Lucio Fontana è stato uno dei più grandi artisti italiani del Novecento. Nato a Rosario di Santa Fè in Argentina nel 1899, a partire dagli anni venti si è trasferito a Milano dove ha aperto il suo studio.
Artista poliedrico ha realizzato durante la sua carriera opere che vanno alle sculture di piccole e grandi dimensioni ai dipinti, fino alle opere più astratte.
Negli anni tra le due guerre ha collaborato con numerosi architetti, esperienza che lo porterà a progettare interventi ambientali come la “Struttura al neon” realizzata per la IX Triennale di Milano nel 1951 o il “Soffitto spaziale” per l’Hotel del Golfo a Procchio nel 1956.
I celebri “Concetti spaziali” sono opere in cui Fontana ha praticato tagli e fori che vanno al di là della tela, aprendo così a uno spazio infinito nella superazione del dipinto tradizionale.
Lucio Fontana: due mostre a Firenze
Firenze ospita un doppio appuntamento ideato da Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento, che affonda nella ricerca inesausta e ostinata dei due maestri, protagonisti di un viaggio parallelo che intende suggerire nuove strade di analisi e sondare nuove interpretazioni.
“Questo progetto di mostra nasce da un sogno” spiega Sergio Risaliti, “Un viaggio nel tempo più remoto e nel futuro più distante. Figure umane scarnificate, ridotte all’essenza, prosciugate ma erette in piedi o in cammino su un piano corrugato come di un pianeta ancora in via di formazione. E su questo terreno piccole e grandi forme vulcaniche simili a grandi polpette, rugose, plasmate da forze originarie, nel loro viaggio infinito nel cosmo prima di atterrare come meteoriti ai piedi di quei corpi antidiluviani, ominidi sulla soglia di vita e morte, di giorno e notte. Svegliatomi ho riconosciuto in quelle figure opere a me note di Alberto Giacometti e Lucio Fontana. L’Homme qui marche, la grande Femme debout, i Concetti spaziali in bronzo o terracotta. Da quel giorno sono passati molti anni. Ma il sogno non ha cessato di interrogarmi, di sollecitarmi fino a oggi. Finalmente l’immaginario si ricongiunge alla sua matrice onirica nella concretezza della mostra. Le opere di Giacometti e Fontana adesso stanno assieme, accostate nella mostra Giacometti – Fontana. La ricerca dell’assoluto all’interno delle sale di Palazzo Vecchio e ci invitano a interrogarci sul senso poetico emerso con questi accostamenti. Un senso poetico ritrovato. Forse è questa la cifra dell’immortalità e dell’eternità di questi capolavori. Figure che interrogano il mistero dell’essere dell’uomo sulla terra e nel cosmo. Che si tratti di vita all’ennesima potenza, o dell’enigma dell’esistenza, lo capiremo anche di fronte alle opere di Lucio Fontana esposte in questa occasione al Museo Novecento. Il titolo della mostra, L’origine du monde, derivato dal celebre capolavoro di Courbet vuole dare senza mezzi termini indicazione del percorso scientifico che apre a nuove letture sull’opera di questo genio italo-argentino”.
Dal 2 marzo al 13 settembre il Museo Novecento dedicherà ben due piani delle ex Leopoldine alle sculture e ai disegni di Lucio Fontana.
La mostra Lucio Fontana. L’origine du monde nasce dalla volontà di esplorare alcuni aspetti ancora poco sondati dell’opera del maestro italo-argentino, tra gli autori più innovativi del secolo scorso, quali la relazione originaria tra creazione artistica, procreazione e nascita della vita nell’universo, e il rapporto tra mondo finito e infinito.
Le opere di Fontana si ispirano al celebre quadro del pittore francese Gustave Courbet.
Inoltre dal 2 marzo al 4 giugno al Museo di Palazzo Vecchio a Firenze due maestri del XX secolo Alberto Giacometti e Lucio Fontana saranno per la prima volta insieme.
La mostra Giacometti – Fontana. La ricerca dell’assoluto, a cura di Chiara Gatti e Sergio Risaliti, sarà ospitata nella Sala delle Udienze e nella Sala dei Gigli, dove oggi si conserva la celebre Giuditta di Donatello.
Si tratta di un progetto museale inedito che presenta l’incontro ideale e il dialogo potente fra due giganti del Novecento, grazie al confronto straordinario fra capolavori in arrivo dall’Italia e dall’estero.
Per la prima volta si confronteranno due artisti così distanti nelle attitudini e nella vita, ma altrettanto legate da una riflessione sulla verità nell’arte, conquistata attraverso l’esperienza della materia e insieme dell’immaginazione, in bilico fra la dimensione primordiale del tempo e quella cosmologica dello spazio.
Un colloquio che vuole suscitare domande piuttosto che dare risposte, per stimolare il dibattito critico e inattese narrazioni attorno ad affinità di pensiero e riferimenti condivisi.
Una mostra in cui le opere accostate acquistano la potenza evocativa di un sogno, la cui presenza come in un sogno va interpretata cercando risposte lontane nel tempo e nel futuro.