Finite le festività natalizie, arriva una nuova stretta anti-Covid del governo per tutta Italia. Dopo il lungo confronto con le Regioni nella giornata di domenica, l’inasprimento è arrivato con un nuovo decreto legge approdato in Consiglio dei ministri ieri, valido dal 7 al 15 gennaio.
È stato deciso quindi che per un’altra settimana saranno vietati gli spostamenti tra le Regioni e nel weekend l’Italia sarà in fascia arancione: i ristoranti e i bar rimarranno quindi chiusi nel fine settimana, così come è stato per tutto le festività e sarà possibile spostarsi una sola volta al giorno, in non più di due persone, per andare a trovare parenti o amici che vivono nella stessa regione. Inoltre da lunedì si abbasseranno le soglie per entrare in zona arancione o rossa, con almeno già sette regioni a rischio.
Nel Consiglio dei ministri di ieri notte è stato anche deciso lo slittamento della riapertura delle scuole superiori. Gli studenti non torneranno in classe il 7 gennaio ma l’11 gennaio, al 50% e sempre che i dati lo consentano: nelle regioni che secondo il monitoraggio dell’Istituto di superiore di sanità dell’8 gennaio dovessero essere rosse le scuole superiori non riapriranno in presenza.
Zona arancione nel weekend, zona gialla rafforzata
La decisione del governo è stata presa per via dell’indice di positività fermo al 13,8%, della pressione sugli ospedali dovuta al nuovo aumento dei ricoveri negli ultimi giorni e soprattutto della necessità di non arrivare alla terza ondata in piena campagna vaccinale.
“Sapevamo che dicembre sarebbe stato un mese critico e siamo ritornati un po’ più su, con un Rt a 0,93 e dunque dobbiamo tenere il sistema sotto controllo” ha spiegato il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia, sottolineando che “gli interventi fatti a Natale hanno evitato che in Italia ci fosse il liberi tutti e non è possibile consentire l’arrivo della terza ondata, che è già in Europa”.
Il decreto prevede dunque il divieto di mobilità tra le regioni fino al 15 gennaio, fatti salvi gli spostamenti per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute. Si potrà inoltre spostarsi una sola volta al giorno per andare a casa di amici o parenti “nei limiti di due persone ulteriori rispetto a quelle già conviventi, oltre ai minori di 14 anni”.
Misure che introducono di fatto una zona gialla ‘rafforzata’ e che varranno il 7 e l’8 gennaio. In questi due giorni sarà anche possibile spostarsi all’interno della propria regione e riapriranno bar e ristoranti, con orario fino alle 18.
Per il fine settimana del 9 e 10 gennaio, invece, scatterà la zona arancione in tutta Italia: niente pranzo o caffè fuori e spostamenti vietati tra i comuni, ad eccezione dei movimenti “dai comuni con popolazione non superiore a 5mila abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia”.
Si abbassano le soglie per la zona arancione e rossa
La vera novità si introduce però con l’articolo 2 del decreto. In sostanza il governo abbassa le soglie che fanno scattare la zona arancione o rossa: se una regione è in ‘scenario 2’ – dunque con un Rt da 1 a 1,25 – diventa arancione; se è in uno ‘scenario 3’ con Rt da 1,25 a 1,50 va invece in rosso. Misure che si applicano, dice il decreto, ad una o più regioni “nel cui territorio si manifesta un’incidenza dei contagi superiore a 50 casi ogni 100mila abitanti”.
Il nuovo sistema delle fasce scatterà però da lunedì 11 gennaio: venerdì arriverà il monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità e sulla base dei dati aggiornati scatteranno le ordinanze del ministro della Salute Roberto Speranza per l’attribuzione dei colori alle regioni. Ad oggi, in arancione andrebbero Calabria, Liguria, Lombardia, Puglia e Veneto, che hanno tutte un Rt superiore ad 1 e un rischio alto, mentre Marche ed Emilia Romagna sono al limite.
Ma cosa succede dopo il 15 gennaio? Il governo si riunirà nuovamente ad inizio settimana e l’ipotesi al momento sul tavolo è quella di un nuovo provvedimento che copra il periodo dal 15 al 31 gennaio, per confermare sostanzialmente le misure in atto con il sistema delle fasce; 15 giorni per affrontare l’ulteriore data che si avvicina e che imporrà nuove misure: la scadenza dello stato di emergenza del 31 gennaio, ad un anno esatto dall’inizio della pandemia.