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Le opere del periodo parigino di Soffici in mostra alle Scuderie Medicee di Poggio a Caiano

Dal 22 aprile al 25 giugno in mostra circa ottanta opere fra disegni, incisioni, dipinti, pagine a stampa inedite e poco conosciute del celebre pittore toscano

Ardengo Soffici

Il Museo Soffici e del ’900 italiano dedica la mostra “Parigi 1900-1906. Il primo Soffici” al periodo parigino di Ardengo Soffici, con circa ottanta opere fra disegni, incisioni, dipinti, pagine a stampa, e qualche lavoro a riscontro di altri artisti, Costetti, De Groux, Forain, Toulouse-Lautrec, Willette, Gosé Rovira. È l’omaggio al promotore del Museo, Luigi Corsetti, scomparso nel 2019.

Corsetti aveva infatti una passione da studioso e da collezionista per tutto ciò che Soffici aveva prodotto in quegli anni, collaborazioni con vignette alle pubblicazioni parigine sia culturali, La Plume, L’Europe Artiste, che avevano firme prestigiose, sia umoristiche, Le Rire, Sans-Gêne, Gil Blas, L’Assiette au Beurre.

Di quest’ultima rivista viene esposto e riprodotto integralmente il fascicolo “Paris la nuit”, 1904, che è la migliore raccolta dei disegni sofficiani di quel tempo, una sorta di reportage sui costumi e i personaggi che animavano le vie di Parigi.

L’insieme dei disegni satirici che non manca di originale e caustico spirito di osservazione attende ancora una sistemazione storico-critica. Nella mostra si è cercato di incrementare la documentazione figurativa apparsa su quei settimanali e di metterla in linea con quanto veniva concepito da Soffici, sul piano di una autonomia creativa, quadri come Nervi, 1903, Bimbo biondo, 1904, Mamma Egle, 1904.

Fu travagliato per Soffici quel primo tempo parigino, lo sappiamo dalle pagine autobiografiche, in parte riportate in catalogo. Riprendere in mano quel racconto così partecipato può essere interessante.

Pubblicato nel 1954, Il salto vitale è uno dei più vivaci libri di Soffici, resta il miglior commento, la più appropriata cornice al percorso del Soffici vignettista che si può senz’altro apprezzare sul versante umano e giustificare su quello professionale.

Le condizioni di un giovane determinato a farsi valere nel mondo dell’arte, che aveva scelto di vivere nella Ville lumière, erano tutt’altro che agevoli, piene di feroci incertezze e di prove umilianti.

Tutto questo è raccontato da Soffici: il bene e il male di una vicenda che ha riguardato diversi altri artisti italiani che si trovarono in quel tempo a Parigi, da Severini a Viani a Modigliani.

Povertà e illusioni, privazioni e illuminazioni. Nonostante tutto per Soffici Parigi fu una miniera di conoscenze e di partecipazioni che gli permise di realizzare, di porre in valore la sua profonda essenza di poeta, di scrittore, di pittore italiano.

La mostra, a cura di Luigi Cavallo, e la collaborazione di Oretta Nicolini, nel catalogo edito da Edifir, Firenze, contiene testi della direttrice del Museo, Giulia Ballerini, e del critico d’arte Marco Moretti.

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