“Quella di ieri è stata una precipitazione senza precedenti: non è caduta così tanta acqua in così poco tempo nemmeno nell’alluvione del 1966. In quattro ore sono caduti 200ml di acqua in media in ciascun Comune. Sono state colpite zone dove vivono due terzi dei cittadini della Toscana ed è grande il dolore per le vittime”. Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, riassume così l’incubo di acqua, vento e fango che ha invaso dalla scorsa notte la Toscana.
Dopo un sopralluogo sulle sponde dell’Arno a Firenze – dove la piena è passata senza problemi -, il presidente fa il punto della situazione: “Per tutta la notte abbiamo lottato contro il maltempo e contro il timore che alle tragedie in corso se ne potesse aggiungere una anche maggiore, nel caso l’Arno superasse i livelli di guardia. Ora questa preoccupazione sembra scongiurata. Sono stato tutta la notte in contatto con i sindaci dei territori colpiti, abbiamo avuto la possibilità di usare i mezzi anfibi della protezione civile per raggiungere le persone isolate nelle abitazioni in campagna. Alle 2 di notte circa sono riuscito ad entrare nell’ospedale di Prato, che era allagato. Anche gli ospedali di Empoli e Pontedera sono stati invasi dalle acque. Ora i fiumi si stanno sgonfiando e anche quelli esondati rientrano negli argini. La città di Firenze è stata solo lambita dalla perturbazione, ma altre zone sono state duramente colpite”.
Le telefonate di Mattarella e Meloni
“Sono molto grato al presidente Mattarella – ha affermato Giani – che mi ha telefonato ed ha rivolto parole di grande affetto, vicinanza e solidarietà a tutti i toscani. Poi mi sono sentito con la premier Meloni, che ha portato al Consiglio dei Ministri di questa mattina la mia dichiarazione di stato di emergenza per proclamare lo stato di calamità naturale. Ho parlato con il ministro Salvini per ripristinare la circolazione sull’A11 e stiamo lavorando con le Ferrovie per ripristinare il traffico ferroviario. Ringrazio il direttore della Protezione civile nazionale Curcio che è stato in contatto con me per tutta l’emergenza fornendoci il supporto necessario. Le loro telefonate si sono alternate nella notte e nella mattina con quelle dei sindaci, dei prefetti ed anche dei cittadini che mi conoscono e che mi hanno in vari modi segnalato le criticità che stavano vivendo. Ringrazio infine l’assessora regionale alla Protezione civile Monia Monni che anche adesso è a Campi Bisenzio con il sindaco Tagliaferri per dare il giusto sostegno alla popolazione colpita”.
L’allerta arancione
Il sistema di Protezione civile della Regione aveva diramato una allerta arancione “perché attendevamo una bomba d’acqua sulla lucchesia – spiega il presidente – invece si è concentrata sulla valle dell’Arno e del Bisenzio, ma grazie al lavoro di squadra delle istituzioni e alla capacità di intervento e reazione della nostra Protezione civile siamo riusciti a far fronte a una situazione devastante. È in casi come questi che i toscani sanno tirare fuori il meglio di loro e la Regione farà da riferimento per tutti i sindaci per agire presto e bene”.
I lavori di messa in sicurezza dell’Arno che hanno evitato il peggio
“Credo che proprio i lavori fatti in questi anni per la messa in sicurezza dei fiumi, a partire dall’Arno, abbiano evitato il peggio al capoluogo e in altre realtà, come ad esempio a Livorno, dove la bomba d’acqua non ha avuto effetti devastanti perché negli anni scorsi abbiamo riportato allo scoperto il Rio Maggiore ed il Rio Ardenza, prima intubati, e aumentata la portata della canalizzazione sotto la ferrovia e sotto la strada, dando modo così alle acque di fluire. I frutti di questi lavori si vedono, così come si vedono quelli lungo l’Arno”, ha aggiunto Giani.
Il 2 novembre è stato anche inaugurato il condotto dal fiume alla cassa di espansione di Pizziconi, nel Comune di Figline Incisa, “dove in caso di emergenza potranno trovare spazio 3.500.000 mc di acqua. Negli anni sono stati realizzati lo Scolmatore di Cascina, la cassa di espansione di Roffia a San Miniato, sono in corso i lavori per altre grandi casse di espansione a Prulli, Leccio, Restavo, capaci di ritenere oltre 20 milioni di mc di acqua. Lavorare sulla prevenzione, anche a fronte di cambiamenti climatici così evidenti, è fondamentale”.
In totale, la Regione ha “presentato progetti per 800 milioni di euro per opere in tutta la Toscana, che riguardano anche l’Ombrone, il Serchio, la Magra, l’Albegna. Il Governo ci aveva prospettato a breve l’apertura di un bando per cui spero davvero che questi fondi arrivino”.