Il premio Oscar come miglior film d’animazione al Pinocchio del regista Guillermo del Toro è solo l’ennesimo riconoscimento per il burattino collodiano. Il rapporto dei membri dell’Academy con il personaggio della storia scritta da Carlo Lorenzini sotto pseudonimo è lungo e consolidato.
Dalla versione realizzata da Walt Disney e vincitrice nel 1941 di due premi Oscar per la migliore colonna sonora a Leigh Harline, Paul J. Smith e Ned Washington e per la migliore canzone (When You Wish Upon a Star) a Leigh Harline e Ned Washington.
Il film girato da Matteo Garrone e interpretato da Roberto Benigni nel 2019 ha ottenuto sempre dall’Academy due candidature: per i migliori costumi a Massimo Cantini Parrini e per il miglior trucco a Mark Coulier, Dalia Colli e Francesco Pegoretti. Ora nell’edizione 2023 il premio Oscar per il miglior film d’animazione.
A reinterpretare la classica storia del burattino di legno che prende vita il regista premio Oscar Guillermo del Toro. L’intensità della storia di Collodi si trasforma in un musical in stop motion. Guillermo del Toro ora vanta un record. A gioire è anche Netflix che ottiene il primo Oscar nella categoria.
Il Pinocchio girato da Guillermo del Toro vanta infine un altro primato: è la settima volta in tutta la storia del premio che l’Oscar non è stato assegnato né alla Disney né alla Pixar.
Per il regista la vittoria di Pinocchio segna un momento di fondamentale importanza: “L’animazione è pronta a fare un altro passo avanti“.
Alla consegna dell’Oscar, il regista del Toro ha aggiunto: “Questa è una forma d’arte che ha continuato ad essere messa in ginocchio commercialmente e dall’industria ed è stata relegata al tavolo dei bambini per moltissimo tempo. Ed è, invece, una forma d’arte matura, espressiva, bella, complessa. Quindi, questa vittoria aiuta, ma si tratta di andare avanti come comunità. È importante mantenere viva questa forma d’arte. In questo momento il mio desiderio principale è finanziare un corso di stop-motion in Messico. Ci aiuterà a realizzare più film nella comunità in Messico e in America Latina, per continuare a spingere la stop-motion, una delle forme più democratiche e meno costose di animazione, alla quale può accedere chiunque”.