Primo giorno dei Mondiali di Budapest, prima medaglia. L’atleta fiorentino Leonardo Fabbri porta subito l’Italia sul podio con un secondo posto conquistato nella finale del getto del peso del 19 agosto. Un lancio di tutto rispetto, 22.34, che avrebbe sfiorato il 23 se non fosse stato nullo il quinto getto. Numeri da un nuovo record italiano, intoccabile dal 1984 quando il toscano Alessandro Andrei scrisse la storia ai Giochi di Los Angeles. Ma non c’è spazio e voglia per i “se”, è solo il tempo di festeggiare il grande atleta 26enne di Bagno a Ripoli.
Piange invece Larissa Iapichino, con il suo quinto posto che le toglie dal collo una medaglia desiderata e sudata. Non è bastato quel 6.82 di fronte a regine come la serba Ivana Vuleta (7 ,14) e la statunitense Tara Davis-Woodhall (6,91). Si dispera Larissa e, come i grandi campioni, fa seria autocritica: il passo più importante per crescere, diventare più forti e soprattutto imparare a gestire emozione e adrenalina. È mancata la medaglia che Larissa sa di potersi permettere, solo questione di tempo.
Male anche per l’altro toscano, Samuele Ceccarelli. Lui ci ha abituati bene con il record europeo dei 60 indoor, ma nella sua batteria la componente sfortuna è stata troppo forte: poco si può di fronte allo statunitense Noah Lyles e al kenyano Ferdinand Omanyala e così il toscano è fuori.
Fabbri: “Mi sono motivato leggendo le critiche sui social”
Dopo i Golden Gala di Firenze, tutti si aspettavano qualcosa di grande da Leonardo Fabbri e lui non ha deluso le aspettative. È arrivato secondo solo al gigante statunitense, già primatista mondiale, Ryan Crouser che con 23,51 arriva a un soffio dal suo stesso record di 23,56. Un 22.34 ottenuto al terzo dei sei tentativi a sua disposizione. “Tante volte mi svegliavo avendo sognato di aver vinto una medaglia ai Mondiali – ha detto – e poi andavo a lavorare per ottenerla. Ora è arrivata e non so nemmeno così dire, la dedico al mio coach Paolo Dal Soglio. A me piace leggere le cavolate che scrivono sui social, di quelli che dicono che non sono performante, me li sono letti anche oggi prima della gara e la cosa mi ha motivato enormemente”.
“Sogno questa gara da una vita”, non contiene più l’entusiamo: “Da quando ho iniziato a fare atletica da piccolo. Con la mia famiglia ho sempre guardato Mondiali e Olimpiadi in tv, ho sempre sognato di salire su un podio e fare il personale in maglia azzurra”. “Non vedo l’ora di andare in camera da solo e piangere come un bambino. Ho trovato la forza nella mia testa, perché sapevo di valere un risultato del genere. Quest’anno avevo fatto bene però mancava qualcosa e avrei dovuto farlo oggi, non poteva esserci occasione migliore. Al mattino ho avuto un po’ di problemi con la pedana, oltre al ritardo, e non mi sono riscaldato bene. In serata invece sentivo una fiducia totale, ho preso in mano il peso da 7,260 chilogrammi e mi sembrava una pallina da tennis”.
La telefonata di Commisso e domenica prossima grande festa al Franchi con la Fiorentina
“Vorrei abbracciare quel Leonardo Fabbri che un paio di anni fa e l’anno scorso ha sofferto, non aveva tanta voglia di lanciare. Quel ragazzo che a sei anni ha cominciato con l’atletica e si divertiva”. Oggi quel bambino sarebbe ancora più contento nel vedere come la sua città lo festeggia. Da sempre tifosissimo della Fiorentina, subito dopo l’impresa ai Mondiali ha ricevuto la telefonata del presidente viola Rocco Commisso che gli ha fatto i complimenti e lo ha invitato al Franchi domenica prossima per il debutto casalingo di campionato contro il Lecce. Nell’occasione Fabbri prima del fischio d’inizio farà un giro di campo con la medaglia al collo.
Ma è tutta la Toscana a fargli i complimenti. Il presidente della Regione, Eugenio Giani, ha manifestato il suo entusiamo sui social: “Leo sei nella storia!!” scrive. Lo stesso fa anche il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo: “Un momento straordinario per l’atletica italiana e toscana”
La delusione di Larissa Iapichino
Una gara diversa per l’altra atleta di punta della squadra azzurra, Larissa Iapichino. Quinto posto nella finale Mondiale del lungo, con tre salti nulli su sei, tante difficoltà, e solo all’ultimo un 6.82 che l’aveva piazzata temporaneamente al quarto posto. Ma non è bastato per vincere un mondiale di livello altissimo.
La delusione era chiara negli occhi pieni di lacrime per quel salto che non è stato così bello da valere una medaglia. Una delusione che brucia di più perché Larissa sa che il podio è alla sua portata. Dopo una stagione dorata, “Ho sbagliato”, dice. “So che errare è umano, ma questa era l’unica gara che non dovevo sbagliare. E invece ho voluto strafare: forse l’inesperienza, forse l’adrenalina. Tutto l’anno ho fatto gare giuste, poi arriva quella che vorresti fosse perfetta, ed è proprio quella che sbagli”. Durante la gara è arrivata anche la strigliata in diretta mondiale dal padre-allenatore: “La sgridata di papà? Lui sa come darmi la scossa e poi noi abbiamo questo rapporto: i nostri confronti sono sempre accesi, anche fuori dalle gare. Ripeto: oggi ho sbagliato io”.