Pitti Uomo 102, ci siamo. L’edizione di giugno, la numero 102 segna un punto di ripartenza dopo la pandemia. Firenze come luogo di confronto sui nuovi scenari del 2022. La manifestazione torna a svolgersi su 4 giorni, dal 14 al 17 giugno, sempre alla Fortezza da Basso di Firenze.
A esporre le collezioni primavera-estate 2023 saranno 640 brand in totale (38% esteri), compresi i ‘big’ del salone, tra cui Brunello Cucinelli. Il numero è sempre inferiore rispetto ai livelli pre-pandemia, ma comunque in crescita.
Il tema guida del salone è Pitti Island con allestimenti dedicati in Fortezza. La giovane designer anglo-giamaicana Grace Wales Bonner è la guest designer, mentre Ann Demeulemeester – dopo il rinvio di gennaio – è il brand Guest of Honour: partecipa con un progetto speciale alla Stazione Leopolda, curato dalla stessa stilista.
Due i progetti speciali: quello di Soulland, brand basato a Copenaghen guidato da Silas Oda Adler, che organizza una sfilata-evento, e Sapio, fondato dal designer Giulio Sapio, con una presentazione che rende protagonista assoluto l’abito.
Un progetto per brand e stilisti ucraini
Tra le iniziative è da segnalare quella della Fondazione Pitti Discovery: ha invitato a Firenze una selezione di designer e brand ucraini per presentare le loro collezioni. In uno spazio dedicato alla Fortezza da Basso andranno in scena le collezioni di nomi quali T.Mosca, Katerina Kvit, The Coat, Poustovit, Ksenia Schneider, Bobkova e Litkovska, e le speciali creazioni ‘arts & crafts’ di Olk Manufacture e Gunia Project, per un progetto realizzato con il contributo speciale di Fondazione Cr Firenze.
Tanti eventi e pure una supermodel
Molti gli eventi e le presentazioni che da sempre rendono una passerella ambita Firenze e Pitti. Tra gli eventi più attesi la sfilata di Chanel per i Metiers d’art. La sera del 14 giugno, la Loggia del piazzale Michelangelo di Firenze ospita lo special event firmato Superga: ospite d’onore la supermodella e attrice Emily Ratajkowski, ambassador e da sempre grande fan del brand.
Roy Roger’s festeggia i suoi 70 anni con un evento e il mini movie realizzato dal fotografo Bruce Weber. Pierre-Louis Mascia presenta il suo nuovo concetto di sportswear elevato: una capsule ispirata al mondo dello sport, che prevede anche il lancio in esclusiva di una sneaker in collaborazione con Diadora.
Baldessarini presenta la sua prima sfilata fisica sotto la guida di Florian Wortmann – il 14 giugno a Villa Corsini. Ci sarà il debutto della collezione North Sails X Maserati, e l’esposizione di Gore-Tex ‘From Past to Future’ dedicata ai noti tessuti.
Tornano anche Pitti Bimbo – alla 95/a edizione – dal 22 al 24 giugno con 194 brand e Pitti Filati – numero 91 -, dal 29 giugno al 1 luglio con 102 marchi.
L’export torna a correre
Segnali di ripresa nel 2021 per la moda maschile italiana, sopratutto grazie al commercio con l’estero. Secondo i dati sul menswear elaborati da Sistema Moda Italia, e diffusi durante la presentazione di Pitti Uomo, l’export torna a correre. A macchia di leopardo, però, i risultati.
Moda, comparto in risalita
Secondo i dati Istat nel 2021 si registrano un incremento del +13,4%, per un totale di circa 7,2 miliardi di euro, mentre l’import è cresciuto del +8,2%, passando a 4,9 miliardi di euro. Per le esportazioni le speranze riguardano Paesi in Ue ma pure Extra-Ue: Paesi Bassi (+17,7%), Belgio (+33,9%), Polonia (+60,2%), Austria (+11,2%), Svizzera (+15,1% poichè ormai hub strategico per la logistica). Germania e Francia restano i mercati chiave di riferimento.
Crollano Inghilterra e Giappone
Se l’export verso gli Usa, quinto mercato, registra una dinamica positiva, pur se ritmi meno “intensi” con +12,5%. Preoccupano alcune realtà: Hong Kong, in decima posizione, per il 3,4%. Crollano il mercato inglese: -46,5% nel 2021 rispetto a quelle del 2019 (circa 393 milioni in meno) e il Giappone -18,3% (quasi 60 milioni).
Preoccupano guerra e pandemia
Per il 2022, pur essendoci dati disponibili per capire le reazioni del mercato, preoccupano il conflitto russo-ucraino e i focolai di Covid-19 in Asia. Si rileva comunque che “i timori maggiori sono da ricondurre alla pressione sui costi, in termini di energia, noli e trasporti, tempi di approvvigionamento/consegna, nonché il possibile rallentamento della domanda dovuto a un clima di maggior incertezza”.