala allegria e alimenta la speranza”
“Viareggio è sinonimo di allegria”
Ma il protagonista, com’era logico aspettarsi, è stato Roberto Benigni. “Amo Viareggio. L’ho citata anche nel film ‘La vita è bella’, perché anche nel luogo più brutto che può esistere come il campo di concentramento, poter dire ‘Ci vediamo a Viareggio’ è sinonimo di allegria e di speranza” ha detto il premio Oscar. “Qui trascorrevo le mie vacanze da bambino e ho continuato a frequentarla anche in età adulta. È un posto magico che regala allegria e alimenta la speranza di lasciarci alle spalle qualsiasi difficoltà”.
Mondo di profughi
E, a proposito di difficoltà, non poteva certo mancare un riferimento al dramma afgano. “Ho raccontato la shoah con ironia, perché quella era finzione mediata dall’arte, mentre le immagini che arrivano dall’Afghanistan sono la tragica realtà che non può essere ancora trattata con ironia” ha detto Benigni sul palco di Viareggio, che poi ha ripreso le parole della vincitrice del premio della sezione narrativa Edith Bruk secondo la quale “stiamo vivendo in un mondo di profughi”. Infine ha aggiunto: “Ha ragione Edith e il mio cuore è profugo a vedere le immagini che gettano i bambini oltre il filo spinato. Quelle sono tutte le facce di Cristo e non possiamo che aiutare quelle persone. Non c’è altro da fare”.