1-Alphonse Mucha al Museo degli Innocenti
Per la prima volta a Firenze arriva una grande mostra dedicata ad Alphonse Mucha, il padre dell’Art Nouveau.
Dal 27 ottobre 2023 al 7 aprile 2024 il Museo degli Innocenti ospiterà oltre duecento opere alla scoperta della Belle Époque, quando Parigi era il centro del mondo..
La mostra “Alphonse Mucha. La seduzione dell’Art Nouveau” porterà nel capoluogo toscano le illustrazioni, i poster teatrali e la pubblicità.
Le aziende dell’epoca si contendevano infatti le “donne di Mucha” per pubblicizzare i propri prodotti, dando vita alle intramontabili campagne pubblicitarie come quella del cioccolato Nestlé, dello champagne Moët & Chandon, delle sigarette, della birra, dei biscotti e dei profumi.
Le iconiche e bellissime fanciulle in fiore, ritratte in una commistione unica tra sacro e profano, voluttuose e seducenti figure, rappresentate con uno stile compositivo unico, sono diventate il simbolo di un’epoca, espressione del noto “stile Mucha”.
2-Anish Kapoor a Palazzo Strozzi
Dal 7 ottobre 2023 al 4 febbraio 2024 Fondazione Palazzo Strozzi presenta una nuova grande mostra ideata e realizzata con Anish Kapoor, celebre maestro che ha rivoluzionato l’idea di scultura nell’arte contemporanea.
L’esposizione proporrà un percorso tra installazioni monumentali, ambienti intimi e forme conturbanti, creando un originale e coinvolgente dialogo con l’architettura e il pubblico di Palazzo Strozzi.
Palazzo Strozzi si trasformerà in un luogo concavo e convesso, integro e frantumato allo stesso tempo in cui il visitatore è chiamato a mettere in discussione i propri sensi.
Le opere di Anish Kapoor uniscono spazi vuoti e pieni, superfici assorbenti e riflettenti, forme geometriche e biomorfe. Kapoor indaga lo spazio e il tempo, il dentro e il fuori, invitandoci a esplorare i limiti e le potenzialità del nostro rapporto con il mondo che ci circonda e a riflettere su dualismi come corpo e mente, natura e artificio.
Dagli anni Ottanta a oggi Anish Kapoor si è imposto come uno dei più importanti artisti del panorama internazionale, rifuggendo categorizzazioni e distinguendosi per un linguaggio visivo unico che unisce pittura, scultura e forme architettoniche.
Le sue opere suscitano stupore e inquietudine, destabilizzando la nostra percezione e creando spazi e forme in cui sperimentare e riflettere tra noto e ignoto.
3-I capolavori del ‘900 a Palazzo Blu
Dal 28 settembre 2023 al 7 aprile 2024 Palazzo Blu a Pisa ospiterà una straordinaria raccolta di dipinti e sculture provenienti dal Philadelphia Museum of Art, centro museale ed espositivo tra i più importanti e riconosciuti a livello internazionale .
La mostra sarà un’occasione unica per ammirare alcuni dei più importanti protagonisti dell’arte europea dei primi decenni del ‘900.
Sono infatti in arrivo nelle sale di Palazzo Blu opere di Chagall, Dalì, Duchamp, Kandinsky, Mirò e Picasso. A cui si aggiungono anche opere di Matisse, Mondrian, Klee, Ernst e Gris, artisti che non sono mai stati esposti nel palazzo d’arte che si affaccia sul Lungarno.
Sarà un’occasione unica per ripercorrere alcuni dei momenti salienti del “secolo breve”, in dialogo con la sensibilità verso la storia internazionale.
Vasily Kandinsky, Circles in a Circle, 1923, Philadelphia Museum of Art, © Courtesy of the Philadelphia Museum of Art
4-Robert Mapplethorpe “Beauty and Desire”
Al Museo Novecento di Firenze arriva il 23 settembre “Beauty and Desire”, omaggio a una delle icone della fotografia del Novecento, amico per la pelle di Patti Smith, Robert Mapplethorpe (New York, 1946 – Boston, 1989), in un confronto inedito con gli scatti di Wilhelm von Gloeden e una selezione di fotografie dall’archivio Alinari.
Quarant’anni dopo la grande mostra del 1983, che fece conoscere proprio a Firenze l’opera di Mapplethorpe, tornano a farsi ammirare le immagini del celebre fotografo newyorkese con un progetto organizzato con il fondamentale contributo della Robert Mapplethorpe Foundation e della Fondazione Alinari per la Fotografia.
Beauty and Desire trae spunto da un nucleo consistente di opere che mette in luce l’intensa produzione artistica di Mapplethorpe, sottolineando il legame della sua ricerca con la classicità, nonché il suo approccio scultoreo al mezzo fotografico, reso evidente tanto nello studio del nudo maschile e femminile, quanto nella natura morta.